5- Illusione

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«E questa, rullo di tamburi, è camera tua!» strilla euforica Vanessa, aprendo di scatto le braccia in aria formando un angolo di cento gradi.

Il suo movimento è così immediato  che non riesco nemmeno a spostarmi per non avere il dorso della sua mano destra dritta dritta in faccia.

«Oh my God! Mallory, mi dispiace un sacco! Ti ho fatto male?» urla preoccupata prendendo il mio volto fra le sue gracili mani.

No, no.

Mi stavi solo per rompere il naso, niente di che.

«Ehm, no stai stranquilla, sono tutta intera.» dico gentilmente riuscendo a malapena a nascondere una smorfia di dolore.

Libero il mio viso dalle sue grinfie ed entro nella stanza.

Wow.

È il doppio, se non il triplo, della mia vecchia camera.

Per Giove, quanto può essere ricco Eric?

«Allora? Che ne pensi? Ti piace? Ho chiesto a papà quale fosse il tuo colore preferito, ma nemmeno lui lo sapeva. Quindi... Sono andata sul basico con del bianco.» parla a raffica gesticolando con ancora quel suo  sorriso smagliante sulla sua piccola faccia.

Adorabile.

È l'unico aggettivo che riesco ad attribuirle.

«Si, credo che il bianco vada bene per adesso.» dico sorridendo lievemente per non lasciarla sguazzare nell'imbarazzo, «grazie Vanessa.»

«E di che?! Sei mia sorella adesso, ti darei la luna Mal!» poi si blocca, «aspetta... ti posso chiamare Mal vero? O preferisci Mallory? Se è troppo presto per i soprannomi giuro che mi contengo! Okay, sto delirando» ridacchia nervosamente concedendosi uno spiffero d'ossigeno, «lo so che ci conosciamo da meno di ventiquattro ore, ma vorrei avere confidenza già da subito, devi sapere che non amo le formalità... quindi vorrei chiamarti Mal, ma se tu non vuoi lo capisco - i swear - quindi decidi tu, fai come desideri e non controbatterò!» 

Dice tutto così velocemente che quasi fatico a capirla.

Devo ammettere che è un po' pazza questa Vanessa.

Ma come ha appena detto, sono sua 'sorella' adesso, quindi in teoria mi dovrei comportale da tale - sempre se ci riesco - e dirle quello che vuole farsi sentire.

«Respira, Vanny. Puoi chiamarmi come preferisci tu. E se ti piace chiamarmi Mal, fai pure.» annuncio con una calma che non mi possiedo, certa che svanirà tra poco più di due orette scarse.

«Aaa, oh my God! Hai detto Vanny!» strilla allegra, saltellando e battendo le mani come una bambina.

«Sì, però stai calma, non c'è bisogno di farne un affare di Stato!» dico ridacchiando lievemente.

È pazza questa qui.

«Okay, perfetto. Questa era l'ultima stanza da visitare, quindi io vado di sotto a prenderti le valige e tu curiosa qui dentro!» annuncia allontanandosi da me con sempre il suo sorrisone stampato in faccia.

«Agli ordini capitano.» sussurro ironica per non farmi sentire appena inizia a scendere i trentadue gradini delle scale.

Sì, ho contato i gradini mentre salivamo di sopra.

***

Il letto è comodo.

Lo so perché ci sono sdraiata da venti minuti, stanca di aver disfatto tutte le mie valige in tempo record.

Just The Way You AreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora