1. silenzio

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Il silenzio. Una stupida cognizione dello spazio. Trasportatore di pensieri, di sentimenti e di emozioni. Portatore di verità e di lacrime. E Abby lo sapeva bene.

É sempre stata una grande sostenitrice del silenzio, perché sapeva, che in qualche modo, lui era capace di lasciarle i suoi spazi. A contrario di ciò che faceva la madre.

Abby viveva un un "buco di culo", a detta sua. In realtà abitava in una piccola città poco distante da Londra, assieme alla madre e al fratello di 11 anni, Mike. Suo padre li aveva abbandonati tanti anni fa (quando Mike era appena nato) per una collega di lavoro o robe simili, non glielo avevano mai detto, o forse era Abby a non volerlo mai sapere. Non si ricordava di lui. A mal la pena sapeva il suo nome. Aveva solo 7 anni quando vide, appoggiata allo scalino della scala di legno, la madre piangere in cucina e il padre andarsene via con le valige. 'Tornerà presto' le ripetevano le persone attorno.
'Cazzate' pensava lei.

La madre ha sempre cercato di rendere felice la propria bambina, come ogni genitore per il resto, ma a contrario delle altre madri lei cercava fin troppo la felicità di Abby. La voleva rendere ciò che lei non era mai stata. Poca vita sociale. "Non riavrai il tempo sprecato alle feste" era solita sentirsi dire.

Quindi era costretta a impiegare tutto il suo tempo sullo studio (oltre che ai corsi di scacchi, matematica, spagnolo, allenamenti di tennis e coro della chiesa) e poteva frequentare solo una cerchia ristretta di amici. La madre era anche molto protettiva verso il figlioletto. Non lo portava quasi mai al parco e gli concedeva solo pochi giocattoli. Era un bambino particolare. Mike. Molto nel suo mondo. Capace di dedicarsi sopratutto alle piccole cose. Con un gran cuore riusciva a portare gioia e allegria nella particolare famiglia in cui viveva. Alcuni dottori gli avevano diagnosticato una lieve forma di autismo, ma la madre non lo aveva mai accettato. Ha sempre fatto finta di nulla cercando di sviare l'argomento appena saltava fuori.

Quindi l'unica cosa che riusciva a salvare Abby era il silenzio. La salvava dalle urla della madre. La salvava dalle infinite ore di cartoni e storielle di Mike. La salvava dai libri di matematica, dall'insegnate di spagnolo, per la quale non era per niente portata. La salvava dagli assoli delle canzoni in chiesa. Il silenzio era ciò che la aiutava staccare la spina. Era quella cosa essenziale che indirettamente riusciva a tenerla ancora in vita (sempre se possiamo fare i tragici).

Abby non era come quelle stonzette della sua classe. Abby non aveva mai baciato nessuno, non aveva mai fumato (apparte quella volta in montagna a 14 anni assieme al cugino Charlie). Abby non era mai stata fidanzata con qualcuno e ha sempre avuto pochi amici maschi. Abby non ha mai fatto ciò che di norma sono soliti fare gli adolescenti. Ma se vogliamo proprio metterla così possiamo dire che i comuni adolescenti non sono soliti fare ciò che Abby invece faceva da sempre: essere un padre per se stessa.

***

La nostra storia inizia proprio nel silenzio, quello di una mattina di primavera. Una sabato precisamente. Davanti al giardino della scuola della nostra protagonista, la quale abbastanza assonnata, stava ripassando matematica seduta nella panchina vicino al suo albero preferito, che le donava ombra quando ne aveva bisogno e che, con il fruscio del vento nelle foglie, era solito intrattenerla quando stava da sola.

In quella mattinata del 19 maggio il vento era diverso dal solito, era un vento cupo e minaccioso. I suoi capelli si spostavano da una parte all'altra senza interruzione, entrandole ogni tanto anche in bocca e le pagine del suo libro si muovevano costantemente, impedendole di leggere il suo contenuto.

"fanculo l'algebra" disse chiudendo rapidamente il suo volume di esercizi e infilandolo velocemente nel suo zaino.

Iniziò a fare freddo così decise di spostarsi all'interno della struttura scolastica il più velocemente possibile, avendo anche dimenticato la giacca nell'auto della madre.

Il caos nel tuo silenzio | Louis PartridgeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora