I miei genitori sono andati a lavoro da circa un'ora e io sto giocando con i miei capelli da circa venti minuti. Sono esattamente le cinque, tra poco arriverà Harry, così decido di darmi una sistemata allo specchio. Sistemo i miei leggins sulle mie gambe, togliendo qualche grinza che si era venuta a formare. Passo le dita tra i miei lunghi capelli mossi e tiro in basso la leggera maglietta a maniche lunghe. Faccio un giro su me stessa e sorrido al mio riflesso; oggi sono felice.
Prima che possa pensare ad altro, sento il campanello di casa mia suonare. Abito in una villetta a schiera, in una zona molto tranquilla, in cui la gente oltre ad essere onesta è molto gentile. Allungo la mano sinistra per aprire il portone, dato che lo specchio è esattamente a sinistra dell'entrata, e un Harry identico a stamattina mi compare davanti. I suoi capelli sono letteralmente troppo lunghi e lui è tremendamente imbarazzante.
"Uhm, ciao Mia." Mi saluta.
"Ciao Harry," lo saluto spostandomi dall'ingresso, in modo da farlo passare. "Entra pure."
"Grazie," dice annuendo e posando la sua borsa a tracolla a terra. "Hai una casa molto carina."
Rido. "Già, lo è."
"Allora, credi di potermi aiutare?" Mi chiede, togliendosi il giubbotto e poggiandolo sopra il divano.
"Ovviamente posso," dico con tono ovvio. "Ma ti avverto che ci vorrà del tempo e dovrai sforzati anche tu."
"Sono abbastanza intelligente da averlo già capito." Mi risponde alzando le spalle.
"Certo che lo sei," dico ridacchiando. "Vieni in camera mia."
Inizia a diventare nervoso, le mani si toccano tra di loro e il peso del suo corpo va da un piede all'altro. "Uhm, io, ecco..."
"Cosa c'è?" Chiedo corrugando le sopracciglia.
"Io sono uhm.. vergine." Mi dice arrossendo e io divento ancora più confusa di prima.
"D'accordo, e quindi? L'avevo più o meno capito." Dico.
"Io non- Io non voglio fare sesso con te adesso." Mi dice tutto d'un fiato abbassando maggiormente la testa.
Alzo gli occhi al cielo e scoppio a ridere. "Non voglio toglierti la verginità."
"E allora cosa vuoi fare?" Mi domanda.
"Parlare come due persone civili?" Chiedo retoricamente.
"Uh, d'accordo." Mi dice e mi segue verso le scale per andare in camera mia.
Mi giro un attimo per vedere se mi sta seguendo e lo vedo esattamente dietro di me mentre fissa le mie gambe. "Ecco, è già qualcosa." Dico sorridendo.
Lui alza subito lo sguardo sul mio viso. "Io non ti stav-,"
"Lo stavi facendo, e penso sia una cosa positiva, a meno che tu non sia gay." Dico sospirando.
"Non lo sono." Mi dice arricciando le labbra.
"Più uomini per me." Mormoro e lui ridacchia.
Apro la porta della mia stanza - che è quella più in fondo del corridoio del primo piano - e mostro soddisfatta il mio arredamento al ragazzo dietro di me.
"Sono un ragazzo, non mi piace il lilla." Mi dice smontando i miei castelli.
"Avrei preferito fossi gay, allora." Dico imbronciandomi.
"Tutto sommato è carina, ma la tua cabina armadio è qualcosa che non capirò mai, hai davvero così tanti vestiti che ti serve addirittura una stanza?" Mi chiede.
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Shifting ➳ [h.s]
FanfictionLe sue labbra passano sul mio collo, lasciando baci su tutta la mia zona sensibile. Il suo respiro caldo picchietta su di me, mentre io faccio grandi respiri per cercare di calmare il calore nel mio corpo. La sua mano sfiora l'orlo del mio vestito e...