3.1

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- Vuoi ballare con me stasera?

Che cavolo di domanda le era uscita fuori dalla bocca senza controllo?

E poi perché non aveva avuto il coraggio di guardarlo dritto negli occhi?

Lei se ne stava in piedi, con le mani affondate nelle tasche profonde del suo cappotto, con il collo infossato nella sciarpa per ripararsi dal freddo e dalla vergogna per ciò che aveva appena detto.

Non si era neanche accorta di essere corsa vicino a lui non appena aveva schiacciato l'icona di fine chiamata.

La domanda le era uscita quasi supplicante.

Avrebbe voluto fare un'entrata di scena più eclatante, ma si era detta che quello era solo un imprinting dato da un eccessivo consumo di film romantici.

No, per questa sera voleva mettere da parte il romanticismo. Lei stasera voleva solo soddisfare la curiosità frutto di un effimero capriccio.

E alle conseguenze ci avrebbe pensato solo la mattina seguente.

Anzi no, si sarebbe impegnata a non pensarci proprio, alle conseguenze.


La vocetta da bambina gli aveva posto quella domanda stupida, in un tono concitato, quasi le fosse uscita di bocca per sbaglio. Eppure lei era rimasta lì, ad attendere una risposta.

Si era scoperto sorpreso di questa ragazza all'apparenza incorruttibile, che trovava il coraggio per una domanda così fuori luogo, fuori dagli schemi per una che dentro gli schemi ci aveva fatto dimora stabile.

Era anche sollevato, da un certo punto di vista: non aveva dovuto nemmeno fare la fatica di inventarsi una scusa per attaccar bottone, in maniera goffa, lo aveva fatto lei, padrona del suo destino fino in fondo.

Lei continuava ad aspettare la risposta e, piegando la testa, cercava di guardarlo negli occhi. Lui non voleva dargliela vinta così facilmente. Voleva farla vacillare un po', mettere alla prova la sua moralità, prima di poter confrontare le sue fantasie con la realtà.

Alla fine, gli era uscito solo:
- Lo sai che ho la ragazza?
con un tono di sfida, sempre tenendo gli occhi bassi.

Lei sapeva benissimo che lui sapeva sia che lei non aveva nessuno, sia che lei sapeva che lui era fidanzato.

Erano rimasti in silenzio, lui continuando a fumare e a guardarsi le scarpe, lei cercando di guardarlo in faccia, e si stava pure innervosendo. Aveva sbuffato un "allora?" arrabbiato, come se avesse fretta e paura che la notte in cui aveva trovato il coraggio di non essere se stessa fuggisse via e si ritrovasse ad affrontare la luce del giorno.

Si guardava in giro imbarazzata e ballava sui suoi piedi per scaldarsi, aspettando che lui le desse una risposta definitiva.


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