Scoperta

288 9 4
                                    

Ritornai da Valentina, questa volta più sorridente.

-Che è successo?- domandò quella.
-Niente di che, ho solo capito che stavo sbagliando-

Restai a osservare Valentina che lavorava per tutta la mattina, era facile fingere con lei... la sua unica presenza mi rendeva felice.

Ero lieta che gli allenamenti fossero stati interrotti anche perché non credo li avrei ancora sopportati.

Verso quasi l'una Valentina tirò su la testa dalle scartoffie.
-Andiamo a pranzare?- mi chiese.
-E lo chiedi anche?- risposi allegramente.

Valentina mi guardò un po' stralunata, non si era ancora abituata al mio cambio d'umore.
Presi la mia fedele giacca dallo zaino e quando arrivammo all'uscita trovammo ad aspettarci Felix.

Era vestito come se fossimo in Siberia: solo una piccola porzione di viso si intravedeva da sotto il cappuccio.

Valentina gli passò di fianco e aprì la porta, uscendo all'esterno.
Io indugiai ancora un momento guardando Felix confusa prima di seguire Valentina.

L'aria all'esterno era tiepida: il sole splendeva alto nel cielo.
Pranzammo con qualche tramezzino in un piccolo bar non lontano da Palazzo Priori, scorsi in lontananza all'ombra la figura di Felix.

-Che sta facendo?- chiesi a Valentina, indicandolo con la testa.
-Ci sta tenendo d'occhio- disse a bassa voce.
-Oh- improvvisamente non avevo più voglia di mangiare.
-E perché? Dove pensa che possiamo andare?- chiesi anch'io sottovoce.
-Aro vuole controllarci, per vedere se spifferiamo qualcosa-

Cominciai a bere tanta acqua, come facevo quando ero nervosa.
Magari nella mia vecchia vita bevevo sangue quando ero nervosa.
Scacciai via il pensiero, inorridita da me stessa.

Non restammo lì ancora per molto, tre quarti d'ora dopo eravamo già tra le spesse mura del Palazzo dei Priori.
Mi feci coraggio e decisi di staccarmi da Valentina.

Dopo qualche passo incerto, cominciai a dirigermi verso la biblioteca.
Leggere mi avrebbe aiutata ad estraniarmi dalla realtà.

Entrai nella biblioteca, sembrava che non ci fosse nessuno...
Mi guardai intorno: che cosa avrei letto?

Presi il primo volume che trovai su una mensola alla mia sinistra, non guardai nemmeno in quale sezione ero finita.
Feci per andare a rintanarmi nella mia stanza quando un vampiro mi si parò di fronte a me.

Alzai lo sguardo incrociando gli occhi rossi di Marcus.
Improvvisamente ero diventata più rigida di un mattone.
Marcus mi sorrise e io feci lo stesso, sperando che non mi baciasse.

Per mia fortuna, indicò con il mento il mio libro e disse: -Non sapevo che ti piacessero i testi sacri-
Spostai il mio sguardo sul libro, accorgendomi solo in quel momento di aver preso un testo antico scritto in latino.

Cercando di nascondere la mia sorpresa risposi -Mi piace interessarmi a cose nuove-
-Ti ricordi come si legge?-

In che senso?

Poi realizzai. Le case di terracotta, gli abiti strani... ero morta più di mille anni fa, doveva essere la mia lingua madre il latino. Eppure, non riuscivo a scorgerci nulla di familiare nelle parole.

-Io sì, e comunque me la caverò- dissi uscendo dalla biblioteca.
Notai il suo sguardo triste e scosso, quando lo avevo ignorato... non stavo fingendo bene.

Camminai tenendo lo sguardo incollato sul libro, stavo cercando di tradurre...

A un certo punto andai a sbattere contro qualcosa di duro e caddi a terra.
Il libro mi cadde dalle mani e finì sul pavimento, poco lontano da me.

-Dovresti guardare dove vai, non credi?-
Rivolsi il mio sguardo accigliato verso il bellissimo Demetri.

I capelli biondi scuro erano fissati con del gel, aveva lo sguardo divertito.
Presi il libro e ignorai la mano di Demetri, che voleva aiutarmi a rialzarmi.

Riuscii ad alzarmi da sola e mi allontanai per il corridoio.
Demetri sembrava farlo apposta, non avevo capito quale dono possedesse ma di sicuro era sempre presente nei miei momenti più umilianti.

Incrociai Caius poco più avanti, stranamente il suo sguardo non era arrabbiato, e la cosa mi stupì.
Il volto era in una posizione neutra, in modo da non tradire nessuna espressione.

-Aro vuole vederti- disse semplicemente prima di allontanarsi.

Mi diressi verso lo studio di Aro, sperando di non perdermi e di non incontrare di nuovo Demetri.

Feci per bussare alla porta dello studio ma Aro aveva già aperto.
-Giada, entra-

Come al solito ci sedemmo ai soliti posti, io sulla sedia e lui sulla poltrona dietro l'elegante scrivania.

Il silenzio ci avvolgeva come una coperta e mi rilassai, lasciando cadere i muscoli delle spalle.

-Giada, io e Caius abbiamo parlato a lungo e siamo giunti alla conclusione che dobbiamo trasformarti-
-Trasformarmi?- chiesi con un sussurro.

Sapevo già di essere stata una di loro, e l'idea di ritornarci proprio non mi convinceva.
Deglutii, non riuscendo a guardare Aro.

-Sì, solo così potrai recuperare i tuoi ricordi, e potremo vivere per sempre come una famiglia felice-
Sapevo di non avere scelta, i modi gentili di Aro erano veramente insopportabili.
Le opzioni erano accettare o accettare.

Ripensai a Lorenzo, solo a Milano.
Nonostante il mio silenzio da quasi un mese potevo supporre che fosse felice del fatto che avessi trovato una scuola che mi piaceva, ma cosa sarebbe successo se avesse scoperto la verità?

Angolo autrice:

Ciao a tutti! Ecco qui il nuovo capitolo, scusate il ritardo ma questa settimana sono stata molto impegnata.
Giada è stata una buona attrice?
Sarà pronta a ritornare una vampira?
A presto,
Luce di diamanti 💎

Il mio viaggio a Volterra Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora