Epilogo.

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Era il sedici giugno.
Era una serata insolitamente calda per la mia amata cittadina londinese.
Il bel cielo blu era tappezzato da milioni di stelle e la location in cui ci trovavamo era tanto romantica quanto perfetta.

La tenuta immensa era completamente dipinta di bianco, con grandi finestre sparse lungo le sue mura. L'interno era costellato da arredamenti moderni, ma data la meravigliosa giornata, decidemmo di festeggiare all'esterno.

Un grande giardino dal prato minuziosamente curato, sculture di fiori ed erba circondavano i numerosi tavoli rotondi rivestiti da una semplice tovaglia chiara con ricami dorati e, al loro centro, un centrotavola dalla forma insolita molto raffinato.

Poco distante, vi era il sassofonista che fino a quel momento aveva deliziato l'udito di tutti i presenti a quell'evento con delle meravigliose melodie.

Gli invitati ballavano abbracciati, i bambini scarrozzavano in giro per il giardino facendo dannare le proprie madri di aver indossato tacchi alquanto vertiginosi, gli addetti del servizio catering gironzolavano tra i vari tavoli ripulendoli dai piatti lasciati completamente vuoti o premurandosi di riempire i calici degli ospiti privi di vino.

Erano passati venticinque anni da quando io ed Harry ci siamo promessi amore eterno in una piccola chiesetta di Holmes Chapel.

Venticinque anni colmi di pace e serenità.

Venticinque anni in cui entrambi abbiamo realizzato i nostri sogni e raggiunto la vetta delle nostre ambizioni.

Venticinque anni da quando decidemmo di lasciare l'appartamento donatoci dai suoi parenti per acquistare una piccola villetta affidandoci esclusivamente alle nostre forze.

Venticinque anni in cui abbiamo esplorato il mondo intero e acquisito amicizie preziose.

Venticinque anni in cui sono diventata una brava giornalista, una moglie devota e una madre eternamente fiera di tre splendidi bambini.

<<Ti ho già detto quanto stupenda tu sia, stasera?>> sussurrò mio marito al mio orecchio procurandomi una scossa elettrica in tutto il corpo.

Mi voltai verso Harry; i capelli ricci erano più corti, per metà brizzolati, alcune rughe dettate dall'età segnavano il suo volto rendendolo ancora più sexy di quanto non fosse anni prima. Avvolto in un completo nero, spiccava ancora il suo corpo marmoreo, adornato da molti più tatuaggi. Le mani erano impreziosite con degli anelli, ma niente era paragonabile ai suoi smeraldi e al suo sorriso.

Circondai il suo collo con le mie braccia, portai le dita tra i suoi capelli e cominciai ad accarezzarli dolcemente.
Avvicinai le nostre labbra e le congiunsi in un bacio che scoppiava di amore, un amore che durante gli anni passati, è stato sempre alimentato.

<<Almeno un centinaio di volte.>> soffiai selle sulla morbide, rosee e piene labbra.

<<Mh.>> mugugnò, sorridendo <<Beh, non è mai abbastanza.>>

Prese a giocherellare con la cerniera sul retro del mio abito lungo rosso che in quel momento fasciava le mie curve decisamente più abbondanti, facendomi intendere quali fossero le sue intenzioni.

Riunì ancora una volta le nostre labbra in bacio più appassionato, le nostre lingue si attorcigliavano ancora come tanto tempo prima, desiderosi l'uno dell'altra come se quei venticinque anni non fossero mai passati.

<<Bleah!>> una stridula vocina fin troppo conosciuta ci fece allontanare, ci voltammo e vedemmo Lily, la minore dei nostri figli, con un'espressione di disgusto e le braccia incrociate al petto, scena che ci strappò una grossa risata.

<<Ma ciao a te, piccola peste.>> Harry si avvicinò alla bambina e le passò una mano tra i capelli scompigliandoli, poi, la prese in braccio e i due si strinsero in un abbraccio che mi fece scoppiare il cuore dalla gioia e sciogliere come neve al sole <<Sai che sei anche più bella della mamma con questo vestitino?>>

<<Però la mamma è più alta.>> mise il broncio lei diventando irresistibilmente tenera.

<<Amore, la mamma indossa delle orribili scarpe con il tacco.>> prese a farle il solletico lui strappandole una risata <<E poi non è molto più alta di te, Lily.>>

<<Ehi!>> risi, colpendogli un braccio con uno schiaffetto <<Amore, hai visto tuo fratello e tua sorella?>>

La piccola scosse la testa, schioccai un ultimo bacio ad Harry e mi avviai alla ricerca dei miei ragazzi, ormai divenuti già grandi.

Non tardarono a presentarsi dinanzi a me, presi da una delle loro tante discussioni.

<<Serve a me la macchina dopo.>> urlò Zoe.

<<Fatti scarrozzare dal tuo stupido ragazzo, l'auto la prendo io.>> replicò Archie.

<<Ragazzi, per favore...>> ma le mie suppliche furono coperte dai loro toni di voce alterati.

<<Arrangiati, Archibald!>>

<<No, arrangiati tu.>>

<<Ragazzi!>> urlai io più forte, ponendomi tra di loro <<La macchina resterà qui, io e vostro padre alloggeremo in quest'hotel stanotte.>>

<<Ma mamma...>> si lamentarono all'unisono, sbuffando e scambiandosi varie occhiatacce.

<<Niente ma!>> li ripresi dura <<Andate a sedervi che ora arriva un'altra portata.>>

Senza obiettare o proferire parola, ci incamminammo verso il nostro tavolo. Lily era seduta di fianco alla babysitter ed Harry, accomodato in modo che potesse osservare tutti gli ospiti.

La serata stava procedendo davvero benissimo. Nell'aria c'era solo amore e felicità a riempire il cuore di tutti.

Tutt'a un tratto, Harry si alzò con un calice in una mano e un coltello in un'altra, e con quest'ultimo, colpí il bordo del bicchiere facendo risuonare il tintinnio che giunse alle orecchie di tutti, che si zittirono e voltarono verso di noi.

<<Grazie per l'attenzione.>> sorrise, riponendo gli oggetti sul tavolo <<Oggi è un giorno davvero speciale per me. Venticinque anni fa, quella donna bellissima mi ha detto 'si' e mi ha reso l'uomo più felice del mondo. Mi ha donato amore, serenità, complicità e tre splendidi figli, e loro quattro, sono diventati la mia unica ragione di vita.>> aggiunse, intanto che alcune lacrime presero a scivolare lungo le mie guance rigandole <<Sono qui per dirvi che se sono l'uomo che sono diventato, è solo grazie a te, amore mio. Tu hai dato un senso alla mia vita e l'hai completata regalandomi Zoe, Archie e Lily.>> riempì il calice di champagne e lo issò verso di me <<Ti ho amata, ti amo e ti amerò incondizionatamente. A Cassandra.>> urlò, e bevve dal bicchiere intanto che gli ospiti lo imitarono alla perfezione ripetendo le sue due ultime parole.

Le lacrime, oramai, erano divenute un flusso incontrollabile. L'unica cosa che riuscii a fare, senza spiccicare parola, fu quella di alzarmi e avvicinarmi a lui per stampargli un dolce bacio e stringerlo a me come se fosse la prima volta.

Avevamo entrambi gli occhi lucidi e il cuore che faceva le capriole. Si unirono anche i nostri figli e restammo intrappolati felicemente in quell'abbraccio per un lasso di tempo indefinito.

Era tutto perfetto.

Se c'è una cosa che ho imparato, una cosa che le persone ci dicono almeno una volta nella vita, è che al cuore non si comanda. Possiamo resistere all'amore tutto il tempo che vogliamo, possiamo negarlo, schernirlo, possiamo prendere decisioni drastiche che ci allontanano dalla nostra metà, ma alla fine, chi si ama trova sempre un modo per ritrovarsi. Perché si, alla fine l'amore trionfa sempre e non esiste finale migliore di passare tutta la vita accanto alla propria anima gemella.

The End.
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Night Changes ||Harry Styles||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora