Pensieri

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È buio.

Sto camminando lentamente per le stradine di una cittadina, i dettagli sono sfuocati.

Improvvisamente mi si para davanti un ragazzo, i suoi lineamenti sono confusi, come se stessi guardando il suo riflesso nell'acqua.
Aveva la pelle madreperla, come la mia.

Parliamo animatamente per un po', non mi ricordo chi era ma eravamo molto intimi.

A un certo punto mi ricordo che lui disse: -Mi dispiace-
Prese una torcia e la mia visuale si inclinò.
La calò su di me.

Mi svegliai di soprassalto.

Mi misi a sedere sul letto espirando profondamente con la bocca.

Una figura nera uscì in quel momento dalla finestra, richiudendola non come dietro di sé.
-Aspetta...- sussurrai,  mentre ancora i miei battiti cardiaci battevano all'impazzata.

Chiusi gli occhi, concentrandomi sulla respirazione in modo da rallentare i battiti del mio cuore.

Qualcuno aprì la porta della mia camera, molto probabilmente per aver udito i miei battiti veloci.

Un dito si posò sulla mia guancia, raccogliendo una lacrima.
Non mi ero accorta del fatto che stavo piangendo.

Aprii gli occhi, incontrando quelli color cremisi di Corin.
Il suo sguardo mi fece sentire meglio, come ogni volta che eravamo insieme.

Corin non mi chiese nulla e le fui grata dal momento che non riuscivo a pensare al sogno appena fatto figuriamoci a parlarne.

Mi diede dei vestiti che mi aveva comprato Gianna e prima di sparire dietro la porta mi disse che Alec sarebbe venuto a prendermi fra dieci minuti.

Contemplai i vestiti comprati da Gianna: non ci siamo proprio...

Mi aveva preso una di quelle felpe larghe con la tuta abbinata che andavano di moda adesso, piacerà anche a molta gente ma a me decisamente no.

Mi cambiai velocemente e poco dopo mi sedetti sul letto ad aspettare Alec.

Era appena il secondo giorno e già due volte mi ero svegliata con uno stalker che mi osservava nel sonno.

Ma chi poteva essere? Accidenti alla supervelocità vampiresca.

Come già fatto il giorno precedente esclusi Aro, anche Sulpicia e Atenodora visto che stavano costantemente nella torre.
Nemmeno Corin poteva essere altrimenti sarebbe rimasta con me e poi era venuta due minuti dopo in camera mia a controllare che stessi bene.

Avevo escluso quattro vampiri. Ora me ne mancavano ancora circa una ventina da analizzare.

In quel momento Alec fece capolino dalla porta.
L'aspetto era quello di un giovane tredicenne, le labbra rosse e vellutate come una rosa.

Senza dire niente mi scortò da Gianna a fare colazione.
Alla presenza di Alec, Gianna era lenta e silenziosa, timorosa della sua presenza.
Se la mia presenza fosse stata permanente a Palazzo Priori avrei dovuto chiedere di avere Alec come guardia del corpo.

Presi un muffin dal vassoio sul tavolo e lo contemplai.
Era leggermente caldo, di sicuro appena sfornato.

Poteva essere Alec il vampiro che mi osservava durante il mio sonno?
Lo guardai con la coda dell'occhio, sperando che non mi notasse.

Era vestito di un grigio più scuro rispetto agli altri vampiri, perciò, ripensando ai miei confusi ricordi poteva essere lui.

Mi diedi della stupida per non averci pensato prima.

Mangiai in fretta il muffin e seguii Alec lungo i corridoi labirintici di Palazzo Priori.

Entrammo in quella stanza definita: "palestra". Era una grande stanza rettangolare, abbastanza spoglia.

Pensavo di trovarmi circondata da una trentina di vampiri come il giorno prima ma la trovammo vuota.

-Dove sono tutti?-
-Oggi ci alleneremo solo io e te- disse sorridendo.

L'aspetto positivo era che non ci fosse Jane. A me andava bene tutto purché quella vampira non fosse presente.

L'allenamento fu duro e faticoso come il giorno precedente.
Non riuscivo a creare un vero e proprio scudo, ma riuscivo a distrarre il vampiro cambiando il suo stato d'animo.

-Siete sicuri che abbia il dono dello scudo mentale? A me non pare proprio- dissi mentre mi aiutava ad alzarmi dopo essere stata sopraffatta dalla sua nebbia.
-Non ne ho idea, ma la tua sola presenza rende tutti più felici- rispose lui, accennando un sorriso.

Che dono inutile, mi uccideranno subito.

Alec mi accompagnò fino alla mia stanza.
-Se hai bisogno sono qui fuori- mi disse, sorridendo.
-Grazie- dissi, chiudendo la porta.

Ok Giada, questo è veramente strano.

Presi il cambio che Gianna mi aveva lasciato sul letto e solo in quel momento notai che la mia camera comunicava con un'altra stanza.
La porta era seminascosta in un angolo per questo non l'avevo notata subito.

Aprii la nuova porta trovandomi in un piccolo bagno di marmo.
Decisi di farmi una doccia per distendere i muscoli contratti dall'allenamento.

Nonostante fosse stato un allenamento mentale a volte contraevo involontariamente dei muscoli, che ora giustamente protestavano doloranti.

Una volta uscita dalla piccola doccia mi avvolsi nel telo e osservai i vestiti: più tardi a cena avrei dovuto dire un paio di paroline sul riguardo a Gianna.

Angolo autrice:

Ciao a tutti! Come state? Cosa ne pensate della storia? Spero di non aver messo troppa carne al fuoco per un capitolo...
A presto!
Luce di diamanti 💎

Il mio viaggio a Volterra Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora