Capitolo 15

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Nonostante la pelle bollente di Rylan mi stesse ustionando, non accennai ad allontanarmi fino a quando non sentimmo delle persone correre verso di noi. Distinsi una voce tra quella delle altre: Cole.

«State bene? Che diamine è successo?»

Malgrado sentissi le gambe molli e la testa mi girasse, mi scostai da Rylan per voltarmi verso Cole e rimasi alquanto sorpresa quando mi abbracciò sospirando «Accidenti, stai bene?»

Mi si scaldò il cuore davanti alla sua premura, lo strinsi a mia volta e aggiunsi: «Sto bene, credo. Ma Titus...» non riuscii a terminare la frase. Il ricordo di tutto quel sangue, della posa innaturale dell'uomo steso in mezzo al suo ufficio e l'odore nauseante e metallico mi serrò la gola.

«Che è successo qui? Da dove l'hanno preso tutto questo coraggio i figli degli spuri? Non si sono mai avvicinati tanto all'Accademia.» domandò qualcuno, ma non riconobbi chi fosse.

Sembravano tutti malconci, chi più e chi meno, ma nessuno ferito gravemente.

«Dov'è Julie?»

Indicai il piano superiore con un dito «Oliver l'ha bloccata davanti all'ufficio di Titus.» sentii la bile risalirmi la gola quando l'odore metallico del sagnue tornò nelle mie narici. Mi scostai da Cole e portai una mano tremante alla bocca per trattenermi.

«Dobbiamo accertarci che i perimetri siano sicuri, aumentare la sicurezza.» disse Damien, poi indicò un paio di ragazzi, i quali annuirono senza il bisogno che venisse aggiunto dell'altro.

«Andiamo da Julie.»

Non ne ebbi il coraggio.

Mentre tutti si avviavano all'interno dell'Accademia, io rimasi immobile tra il vento e le foglie che volavano intorno a me. Quello che era appena successo era duro da digerire. Mi avevano detto che in quell'edificio sarei stata al sicuro, e invece per poco non venivo rapita da degli psicopatici. Mi avevano detto che non avrei dovuto preoccuparmi, e invece mi preoccupavo eccome.

Se Oliver fosse riuscito a portarmi via, quello che avrei subito sarebbe stato forse peggiore della morte.

«Ragazzina, non restare fuori da sola.»

La voce profonda di Rylan mi fece rendere conto che mi fossi incantata a fissare una crepa nel muro dell'Accademia, e quando mi riscossi lo vidi che mi osservava dall'uscio della cucina con gli occhi stretti a due fessure e le braccia incrociate.

Rimasi colpita nel notare che non ci fosse più il disgusto a colorare i suoi occhi scuri – non tanto quanto quello che avevo notato la prima volta in cui ci vedemmo, almeno – e provai una strana sensazione nel cuore, quasi come se protendesse verso di lui. Anche quando Cole era corso da noi qualche minuto prima avevo provato la stessa sensazione. Un miscuglio strano di tachicardia e calore, e quando vidi Rylan massaggiarsi scocciato il petto pensai che potesse aver provato la mia stessa sensazione.

«Pensi di restare ancora lì per molto?» grugnì il ragazzo.

Non avevo troppa voglia di entrare dato quello che era successo lì dentro, e Rylan se ne accorse subito. Sbuffò, alzò gli occhi al cielo e mi si avvicinò «Se ne sono andati tutti, non c'è più alcun pericolo. Lì dentro, almeno. Per quanto riguarda qui fuori... non sono troppo sicuro che potrebbero essere scappati tutti. Magari c'è ancora qualcuno che aspetta che abbassiamo la guardia per portarti via.»

Non servì che aggiungesse altro: in pochi passi fui di nuovo in cucina senza nemmeno aspettarlo. Lo sentii sbuffare una risata, poi mi raggiunse in poco tempo anche lui e insieme andammo al piano superiore dove sapevo avremmo incontrato Julie e gli altri e... Titus.

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