Capitolo 4

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«Perché la prossima volta non ci risparmi la fatica e ti dipingi un bersaglio rosso in mezzo alla fronte?!» sbraitò nuovamente Rylan mentre camminavamo a passo spedito verso l'uscita di quell'enorme palazzo. Sempre che ce ne fosse una, di uscita.

Nessuno aveva idea di dove ci trovassimo, né di come si potesse uscire di lì. A quanto pareva, il teletrasporto lì non funzionava.

«Senti, un grazie sarebbe gradito dato che, a quanto pare, ti ho salvato la vita.» sbottai imbronciandomi e incrociando le braccia al petto. L'occhiata truce che mi lanciò mi fece sghignazzare.

Dopo che quegli individui super inquietanti svanirono nel nulla, Haydee e i ragazzi vennero liberati dalla morsa invisibile che li teneva ancorati alla parete e non passò nemmeno un secondo che Rylan mi si avventò contro urlandomi cose senza senso, tipo che fossi stata un'incosciente ad essermi esposta in quel modo, oppure che avrei potuto farmi ammazzare... nemmeno un "grazie per averci salvati". In realtà, non avevo nemmeno la più pallida idea di quello che avessi fatto per salvarli. Avevo pronunciato una parola in una lingua che non conoscevo e avevo parlato con mia nonna morta.

«Rylan sta un po' esagerando, ma ha ragione. Aira, hai rischiato moltissimo considerando che non sei capace di utilizzare i tuoi poteri.» intervenne Cole. Apprezzai la sua calma e gentilezza, però nessuno mi aveva ancora ringraziata per ciò che avevo fatto, e quella era la parte decisamente peggiore.

Guardai alla mia sinistra dove la mia amica, ancora lupo, camminava quatta con le orecchie tirate indietro. Non ero pratica di animali, ma non mi sembrava un buon segno.

«Haydee, perché non torni umana?» le chiesi.

Lei ringhiò, ma ovviamente non la capii.

«Se lo facesse sarebbe nuda, genio.» spiegò Rylan sbuffando.

«Se lo facesse sarebbe nuda...» lo scimmiottai a bassa voce. Quanto lo odiavo...

Il suo braccio prese fuoco in un istante e si voltò verso di me come un ninja. I suoi occhi erano del colore della lava e tutto il suo corpo emanava un grandissimo calore.

«Prova a ripeterlo.» grugnì.

«Quanto sei suscettibile.»

«Ragazzi... troviamo il modo di uscire da qui: non sappiamo se siamo al sicuro. Prima recuperiamo il bracciale con le rune, prima torniamo a casa e raggiungiamo gli altri. Ora che sappiamo di avere noi una delle due gemme pure dobbiamo stare ancora più attenti.»

Wow, troppe informazioni.

«Gemma pura? Che significa?» chiesi aumentando il passo per raggiungere Cole.

«Significa che siamo perseguitati dalla sfiga. Prima abbiamo una gemma che non sa nemmeno usare i poteri, poi scopriamo essere una delle due che dovrà risvegliare Eymeric.» replicò Rylan con il suo tono acido. Ad ogni sillaba che usciva dalla sua bocca mi veniva voglia di prenderlo a schiaffi.

L'unica cosa che avevo compreso di tutta quella faccenda era il fatto che non era il tempo ad essere strambo in quella città: ero io. Io causavo involontariamente quegli sbalzi di temperature, i venti forti, la neve subito dopo ad un sole spacca pietre... a quanto aveva detto Cole, i nostri poteri influenzavano anche le nostre emozioni. Avevo sempre pensato di essere meteoropatica perché mi sentivo triste quando pioveva e agitata quando tirava vento, e invece era venuto fuori che fosse tutto il contrario: il sole veniva perché io ero felice, i temporali forti arrivavano perché io ero arrabbiata. Era tutto figo, in un certo senso.

«Non ci sto capendo nulla, ragazzi.» ammisi. Rylan guardò Cole con uno sguardo che diceva palesemente: siamo fregati.

«Con il tempo capirai, tranquilla. Ora troviamo il modo di uscire da qui.»

IL RISVEGLIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora