4- Niente panico

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«Ti prego, non andare via!»

Apro gli occhi di scatto, alcune lacrime escono senza controllo e, dopo aver fatto il loro piccolo percorso, vengono assorbite dal tessuto morbido del cuscino.

 Vorrei urlare con tutta l'aria che i miei polmoni possiedono.

Vorrei dire basta, vorrei smetterla di rivivere quei momenti, ma non riesco a staccarmi dal passato ormai perfettamente disegnato nei miei ricordi.

Io sono dentro alla mia testa, io sono ancora ancorata al passato, e questa costatazione mi provoca uno scorcio nel petto così profondo da non capire se mi produce dolore o solo uno strano sollievo.

Mi guardo attorno e - a parte il buio - noto solo uno schermo di un cellulare posto su un comodino a sinistra del letto in cui sono coricata.

Un momento... io dovrei avere il muro a sinistra del mio letto.

Dove sono?

Cerco di sedermi ma qualcosa mi blocca il petto e il braccio destro, provo a spostarla con la mano sinistra e appena la tocco noto che è morbida e calda.

Cambio il mio programma, questa volta invece cerco di afferrare il telefono che continua a lampeggiare e, appena l'oggetto è in mio possesso, accendo la torcia.

«Merda!» sibilo a denti stretti.

Perché cavolo Parker dovrebbe dormire accanto a me e per di più privo di maglietta?

E perché io non sono nel mio letto?

Aspetta Mallory, niente panico. Riavvolgi il nastro e premi play.

Vorrei premere play, ma non ricordo niente.

Perché non ricordo niente?

Niente panico!

Punto la torcia verso il pavimento e, non contando dei vestiti e delle lattine di quelle che sembrano birre vuote, non noto niente di strano.

Ma sono scema o cosa?

Ora che guardo meglio... quella è la mia maglietta che portavo ieri e quelli sono i miei cavolo di shorts.

D'istinto appoggio il telefono dove era prima e alzo le lenzuola.

Sono nuda.

No rettifico, siamo nudi.

Parker - grazie a Dio - è in posizione prona, quindi a parte le sue natiche non posso vedere nient'altro di equivoco.

Si era detto niente panico!

Cerco il più silenziosamente e delicatamente possibile di liberarmi dal suo braccio opprimente, scivolo via dal letto e mi rivesto il più in fretta possibile.

Okay, rifletto tra me e me, quindi in pratica ieri mi sono data all'alcol per la prima volta e ho anche avuto rapporti sessuali per la prima volta.

E tutto questo in compagnia di Parker.

Ottimo, direi.

Quando dissi che avrei voluto un'ultima serata indimenticabile, non mi riferivo esattamente a questo... ma ormai il danno - se si può chiamare così - è fatto e ora non resta solo che andarmene il prima possibile perché, santi numi, oggi è il giorno della partenza e io non so nemmeno che ore siano.

Dopo aver spento quella torcia accecante mi accorgo che sono le cinque di mattina.

Io devo partire alle sette e non ho ancora fatto una misera doccia.

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