9. È la fine o l'inizio?

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In classe quel giorno faceva particolarmente freddo e oramai l'uniforme estiva non andava più bene per quel tipo di clima che si era affermato da giorni. Lei indossava una felpa grigia ed era seduta al solito posto, ma di tanto in tanto il suo squardo si posava sul gruppo di ragazzi seduto di fianco a lei e scherzavano ininterrottamente, o almeno tutti tranne il diretto interessato. Era nel suo mondo, sicuramente non per colpa del litigio, Y/N pensò che fosse stupido anche solo immaginare che lei c'entrasse qualcosa.

"Ripensandoci però..."- ripeté a se stessa osservandolo ancora una volta. Il suo volto dunque non aveva un'espressione tranquilla, sembrava tormentato da qualcosa. In effetti ancora non ne avevano parlato, per questo non era mai successo. Risolvevano sempre subito e la preoccupazione aumentava da entrambe le parti litiganti. Anche se senso utopico, era come se ci fosse una barriera che ora li divideva, era invisibile ma percepibile da tutti i ragazzi seduti lì intorno.

Persino Jisung molte volte si fermava nel parlare per controllare Seungmin, Felix non capiva cosa stava accadendo e Hyunjin era semplicemente lui, si comportava come se non gli toccasse. Era così riservato da non dire nemmeno come si stava sentendo, proprio da lui.
Immaginavo, pensò Y/N arrivando ad una delle conclusioni che sembrava più plausibile. Bastava solo chiedere scusa e in quei giorni si dimostrò la cosa più difficile di tutte. Una parola, scusa; è più facile pensarlo che dirlo. E proprio mentre lo stava per richiamare, la campanella suonò facendole perdere l'occasione. Nemmeno oggi riuscirò a concentrarmi. Nonostante tutto, lui continuava ad essere il suo pensiero principale.

"Cara, sei ancora giovane per queste cose, i litigi della vostra età sono abbastanza superficiali. Pensa che io e mio marito, le prime volte che interagivamo, litigavamo in continuazione!"- Disse l'anziana signora della bancarella di verdura vicino casa sua. Non era la prima volta che ci scambiava qualche chiacchera, ma quel giorno si fermò a parlarle per un'ora intera. Nonostante le sette ore di scuola continue e snervanti, quando vide l'anziana portare delle buste colme di piantine non poté fare a meno di aiutarla e inaspettatamente finì nel stare con lei e raccontarle un po' della sua vita, proprio come scriveva sul suo diario.

"E dopo quanto facevate pace? io non parlo con lui da... una settimana intera. Ho paura di non essere in grado di rimediare..."- Sbuffò mentre con un coltello continuava a sbucciare i fagioli freschi colti poco prima. Voleva avvicinarsi a lui, durante gli ultimi giorni cercava di rivolgergli parola e lui rispondeva sempre con un 'ora sono impegnato, scusami'. Anche Hyunjin sembrava vago sull'argomento, cambiava discorso liquidando tutte le sue domande su Seungmin.

"Ma in realtà non facevamo una vera e propria pace, semplicemente non riuscivamo stare uno lontano dall'altra, e poi ricorda bene: c'è un rimedio a tutto."- Con una carota le puntò il volto, per poi ritornare al suo lavoro.

"Che belli quei tempi, molto spesso penso di essere nata nell'epoca sbagliata signora Kim."- Y/N poggiò le cime di rapa che aveva lavato sul tavolino in legno e un vento leggero le rinfrescò le mani bagnate. Si stava divertendo, non aveva mai intrattenuto dei discorsi così lunghi con una persona e mai aveva raccontato così apertamente le proprie insicurezze.

"Anche io dicevo sempre così. Quando mia nonna raccontava della sua adolescenza potevo stare ad ascoltarla per ore, mi parlava del lontanissimo 1890 e non avevano nemmeno il telefono fisso perché costava troppo! ora voi avete quelle macchinette elettroniche, potete parlarvi ogni volta che volete."- In effetti aveva ragione, Y/N aveva i numeri di tutti i suoi compagni di classe ma non aveva mai scritto a nessuno di loro, quel piccolo paese le aveva fatto dimenticare persino come si utilizza la tecnologia moderna. Si diede uno schiaffo in fronte per non averci pensato prima, non era il massimo ma un messaggio poteva fare la differenza, sempre meglio del silenzio.

"Mi ha dato una grandissima idea, questa sera gli scriverò un bel papiro! anzi no, conoscendolo potrebbe dargli fastidio... "-

"Scrivigli quello che senti dentro, potresti anche dichiararti."- Le diede una gomitata e lei si strozzò con la sua stessa saliva.

"Oh no non mi piace, ci mancherebbe!"- disse battendosi una mano sul petto e tossendo.

"Da come ne parli non credo proprio, siamo state tutto il pomeriggio su questo discorso, sai che sono quasi le sei di sera?"-

"Un attimo fa erano le tre..."- Nemmeno era tornata a casa da suo padre, sapeva che si stava preoccupando.

"Oddio, ho perso la cognizione del tempo! mi dispiace signora Kim, devo assolutamente andare a studiare per la verifica di domani, mi è passata di mente."-

"Ti lascio andare solo perché lo studio è più importante. Sei una brava ragazza vieni a trovarmi più spesso!"- Y/N salutò quella dolce signora e corse verso casa sua con gli occhi sgranati, aveva tardato per una buona ragione, pensò una volta giunta davanti il portone. Prima di bussare guardò la porta del suo vicino di casa, Hyunjin, pensando a cosa stesse facendo in quel momento. Come se i suoi pensieri la stessero controllando, la porta si aprì rivelando una figura che mai si sarebbe aspettata di vedere: era lui. Si guardarono per un attimo che sembrò infinito, lui spezzò il silenzio schiarendosi la gola ed era un gesto che faceva solo quando era in imbarazzo.

"Mi ero dimenticato che abiti anche tu qui."-

"Già... stavi studiando con Hyunjin?"- Lui annuì e lo seguì anche lei successivamente.

"E il teatro?"- dissero entrambi all'unisono, cosa che li fece imbarazzare ancora di più.

"Il teatro, bella domanda."- Iniziò lui.

"Seungmin ancora stai lì sulla porta? con chi parli?"- Sentì la voce di Hyunjin provenire dal salotto.

"Con nessuno, ciao e grazie per oggi!"- Chiuse la porta dell'abitazione del suo amico e sorpassò Y/N facendo scontrare le spalle senza nemmeno salutarla. Con nessuno. Lei rimase lì, confusa e incredula rispetto a quello che era appena successo. Senza esitare aprì la porta di casa e si fiondò al suo interno, non si guardò indietro, non rimase a pensarlo, tornò soltanto in camera sua e iniziò a studiare storia.

Non ci era rimasta male, doveva solo che aspettarselo, ma malgrado sapeva che tipo di persona era voleva dargli solo una possibilità. Voleva fargli capire che poteva fidarsi anche di qualcun altro al di fuori del suo ristretto gruppo di amici ed era anche riuscita ad entrare nelle sue grazie solo per poco. Quel primo mese di autunno lo aveva passato ogni giorno insieme a lui: il sabato, la domenica, il lunedì... dentro quel teatro avevano imparato molte cose l'uno dell'altra e nonostante i litigi erano sempre andati avanti. E' già finito tutto? pensò inarcando i due lati della bocca in un broncio nubiloso. Improvvisamente prese il suo diario, con la prima penna che le capitò sotto mano iniziò a scarabocchiarci sopra.

"Mi piace?" Non scrisse più nulla, ancora non aveva una risposta, inconsciamente sapeva che quest'ultima iniziava per la lettera S.

Theatre // K.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora