Chapter 2: le prime informazioni

19 3 8
                                    

Nonna Mary appena mise piede nell'aereo avvertì una strana sensazione e un particolare mix di emozioni. Partendo dalla malinconia dei viaggi, non viaggiava da molto tempo, fino ad arrivare alla paura di non potercela fare. Aveva paura che arrivata a New York non sarebbe riuscita a risolvere i casi che suo nipote le avrebbe proposto, paura di fallire ecco. Certo era una donna egocentrica, solare e del giudizio altrui non le importava, ma era comunque una persona con delle paure da dover affrontare.

Seduta al suo posto, 7B, prese le auricolari dato che sarebbe stato un viaggio lungo face partire la playlist "MI FA VOLARE". Durante il volo ci furono varie scosse lievi che fecero preoccupare il Dottor Chealsy ma non l'anziana che lo prese in giro.

L'atterraggio fu abbastanza turbolento ma senza complicazioni particolari.

Uscita dall'aeroporto notò la nebbia fitta e il sole che picchiava dritto negli occhi e l'accecava. L'abbaiare del cane la risvegliò riportandola alla dura realtà.

La bellezza della città l'aveva incantata esattamente come era successo l'ultima volta che si era ritrovata dall'FBI per un altro caso, che fortunatamente, per la sua salute mentale, era riuscita a risolvere.

Davanti alla sede dell'FBI era presente la tipica strada newyorkese, alquanto trafficata. Una serie di taxi, auto, biciclette, moto e chi più ne ha più ne metta. Una banca con all'entrata colonne in stile corinzio in marmo bianco, una serie di condomini e hotel alti decine e decine di metri. Gente ovunque, sia vestita con cappotti, scarpe e abiti di alta moda, sia gente vestita in ciabatte e pigiama.

L'entrata della sede a cui lei sta andando è moderna, molte finestre quadrate, colonne cubiche semplici, struttura molto estesa con una serie di scalinate iniziali di cemento armato come colonne e mura. L'interno aveva apparecchiature avanzate, scalinate bianche, una serie di uffici apparentemente di una quantità infinita, sei piani di cui uno (ovvero l'ultimo) riservato per conferenze e indagini particolarmente importanti e pericolose. Più si saliva di piano più i casi divenivano complicati e pericolosi.

Lei dovette salire all'ultimo piano, dicerto non era un caso semplice e nemmeno poco pericoloso ecco perché l'avevano chiamata. Poche volte le veniva chiesto di svolgere e risolvere casi e quelle erano sempre state con casi difficili che andavano da serial killer a stupratori di ragazzine e ragazzini.

-Scusami, sai dove posso trovare l'agente De Lucas?- chiese lei mentre veniva raggiunta dal dottore e il suo adorato animale domestico.

-Certo ma può dirmi chi è lei? Non potrebbe nemmeno salire a questi piani o su un qualsiasi piano-rispose con più calma possibile la ragazza a cui si era riferita.

- Manco fossi una terrorista. Comunque sono sua nonna mi ha chiamato per un caso, da queste parti non sanno mai che fare e quindi rompono il cazzo a una povera vecchietta, educata e gentile come me.- Sputò acida con una noce di sarcasmo nella voce.

-Oddio! ma quindi lei è la signora che noi stavamo aspettando! Non sapevo chi fosse finché non è presentata. Mi scusi tanto, la guido subito verso l'aula della conferenza a cui deve essere presente.- esclamò con un po' troppo entusiasmo per i gusti dell'anziana.

- Chiariamoci, primo, sono signorina e non signora; secondo, prima che lei lo chieda lui è il Dottor Chealsy ed è il mio assistente; terzo, so che posso entrare solo io nella sala quindi se può essere così gentile da far compagnia al dottore mi fa un enorme favore. Sa, se può tenere d'occhio sto qua altrimenti fa fare una brutta fine al cane, lo conosco fin troppo bene.- Detto ciò girò i tacchi ed entrò nell'aula lasciando la ragazza, il dottore e persino il cane di sasso.

Entrò senza bussare sbuffando facendo girare verso di lei una trentina di persone che apparentemente la stavano aspettando. Il nipote si fece scappare un respiro di sollievo notando che la persona entrata in stanza fosse colei di cui avevano tutti bisogno.

-Adesso che siamo al completo posso iniziare a darvi le informazioni, anche se poche, che abbiamo.- dichiarò con immensa felicità l'agente.

-Vi conviene sia un caso importante, non sono qua per niente e cercate di non farmi arrabbiare. Agente, può continuare- disse sedendosi con un tonfo su una sedia a fianco di un uomo, sulla quarantina che odorava di tabacco e sudore. Uno schifo insomma.

-Iniziamo allora. Abbiamo trovato una scena del crimine già analizzata circa 2 settimane fa con nessun indizio, tranne per un sacchettino di droga trovato da uno dei nostri cani in un angolino del luogo. L'assenza del corpo, la presenza di petali neri e tulipani neri a terra ci ha fatto pensare all'imitazione del caso "Il Killer di Isaac Levy". La presenza di una tale quantità di sangue sulla scena ci ha fatto decisamente pensare che la vittima sia morta. Il sangue sulla scena ha riscontrato, tramite delle analisi, il sangue di una diciannovenne del Nevada, Leila Volp, scomparsa 2 mesi fa e data morta al momento della scoperta delle analisi. Prima di questa vicenda abbiamo trovato altre 2 serie del crimine già analizzate con gli stessi indizi, tranne per il fatto che ogni volta al sorgere di una scena nuova troviamo più oggetti. Nella prima c'era solo sangue; nella seconda sangue e arma del delitto; nella terza sangue, arma del delitto e droga. L'arma del delitto è un arpione da pesca, pensiamo lo abbia usato per colpire ripetutamente la vittima sul cranio, ma non ne avremo la certezza finché non troveremo i corpi.- prese un sospiro dopo aver raccontato con calma le prove e gli indizi presenti.

- Jace-iniziò per puoi ricomporsi tossicchiando - Mi scusi Agente De Luca, di che droga si tratta, cosa accomuna le vittime e devo sapere altro?- chiese con contegno nonna Mary.

- La droga era Ecstasy o Mdma, pensiamo sia stata usata per drogare le vittime provando insonnia anche se potrebbe causare anche aggressività, cosa accomuna le vittime dobbiamo ancora capirlo e questo è uno dei motivi per cui ti abbiamo chiamato. E si c'è una cosa ancora che devi sapere; ogni volta che andavamo su una scena già esaminata non c'era mai il corpo come ho detto ma neanche un minimo indizio come un capello, mai- fece una pausa come se avesse finito di parlare, ma improvvisamente il viso si illuminò ricordando un'ultima cosa da annunciare.

-Ah! mi stavo per dimenticare, una chiamata anonima, prima, ci ha fatto una soffiata dicendoci di un deposito che potrebbe essere un'altra scena del crimine. Stanno cercando di rintracciare la chiamata, potendo essere il killer, per ora però andiamo al deposito e vediamo se la soffiata è reale o una farsa.- sospirò l'ultima parola l'agente.

- Certo, ma prima io vado a mangiare qualcosa che non mangio da ieri sera e dato che sono le 2 di pomeriggio vorrei ingerire qualcosa prima.- disse imponendosi la nonna.

Uscì dall'aula tornando dal dottore e camminando fuori dalla sede gli raccontò tutto quello che nella riunione aveva scoperto, ma tendendosi per sé le sue opinioni e le sue ipotesi. Si incamminarono verso il primo ristorante per mangiare e bere, già che c'erano raggiunsero l'hotel per cambiarsi indossando pantaloni comodi, maglietta e bombetta. Strano ma vero con colori neutri ed eleganti. Prese dalla valigia la sua lente di ingrandimento, macchina fotografica, giubbotto dell' FBI (lavorando per loro ovvio che l'aveva), metri e occhiali da vista, indossò le scarpe più comode che aveva, uscì di casa col cane al guinzaglio sulla sinistra e il dottore sulla destra con orologio da taschino e un monocolo all'occhio. Entrarono nella pattuglia sotto casa loro e svettando tra le strade nebulose di New York, con a fianco suo nipote, si diressero verso il deposito.

NOTA AUTRICE

Bella a tutti sono tornata! Spero sia di vostro gradimento, la vicenda ha inizio chissà cosa succederà.

Come avevo anticipato sarà sempre meno comico da adesso dato che la vicenda e le indagini iniziano. Buona lettura

IL TULIPANO NERODove le storie prendono vita. Scoprilo ora