Capitilo 1

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Capitolo 1

<va bene ragazzi,
  La lezione è terminata,
  Finite il capitolo per la prossima
  lezione e preparatevi perché la
  prossima settimana interrogo,
  Ci vediamo mercoledì> disse la professoressa uscendo dall'aula
<va bene prof.
  Arrivederci> dissero in coro i miei compagni uscendo anch'essi dall'aula.

Finii di posare le mie cose all'Interno dello zaino ed anch'io, come i miei compagni uscii dalla classe.

Cominciai ad avviarmi verso casa, ma non molto lontano dalla scuola vidi mio padre;
"Che cosa ci fa lui qui" pensai,
pochi giorni prima mi aveva detto che sarebbe stato fuori città qualche settimana per lavoro, che sia tornato prima? Anche se fosse, perché è venuto fino a scuola?
Non gli era mai importato e non lo aveva mai fatto

<che ci fai qui? > chiesi perplessa.

Solitamente è normale che un padre vada a prendere la propria figlia a scuola, ma quello non era il mio caso.

<devo parlarti> rispose lui
<dimmi sentiamo> dissi io
<ci trasferiamo > disse lui
<Cosa?!
  Dove dovremmo andare?!>domandai
<andremo a New York> rispose
<Aspetta che?!
  Perché dobbiamo andare così
  lontano!? > dissi io irritata
< È per questioni lavorative,
   Arrivati li ti spiegherò tutto> disse lui
<io non ci vengo> gli risposi
<e invece verrai,
  Non posso lasciarti qui sola! > disse lui
<non vedo dove sia il problema dato che lo fai sempre! > esclamai io
< Tu verrai,
   Che a te stia bene oppure no! > disse lui
<adesso va a casa a preparare le valigie > continuò lui
<come?
  Così presto?! > domandai io ancora più irritata
<si, partiamo questa sera e prendi solo
  gli oggetti alla quale sei più legata,
  li c'è già tutto e per quanto riguarda
  lo studio c'ho già pensato io ad
  iscriverti in una nuova scuola>
rispose
Io non dissi nulla e tornai a casa.

Non potevo crederci,
Non mi degnava mai di uno sguardo ed era sempre fuori per via del suo lavoro ed ora di punto in bianco viene a dirmi che ci stiamo trasferendo in un altro continente.

Magari a qualcun altro sarebbe anche piaciuta l'idea di andare a vivere in una grande città come New York ma non a me, non voglio andarmene, mi piace vivere qui in Italia, anche se non ho ne amici ne familiari non voglio andare via e poi le grandi città non mi erano mai piaciute ma a quanto pare non avevo altra scelta.

Tornai a casa, fortunatamente mio padre non era ancora tornato.

Ad accoglierli alla porta come ogni volta fu il mio cane, Bach, un Cocker spaniel di tre anni, attualmente il mio unico amico.
Gli feci qualche carezza sul dorso e andai in camera mia.
Appena entrai nella stanza lanciai lo zaino in un angolo della stanza e dopo che Bach entrò nella stanza chiusi la porta lui salì sul letto e si accucciò li.

Presi la valigia e ci infilai dentro tutto ciò che mi sarebbe potuto tornare utile.

È la seconda volta che ci trasferiamo improvvisamente così lontano;
quando ero piccola vivevamo in Giappone, li eravamo felici ma...
dopo la morte improvvisa di mia madre la situazione cambiò e dopo pochi mesi io e mio padre ci trasferimmo in Italia.
Non ho molti ricordi legati al Giappone, ero piccola e non mi ricordo quasi nulla e mio padre non me ne parla mai, anzi, a dir la verità non mi parla proprio, sta sempre fuori  città e quando c'è a mala pena mi rivolge la parola, non so perché si comporti così e chiederlo sarebbe inutile, c'ho già provato più volte ma niente.
Non so perché ma ho come la sensazione che dietro a tutto questo ci sia qualcosa di losco,
solitamente per traslocare ci vuole del tempo, soprattutto se si deve cambiare stato eppure lui da un giorno all'altro è riuscito a fare tutto, 
che stia progettando tutto ciò da tempo?
Anche se fosse, perché viene a dirmelo solo adesso, a qualche ora dal volo, è anche vero che non mi rivolge quasi mai la parola ma sono pur sempre sua figlia... avrebbe anche potuto avvisarmi prima.
Non so se davvero c'è qualcosa sotto, ma se è così allora lo scoprirò.

Chiusi la valigia e mi sedetti suo letto vicino a Bach e guardando la stanza, ormai spoglia, per l'ultima volta.
<e così ce ne andiamo di nuovo > dissi tra me e me coccolando Bach.

Non molto tempo dopo sentii la porta di casa aprirsi, mio padre era tornato.
<Daria sei pronta?
  Dobbiamo andare > urlò mio padre dall'altra parte della casa.
<si, arrivo> risposi io svogliata.

Presi la valigia e seguita dal mio cane andai all'ingresso e feci entrare Bach nel suo trasportino.
Mi girai e guardai la casa per l'ultima volta
<forza muoviti > disse mio padre
Io gli rivolsi un'occhiataccia ed uscii di casa.
Trenta minuti dopo arrivammo in aereoporto per fare lo scalo a Roma per poi da li andare a New york.

Dopo aver imbarcato i bagagli anche noi salimmo sull'aereo.

Posai il trasportino di fronte a me e guardai dal finestrino le luci della città che piano piano si allontanavano sempre di più.

<potresti anche farlo un sorriso,
  non ti sto mica portando al macello!>
Disse mio padre
<quella alle nostre spalle è casa mia,
  non New York! > risposi io senza degnarlo di uno sguardo.

Quello che non sapevo però è che mi stava realmente portando al macello, questo viaggio stravolgerà la mia vita per sempre.

ANGOLO AUTRICE

Ed ecco qua il primo capitolo.
Questa volta ho cercato di descrivere un po' meglio la storia dei personaggi,
anche se ancora di cose da dire ce ne sono un bel po' ma ogni cosa al suo tempo.
Intanto spero che stiate bene e che questo primo capitolo migliorato vi sia piaciuto, per ora è ancora un po' piccolino ma le cose cominceranno ad evolversi più in la.
E niente ci vediamo nel prossimo capitolo
Sayonara❤

 

Kōri no kunoichi~tmntDove le storie prendono vita. Scoprilo ora