21.

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-Guardate chi è tornata!- urlai entusiasta. Kenma mi corse in contro, stringendomi tra le braccia, affondando il viso tra i miei capelli. I suoi occhi ambrati erano umidi e molto lucidi, con il contorno arrossato come la punta del naso. Prima di alzare il viso tirò su con il naso, prese le mie guance e ci stampò un caldo bacio, allontanandosi poi da me. -Ma che succede...? Perché quelle facce...- Ukai, sbucato da chissà dove, venne verso di me, stringendomi con la stessa intensità con cui mi aveva stretto Kenma. -Vedi T/n, noi sappiamo quanto tu ci tenga a Sugawara- -Perché...? Ora cos..- feci una pausa -Gli è successo qualcosa...?- Ukai incrociò il mio sguardo con occhi languidi. -Lui è in coma ora-.

Sentii il vassoietto con i dolci cadermi dalle mani. Una morsa mi strinse il petto. Mi portai una mano lì, stringendo il tessuto del top. Rivolsi lo sguardo, ormai appannato dalle lacrime, a Suna in cerca di un aiuto. Volevo sentirmi dire che non fosse vero, doveva smentire quella notizia, lui che mi aveva sempre fatta stare meglio...volevo che mi aiutasse anche questa volta. Ma si gettò solo su di me, in ginocchio nel punto in cui mi ero accasciata. -Piangi, ti fa bene- quasi come se il mio corpo obbedisse a lui, le lacrime aumentarono. Scendevano calde e salate, rigando le mie guance, finendomi sulle labbra, unendosi sotto il mento e cadendo pesanti sul pavimento, bagnandomi le ginocchia sulle quali mi ero rannicchiata. -Perché... perché...- balbettavo sotto voce, mi mancava, riuscivo solo ad emettere qualche lieve sospiro e parole mozzate.

-Ukai ha detto che possiamo andare a trovarlo dopo. Si riprenderà, non è molto grave...- Yachi cercò di consolarmi, mentre Kenma armeggiava nella mia cucina in cerca di una tazza per prepararmi un tè caldo. Suna era accanto a me, mi teneva la mano, sfiorandola e massaggiandola. Gli occhi mi dolevano ed erano molto gonfi ed arrossati. La testa mi scoppiava. Sentivo i muscoli contratti e le vie nasali occupate. Non sentivo nemmeno il vapore della tazza che Kenma mi porse dopo. Ero fredda, fuori e dentro. Nemmeno Suna, che era sempre riuscito a farmi stare meglio, in quella situazione, riusciva a rianimare il guscio ormai vuoto del mio corpo.

-Io...vorrei vederlo...- mi alzai dalla sedia della mia cucina, lasciando cadere la coperta dalle mie spalle. Mi diressi in bagno per sciacquare un po' il viso. Non mi truccai, mi limitai solo a rimuovere i residui del mascara che mi era colato sulla pelle.

Uscita dal bagno mi ritrovai Suna avvinghiato che mi circondava con le sue forti braccia. Non mi aveva mai abbracciata con così tanta forza, così quando mi staccai cercai di forzare un sorriso per non farlo preoccupare troppo.

Insistette per accompagnarmi nell'ala medica, così lo lasciai venire con me. Brividi attraversavano il mio corpo ingrigito dalla tristezza. Torturavo le maniche dal maglioncino che avevo indossato per stare più comoda, sempre sotto consiglio di Kenma. Con le unghie graffiavo la pelle, nervosa per quello che mi avrebbe attesa al di là della porta bianca alla quale giungemmo dopo aver attraversato un lungo corridoio bianco. Sentivo odore di disinfettante ovunque. Avevo sempre odiato gli ospedali, e anche se questo si trovava all'interno della base, uno dei miei posti preferiti, lo odiavo comunque. Lo odiavo soprattutto perché tra le sue mura c'era Suga. Avevo cominciato ad odiare gli ospedali quando ci finii una volta e mi dovettero ricoverare per qualche giorno. Non solo ero triste, ma non potevo nemmeno passare tutto il mio tempo con Suga. Era per questo che avevo sviluppato una forte avversione per questi luoghi.

La porta era bianco latte, un po' tendente al color panna. Era una porta di legno, rivestita in plastica. Una porta triste con al centro un vetro oscurato dal quale potevi scorgere a malapena la sagoma del paziente.

Esalai un forte sospiro. Non ero pronta, non ero pronta per nulla.
Girai le spalle alla porta, poggiandole a questa e lasciandomi scivolare per terra, raggomitolandomi per nascondermi dal mondo che avevo attorno. Suna mi accarezzò la schiena. -Se non te la senti...possiamo ripassare...non è necessario lo veda per forza adesso-. Tirai su con il naso, strofinandolo un po' con la manica in lana. Feci un altro respiro e chiudendo gli occhi abbassai la maniglia fredda, spingendo in modo tale da far aprire la porta.

Suga indossava un camice ospedaliero, uno di quelli leggeri e di certo inutili in inverno. Mi avvicinai a lui, piangendo forte. Gli rimboccai le coperte, in modo che non sentisse freddo. Suna ci lasciò soli, facendosi promettere che se non ce l'avessi fatta l'avrei chiamato mentre lui aspettava fuori la stanza.

-Kuo...non so se mi sentirai...io- un singhiozzo interruppe le mie parole. Cercai di farmi forza, dovevo farlo per Suga. -Io...tu mi manchi davvero tanto...dio, mi hai lasciata! Non ho idea di cosa fare senza di te, amo Suna, ma tu sei la mia ancora...siamo sempre stati insieme...fin da piccoli e ora io sono da sola...ho bisogno di te...ti prego svegliati, svegliati, svegliati!- poggiai il viso ormai completamente bagnato sul suo petto. Sentivo il suo cuore battere flebile, mentre era attaccato a mille diavolerie per poter controllare costantemente il suo andamento.
-Cosa stai vivendo ora...? Stai sognando? Stai vivendo una vita parallela? Sei catapultato nei tuoi ricordi? Ti ricordi di quella volta che facemmo i biscotti? La prima volta...ci sporcammo tutti...haha...avevi una macchia di farina sul naso, eri davvero tenerissimo...I nostri genitori credevano che ci saremmo sposati prima o poi...hahah pensare una cosa del genere a soli 4 e 6 anni...ci rimasero malissimo quando ci separammo per entrare alla scuola di spionaggio. Mi si spezzò il cuore quando seppi che non ti avrei più visto...passai notti insonni a pensare a cosa sarebbe stato più giusto...quindi ti prego, ora che ti ho di nuovo...non voglio perderti, ho bisogno di te, voglio ridere con te. Kou dimmi che puoi sentirmi, mi va bene qualsiasi cosa, ti prego...-.

Mi girai verso la porta di nuovo completamente in lacrime. Suna era entrato piano e mi aspettava sulla soglia. L'orario di visita era già finito da un pezzo, ma per me avevano fatto un'eccezione. -Arrivo...un..un secondo...- riportai lo sguardo su Suga. Lasciai cadere qualche lacrima sulle sue guance spente, mentre le baciavo.
-A presto Kou...-.

Se mi vuoi conquistami  -Suna Rintarou x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora