Capitolo 16

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Avevo deciso che sarei diventata più forte ma non avevo messo in conto che allenarmi con un licantropo sarebbe stata leggermente più dura del previsto. Haydee era un mostro – in senso letterale – e aveva preso sul serio la mia richiesta. Forse troppo.

Dormivo quattro ore a notte; la mattina, ora che Titus era costretto a letto per riprendersi, erano i nostri guardiani – miei e di Julie – a farci lezione teorica; dopo pranzo c'era l'allenamento fisico, poi quello speciale e... be', il mio allenamento da gemma pura era sospeso, per il momento, almeno fino a quando Titus non si fosse ripreso abbastanza.

E la cosa si ripeteva. Allenamento notturno con DeeDee, teoria, pratica, pratica speciale. Ancora e ancora e ancora.

La prima settimana, forse per l'euforia e la determinazione, ressi abbastanza bene quei ritmi folli nonostante i muscoli mi chiedessero pietà e avessi il sedere pieno di lividi a furia di cadere. Rylan si incazzava spesso con me perché arrivavo agli allenamenti pomeridiani già stremata e non perdeva occasione per ripetermi quanto fossi una pappamolle – i termini che aveva usato per descrivermi erano molto meno gentili, però. Né lui né Cole sapevano che passassi la notte a prenderle da DeeDee, e avrei continuato a mantenere il segreto nella speranza che presto i frutti di quei duri allenamenti cominciassero a notarsi.

Julie procedeva alla grande, invece. Si era irrobustita, la sua agilità era quasi felina, i suoi poteri si erano intensificati e il suo legame indissolubile con i suoi guardiani era praticamente perfetto. Sembrava essere nata in quel mondo, in pratica.

Cole ed io andavamo d'accordo, certo, e con Rylan pure... ma solo quando entrambi dormivamo.

Ma la situazione era sempre più tesa, i figli degli spuri non si erano più fatti vivi, tuttavia la loro presenza era percepibile alle porte dell'Accademia.

«Quante volte ti ho detto come devi cadere?» sbottò DeeDee ringhiando.

Massaggiai la spalla dolorante mentre, per l'ennesima volta, mi rialzai.

«Tante, ma non ci riesco.»

Ringhiò ancora camminando in cerchio attorno a me «Ci devi riuscire, invece. In battaglia, se cadi in questo modo sei morta.»

Lo sapevo, e nonostante lo sapessi i suoi avvertimenti mi facevano comunque rabbrividire.

«Riproviamo.»

Mi misi nella posizione di difesa e aguzzai lo sguardo per riuscire a scorgere la figura di Haydee anche nel buio della notte.

Era dannatamente silenziosa negli spostamenti, per cui faticavo a sentirla arrivare in tempo per difendermi. Non che percepirla contasse a qualcosa: il risultato disastroso era sempre lo stesso.

Anche quella volta, infatti, lei si avvicinò a me come un fulmine, mi afferrò per il braccio che tenevo davanti al viso e mi fece lo sgambetto. Caddi di lato sbattendo ancora una volta la spalla.

«Aira!» sbuffò DeeDee spazientita.

Potevo capirla, in un certo senso... ero davvero un'allieva terribile. Erano passate settimane da quando avevamo cominciato ad allenarci insieme, eppure non ero migliorata granché. Okay, ora riuscivo a correre un paio di chilometri senza stramazzare a terra ed ero quasi arrivata al punto di riuscire a toccarmi la punta dei piedi quando facevamo lo stretching, ma per il resto non andava bene per nulla.

«Lo so, lo so. Ancora.»

Mi rialzai, ignorai il dolore e mi rimisi in posizione.

Un altro attacco, un'altra caduta sbagliata, un altro rimprovero di Haydee.

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