IL PRIMO INCONTRO

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Eccomi, sono Alice, ho diciasette anni e vengo da Roma.
Non mi ritengo bruttissima, ma non sono perfetta, lo so. Capelli rossi, occhi di un marrone così comune, quelli che hanno tutti, o quasi. Ah, e le lentiggini, quanto odio le mie lentiggimi, quei maledetti puntini rossi che stanno sempre sul mio viso e aumentano, sempre di più, fino a diventare centinaia e centinaia di macchie orribili. Sono bassa, 1,63 m. Non sono magrissima, non sono neanche grassa. Insomma, in poche parole sono una ragazza comune, solo i miei lunghi capelli rossi mi caratterizzano, e le mie "amate" lentiggini.
Due anni fa ho iniziato a viaggiare per questioni di lavoro dei miei genitori, andavo via per non più di due settimane, poi tornavo a Roma. Un anno fa peró ci siamo stabiliti in Germania, e ho perso la mia vita. Amici, amori, città, ricordi... e Matteo, il mio migliore amico.
Ma eccomi oggi, di nuovo qua. In attesa di incontrare visi conosciuti, che farebbero rinascere la mia vita. Farebbero rinascere me.

"Siamo arrivati" disse mia madre indicando la nostra vecchia casa.

Neanche il tempo di fermare l'auto che io ero già fuori, correndo verso il portone. Incominciai a cercare tra il mazzo di chiavi, e quando riuscìi ad aprire la porta un odore familiare mi avvolse con la sua inebriante fragranza di ricordi.

Incominciai a correre per tutta la casa, fregandomene di dover probabilmente iniziare ad aprire l'immensa valanga di scatole e di valigie per il trasloco.

Dopo un ora passata a guardare tutte le stanze con un sorriso stupido stampato in faccia, decisi che era arrivato il momento di aiutare a mettere tutto apposto.

Passarono due ore e stavo andando verso la mia camera per sbarazzare i miei scatoloni e le mie valigie.

Frugando nel mio armadio trovai una foto, ci ritraeva. Mamma mia quanto mi mancava. Avrei avuto tanta fortuna ad incontrarlo, ma valeva la pena provarci.

"Mamma esco" dissi appena finito di riordinare tutto.

"Non fare tardi" mi raccomandò.

Aprìi la home di Facebook, ero da tanto senza guardare il suo profilo, ma magari, pensai, avrei trovato qualche post che diceva dove era in quel momento. Eccolo Matteo Tiberia, una foto di due minuti prima che ritraeva lui e un altro ragazzo, piuttosto carino. Ho subito riconosciuto il luogo, l'unica cosa diversa era il murales dietro 'The Crookids' c'era scritto, che voleva dire? Lasciai perdere la strana scritta e mi incamminai verso quel posto, sperando di trovarlo lì.

Dopo tre quarti d'ora in cammino ero all' inizio della discesa, la discesa che non decidevo a percorrere per paura della reazione che avrebbe (o avrei) potuto avere quando ci saremo visti.

Passati svariati minuti a ripetermi che sarebbe andato tutto bene mi decisi a scendere. Lui era lì, girato di spalle, che parlava col suo amico della foto, che visto dal vivo era ancora più bello.

Non avevo il coraggio per urlare il suo nome così mi avvicinai sempre di più sperando che mi notasse, e quando successe, vidi nei suoi occhi un leggero luccicchio e un sorriso che stava per spuntare sul suo viso.

"Alice? Alice!" iniziò a ripetere il mio nome tanto incredulo quanto felice. Mi abbracció e in quell'istante sentì le braccia cedere e gli occhi che iniziavano a lacrimare, mi era mancato, tanto. Lo strinsi ancora di più tra le lacrime e sotto lo sguardo cofuso dell'amico che teneva una videocamera in mano.

"Alice, ma dove sei finita?" mi domandò con il suo solito sorriso che tanto mi era mancato.

"Germania. Sono stata in Germania" dissi io.

"Stupida Germania! Mi ha fatto perdere la mia migliore amica" mi spuntó un leggero sorriso imbarazzato.

"Scusate se vi disturbo, ma ci sarei anche io" disse il bel ragazzo rivolgendomi un sorriso.

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