Capitolo 20

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Uno sbuffo caldo e umido mi svegliò da quel pisolino rigenerante che la nostra "Compagnia del bracciale" – così avevo deciso di chiamarci, in onore di "Il signore degli anelli", uno dei miei film preferiti – stava facendo.

Saremmo dovuti ripartire all'alba, ma le prime luci non avevano ancora cominciato a intravedersi tra i tronchi degli alberi di quel bosco, per cui, chiunque stesse decidendo di darmi fastidio prima dell'orario della sveglia avrebbe ben presto incontrato il mio pugno.

Aprii un occhio incontrando il muso nero della versione Supernatural della mia migliore amica e mi voltai dall'altra parte allontanandola «DeeDee, è presto.» mugugnai tirando su la coperta fin sopra il naso.

La sua zampata, però, mi fece voltare di nuovo verso di lei e il suo grosso muso bagnaticcio riprese a farmi il solletico alla guancia.

«Uff, ma che c'è? Non vedi che stanno dormendo tutti?» mi voltai verso l'accampamento per enfatizzare, e con occhi stanchi indicai ognuno di loro.

«Perfino tu stai... oh, merda.» la mia amica – la sua versione umana – stava ancora dormendo accanto a me, abbracciata al braccio di Cole, il quale le teneva le guancia premuta sulla fronte.

Il lupo nero che mi aveva svegliata non era Haydee.

Appurato questo, scattai in piedi forse troppo rapidamente facendo agitare anche il lupo, e da quella posizione riuscii a scorgere almeno un'altra dozzina di occhi gialli che mi fissavano da una decina di metri di distanza, tutti in semicerchio.

Il lupo davanti a me, che sembrava il più piccolo, tenne le orecchie abbassate e mi mostrò i denti fino a che non m'irrigidii e rimasi immobile.

«Okay... okay... l'hai visto in un documentario: cosa fare se un lupo ti punta?» mormorai «Non guardarlo negli occhi. Okay, sì, ha senso, la prenderebbe come una sfida e l'ultima cosa che voglio fare è fare a botte con un cazzo di lupo.»

Abbassai subito lo sguardo, il sudore cominciò a imperlarmi la fronte.

«Poi... mai dargli le spalle: il suo istinto gli direbbe di attaccarmi. Be', logico anche questo. Ma quel dannato documentario non mi aveva detto come scappare da un intero branco di lupi, dannazione!»

Cominciai a fare piccolissimi passi all'indietro, ma non potevo continuare così: tutti gli altri stavano ancora dormendo, se avessi voluto una chance per provare a scamparla avrei dovuto svegliarli, ma senza fare rumore.

Dato che il lupo davanti a me sembrava essersi di nuovo tranquillizzato – almeno un po' – mi concentrai per riuscire a svegliare Rylan o chiunque altro avesse potuto aiutarmi a uscire da quella situazione, per cui visualizzai una striscia di pioggia che lo prendesse, ma doveva essere una pioggia debole e silenziosa, altrimenti i lupi se ne sarebbero accorti e avrebbero potuto agitarsi.

Sentii subito la pelle inumidirsi, poi provai. All'inizio caddero delle gocce grosse e pesanti che s'infransero sulle foglie degli alberi causando un bel po' di rumore che fece rimestare i lupi, poi però riuscii a controllarmi e le gocce seguenti furono talmente fini che quasi non le vedevo nemmeno io, ma dai grugniti di Rylan capii che stesse funzionando.

«Ragazzina... divertirti con questo giochino su Luk mi sta bene, ma se ci provi con me ti metto le mani addosso.» ringhiò.

«Zitto. Abbiamo compagnia, non so che fare.» mormorai con tono basso e costante.

Rylan si trovava al lato opposto dell'accampamento, in solitaria, per cui quando aprì gli occhi non riuscii a vederlo ma lo capii dalla sua imprecazione.

«Non fare movimenti bruschi o ci attaccheranno.» disse restando semisteso contro il tronco dell'albero.

«Ma va? E secondo te perché sono ferma qui come un'idiota?»

IL RISVEGLIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora