9.

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Le prime luci dell'alba illuminavano il tessuto nero della mia tuta. Aveva smesso di nevicare e l'aria era pungente, mentre attaccava le parti scoperte della mia pelle.
Mi tirai su, salendo sull'elicottero, seguita da Suna.
Non ero felice, non come le altre volte. Avevamo portato a termine la missione, ed Ukai, sotto forma di ologramma si stava complimentando con noi, promettendoci una festa al nostro ritorno questa sera.
I miei pensieri però erano rivolti a quell'uomo.
Mi attirava, ma al contempo ne ero disgustata. Aveva ammiccato a me osservando solo il mio corpo. Era una delle cose che odiavo, quando mi avvicinavano solo per il mio corpo.
Non sentivo la voce di Suna che mi parlava in sottofondo, mischiando le parole al rumore delle pale dell'elicottero che giravano.
Osservavo il cielo grigio, ma con sfumature rossastre.

L'elicottero atterrò sul tetto del quartiere. Stanchi ma soddisfatti entrammo nella struttura, abbracciando Ukai che era venuto ad accoglierci. Tutti tranne io.
Mi diressi verso il mio appartamento, trascinandomi le armi dietro. Avevo un mal di testa dovuto ai troppi pensieri che mi avevano riempito la mente durante il viaggio.
Suna mi seguì, bloccandomi sulla soglia. -Che hai?- -Nulla, sono solo un po' stanca, ho bisogno di fare una doccia, tutto qui, non preoccuparti-. Mi guardò perplesso, sembrava un po' preoccupato. Non avevo mai visto quell'espressione sul suo volto ed inevitabilmente i lati delle mie labbra si alzarono in un piccolo sorriso. -Visto? La mia presenza ti fa già stare meglio. Facciamola insieme la doccia-. Indugiai sulla porta, guardandolo, per poi scoppiare a ridere e fiondarmi sulle sue labbra.
Senza staccare il nostro contatto, mi alzò per la vita, portando all'interno. Con movimenti lenti prese ad abbassare la cerniera che si estendeva lungo tutta la parte davanti della mia tutina, fino alla parte bassa del mio ventre.
Cominciò a baciarmi il petto, ancora coperto dal reggiseno, che poco dopo sfilò, privandomi infine anche dell'ultimo indumento che mi copriva.

Mi prese in braccio portandomi nella sala da bagno, adagiandomi sul bordo della vasca, mentre anche lui si svestiva. Vedevo i suoi muscoli tendersi ad ogni movimento, specialmente mentre sfilava piano i bottoni della camicia, scoprendo sempre più i suoi addominali. Quando era finalmente arrivato ai pantaloni, entrai in doccia, attendendo che mi raggiungesse.

Aprì l'acqua bagnando i nostri corpi.
Presi lo shampoo e cominciai a massaggiargli i capelli. Mi fermai soffermando lo sguardo sulla sua chioma. -Che stai guardando piccola?- -I tuoi capelli...HAHAHAH-. Mi rivolse un piccolo broncio e io continuai a ridere osservando i suoi capelli insaponati, con i quali mi divertivo a creare strane forme.
-Cos'hanno i miei capelli?- mi chiese, girandomi verso il muro freddo della doccia. Smisi di ridere.
-Erano buffi- gli risposi con calma, ritrovandomi poi le sue labbra sulle mie. Aveva infilato due dita nella mia apertura, cominciando a muoverle con movimenti circolari
Spostò le labbra verso la pelle sul mio collo cominciando a succhiarla, giocando con uno dei miei capezzoli con la sua mano libera.
-Pensi ancora sia divertente?- avvicinò la bocca al mio orecchio, sussurrando la domanda.
Mi fece girare, spingendo la mia schiena contro la parete, facendomi avvolgere le gambe attorno alla sua vita.
La sensazione del suo membro dentro di me, l'acqua che scendeva sul mio corpo e la sua bocca che lasciava segni rossi sul mio collo mi fecero rabbrividire.
Desideravo di più, molto di più, volendo diventare una cosa sola con lui.
Spingeva forte, facendo bagnare i miei occhi con qualche lacrima che scendeva mischiandosi all'acqua della doccia.
Era rude, ma maledettamente sensuale allo stesso momento. La mia mente era inebriata dai suoi modi, dalla sua voce che pronunciava parole roche e dai gemiti che lasciavano le sue labbra, unendosi ai miei più acuti e più frequenti.

Stavo per venire e sentii le lacrime lasciare il posto ad un piacere immenso.
-R...Rin..sto per venire, ti prego continua- Cercavo di formare frasi sensate mentre sentivo il suo membro premere contro le pareti del mio utero. Sapeva perfettamente come muoversi. Succhiava il mio collo, lasciando lividi rossastri. Faceva male, ma mi piaceva.
-Vuoi ancora ridere di me? Pensi che abbia un aspetto strano, piccola? Guardati mentre implori-. Gli afferrai i capelli, tirandoli in preda al piacere.
Venni poco dopo, con il viso arrossato e una sensazione di calore sulla pancia.
Infilò nuovamente le dita nella mia apertura stremata. Avvicinò infine le dita alla mia bocca. -Succhia-.

Per la serata di festa avevo deciso di indossare un abito viola molto scuro, corto, composto da un corpetto aderente e una gonna che si apriva un po' svasata.
Su di questo indossai una collana molto particolare. Partiva dal collo, si univa poco sotto il seno, per poi dividersi nuovamente, scendendo fino sui fianchi. Era composta da un semplice filo dorato.

Osservai Suna allacciarsi la cravatta. Mi avvicinai a lui, prendendogliela dalle mani, stringendola. Per risposta mi appoggiò una mano sulla natica, stringendola.

Il salone era ampio e ben illuminato. Sulla pista da ballo si riversavano la gran parte degli agenti. Notai tra la folla Suga che chiacchierava con Kenma. Invitai Suna a seguirmi, afferrando delicatamente un lembo del polsino del suo smoking.
-Kuo! Zu'! Oggi abbiamo fatto un ottimo lavoro, non trovate?-. Rivolsi loro un enorme sorriso. Suga si posizionò al mio fianco, carezzandomi il capo, mentre Kenma mi sorrideva, compiaciuto dell'allegria che avevo ritrovato. Ed era tutto merito di Suna. Prima di lui ero uscita con un po' di ragazzi, ma nessuno era mai riuscito a farmi sentire veramente bene. Lui poteva sostituirsi all'eccitazione che solo l'uso delle mie armi mi aveva scatenato fin'ora. Poteva colmare il vuoto dentro di me con un semplice suo sguardo.

Se mi vuoi conquistami  -Suna Rintarou x readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora