2. amore

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Che cos'è l'amore? Abby se lo era sempre chiesto. Nel suo silenzio rifletteva anche su questo. A volte.

Le avevano insegnato, fin da piccola, a intenderlo come un sentimento di simpatia e un profondo affetto, ma da un po' di tempo a questa parte non era sicura di questa definizione.

Da piccola chiedeva sempre alla sua mamma come si potesse dimostrare l'amore ma era solita non ricevere mai una risposta se non un "avrai tempo per rispondere a questa domanda, quando sarai grande".

Solo a 15 anni Abby capì che la madre non le aveva mai risposto perché non ne era capace. Era a conoscenza del carattere della donna che viveva con lei e, crescendoci insieme, era riuscita a comprendere a poco a poco il lato sensibile della madre, il quale però mostrato solo in casi di particolare importanza.
Dopo la rottura con il marito, sua madre non era mai uscita con altri uomini e, decidendo di dedicarsi alla vita dei suoi figli, non era riuscita a godersi a pieno la sua vita e quindi a non capire come diffondere amore.

Ma come si trasmette un qualcosa che non si ha mai provato?

Certo, Abby voleva bene a Mike. Con tutto i suo cuore. E anche alla madre. Più o meno. Ma non era sicura di amare nel modo giusto. O meglio. Non era sicura di saper amare. Aveva bisogno di qualcuno capace di spiegarle la teoria o cose simili.

***

Era un venerdì. Abby aveva appena salutato l'arrivo di un nuovo giorno.

'Di merda'.

Il flebile sole oltrepassava i vetri di camera sua con grande facilità, creando giochi di luce nella parete di fronte.
Si alzò velocemente sperando di non trovare ancora in casa la madre. Non voleva di certo litigare di prima mattina e rovinare un giorno promettentemente silenzioso. Si vestì rapidamente e prese lo zaino, il quale era appena stato riempito dai vari libri che successivamente le sarebbero serviti.

Scese rapidamente le scale dopo aver infilato le scarpe ed essersi truccata e, per sua grande sfortuna, trovò la madre seduta al tavolo della cucina.

Abby si avvicinò velocemente al frigorifero in cerca del suo yogurt, cercando di non avere contatti con la donna. Non voleva di certo "disturbarla durante la meditazione mattutina".
Prese l'occorrente per la sua colazione e si allontanò cercando di non farsi notare. Solo a pochi passi dalla porta venne fermata dalla voce acuta della madre.

"Non si saluta più? Non ti ho insegnato le buone maniere?"

"buongiorno spero tu abbia una belllissima giornata" disse Abby con una voce stridula e uno dei suoi sorrisi più falsi, rivolgendo un lieve sguardo alla madre per poi rivolgersi nuovamente verso la porta ma venne interrotta ancora dalla voce acuta.

"Ho un'appuntamento questa sera" le disse con indifferenza.

La giovane Abby si voltò e osservò la figura della donna a pochi metri da lei.

Era sconvolta, certo. Non si sarebbe mai aspettata una cosa del genere da SUA madre. Sapeva che la donna non aveva più frequentato nessuno, giusto qualche amicizia ma niente di che e che un giorno, a caso, decidesse di avere un appuntamento la spiazzava ancora di più. Ma dopotutto non erano affari suoi.

Non sapeva che rispondere. La situazione la metteva in agitazione anche a causa dello sguardo della madre che le bruciava addosso.

"Sono contenta per te" riuscì a dire.

"Mi sa che dovremmo saltare per oggi le nostre guide del venerdì sera" si sentì rispondere.

Abby infatti ogni venerdì si esercitava assieme alla madre alla guida. Avrebbe avuto il test pratico per la patente tra qualche settimana e di certo non poteva deludere la donna che si era gentilmente offerta di farle fare pratica.

Il caos nel tuo silenzio | Louis PartridgeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora