7- Here comes the sun

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Faccio scattare il carillon.

La melodia invade lo spazio che possiede l'aria, avvolgendo la stanza col suo trasparente velo delicato.

Le note familiari di 'Here comes the sun' dei Beatles penetrano delicatamente ed elegantemente nelle mie orecchie.

Dopo d'esse, le note accarezzano anche la mia mente assonnata.

Ruoto la chiave del cofanetto quattro volte e dopo, con molta calma e pigrizia avanzo verso il letto.

Esso è ricoperto da un piumone di un bellissimo e acceso viola, a completare il quadretto è presente un peluche a forma di cavallo dal malto color pece, lo stesso che possedeva Merida, la principessa del film Disney 'Ribelle - The brave'.

Copro il mio gracile corpo da bambina con il morbido tessuto, appoggio sul cuscino la mia testolina ricca di capelli disordinati colorolati d'un comune castano chiaro con la ribellione di una ciocca blu mare.

Sono stata sgridata dalla mamma per aver preso la libertà di tingere i miei fragili capelli, ma per fortuna papà era lì a difendere me e le mie bizzarre idee a spada completamente tratta.

Lui è il mio più grande salvatore e nessuno riuscirà a salvarmi così bene come fa lui.

Tolgo i miei pessimi occhiali da vista color rosa antico e chiudo lentamente gli occhi, entrando in un vortice di colori e profumi.

Un caleidoscopio.

La mia mente è un caleidoscopio.

È un tunnel di sogni e speranze, uno dei miei più bei sogni in assoluto.

Sorrido, non riuscendo a resistere a questa maestosa beltà.

Faccio un passo avanti, il mio piede viene a contatto con la freddezza del vetro.

Ma quest'ultimo si spezza non appena porto il mio peso su di esso.

Una sensazione di déjà vu si fa spazio lungo la mia spina dorsale riempendola di brividi tutt'altro che piacevoli.

Cado nell'oblio profondo ed incolore, tacendo sulle mie paure che minacciano d'uscire attraverso la gola, vedo pian piano la colorata luce caleidoscopica affievolirsi sopra di me.

Chiudo gli occhi, già sapendo di essere persa.

Sento il mio corpo tagliare l'aria e cadere con velocità a me non comprese.

I miei gracili capelli accarezzano il mio viso inerme, le braccia sono molli davanti a me, com'esse le gambe.

La mia mente è vuota, le mie illusioni inesistenti.

La melodia in sottofondo è ancora lì, a suonare per me, come se volesse dirmi che io sono ancora qui, nella realtà, come sempre.

Ma poi quella melodia cessa, i quattro giri sono terminati, la realtà non c'è più.

Faccio fuoriuscire un sospiro di rassegnazione dalle mia labbra socchiuse.

L'oblio mi sta ancora inghiottendo e io non muovo un solo muscolo per fare qualcosa che non sia arrendermi.

Cosa dovrei fare? Chiamare aiuto? Mai nella vita chiederò di essere aiutata.

Allora cosa faccio?

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