Capitolo 9

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Tutto stava andando per il meglio a Elizabeth: era spensierata e soddisfatta di sé. Il lavoro le stava portando sempre più soddisfazioni e sicurezze e questo non fece altro che rasserenarla.
Una mattina, mentre la giovane era ancora addormentata nella sua piccola camera illuminata da caldi raggi di sole, una telefonata la fece sobbalzare: era John.

«Pronto John! Deve essere un vizio da queste parti chiamarmi mentre dormo.», rispose ridendo, alzandosi pigramente per aprire le finestre.

«Perdonami Eliza, ma per me le dieci di mattina fanno già parte del pomeriggio.»
Elizabeth poté sentirlo ridacchiare dall'altra parte della cornetta.

«So che sei molto impegnata, ma che ne dici di un'uscita stasera? Verrà anche Greg», propose allegro.

«Non mi ha detto nulla. Di che si tratta?»

«Sappiamo entrambi il tuo amore per l'arte e abbiamo pensato di invitarti a una mostra che si terrà a Buckingham Palace stasera alle 21. Che ne pensi?»

«Ne ho sentito parlare e penso sia un'ottima idea! Grazie mille John!»

«Allora a stasera!»

«A stasera!»

La ragazza, con un sorriso, terminò la chiamata, ignara di ciò che sarebbe successo di lì a poco.

* * *

Buckingham Palace era maestoso: Elizabeth perse il fiato alla vista del palazzo, visitato da lei per la prima volta, ma anche e soprattutto alla vista delle persone lì presenti. Donne e uomini di tutte le età, raffinati e sorridenti, si incamminavano verso l'entrata.

Tuttavia la ragazza era così distratta da quel luogo meraviglioso da non notare Greg arrivare alle sue spalle.

«Eliza!», urlò.

«Greg! Dannazione! Mi hai spaventata!»

«Era il mio obiettivo.», disse l'amico ridacchiando.

«Dov'è John?»

«Sta arrivando, farà un po' di ritardo. Tu invece mi sorprendi, non avrei mai creduto saresti venuta.»

«Per quale motivo non avrei dovuto esserci? Amo l'arte e poi l'evento di stasera è conosciuto in tutta Londra!»
Greg la osservò.

«Sai chi gestisce la mostra, vero?», sussurrò, quasi non volesse farsi sentire da nessun altro.

Elizabeth sgranò gli occhi, cambiando totalmente umore. Solo in quel momento vide i cartelloni all'ingresso, con il nome dell'organizzatore, o meglio, organizzatrice.
Iniziò a sentire il suo nome venire pronunciato da tutte le bocche lì presenti e desiderò con tutta se stessa di essere da qualsiasi altra parte, ma non lì.

«Nessuno mi ha detto fosse sua la mostra.», rispose stizzita.

«John è sempre il solito. Omette i dettagli più importanti. Ma stai tranquilla, ci sono tantissime persone... Di certo non ti vedrà.»

Elizabeth lo sperò con tutta stessa, ma sapeva che non sarebbe stato così.

Di lì a poco le porte si aprirono e, dopo l'arrivo di John, entrarono tutti e tre insieme: erano completamente meravigliati dalla quantità di opere pittoriche e scultoree lì presenti. Elizabeth cercò di nascondere il suo umore, per timore che ciò potesse rovinare la serata anche agli amici.

Mentre John e Greg discutevano, la ragazza camminava interessata per la galleria.
All'ingresso non vide nessuno, nemmeno lei: forse si era allontanata, forse non c'era; di certo sperava più nella seconda opzione, sebbene fosse anche certa della sua insensatezza.

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