Capitolo 10

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<Mi piaci sai...> pronunciò sorridendo nonostante il dolore.

Mi fermai e lo guardai negli occhi.

<Che vuoi dire?> domando.

<Mi piace quando fai la prepotente... mi eccita.> sorrise, io alzai gli occhi al cielo.

Cosa mi aspettavo? Che mi sposasse?
Ho avuto il cuore in gola per quel secondo in cui pronunciò quelle parole, non so il motivo... non so neanche il perchè io stia qui adesso a disinfettargli le ferite, in fondo non me ne frega un cazzo di lui.
Continuai a curarlo aspettando che il mio cuore torni a battere normalmente.

<Quindi... non sono il tuo tipo, e non faresti niente con me, eh Julia.> disse Kahlil prendendomi la mano con cui lo curavo.

<Cosa ti aspettavi Kahlil, in fondo anche io non sono il tuo tipo, dimmi se mi sbaglio.> provocai il ragazzo che sentendo le mie parole si alzò in men che non si dica,  avanzò verso di me mentre io indietreggiai fino ad essere bloccata dalla superficie del muro.
Il ragazzo poggia una mano vicino alla mia testa e l'altra sul mio collo, impedendomi di muovermi.
Gli anelli freddi a contatto con la mia pelle mi provocarono migliaia di brividi.

<Non ti sbagli Julia, non sei il mio tipo.> pronunciò avvicinando il suo viso al mio.

<Allora allontanati da me, Kahlil.> presi coraggio.

<Non lo vuoi davvero, sento le tue vene pulsare, il tuo cuore battere come non mai e scommetto che se dessi un occhiatina la sotto ti troverei bagnata, Julia.> disse in un sussurro vicino alle mie orecchio.

<Perchè sei così stronzo, cazzo.> dissi spingendolo lontano da me con scarsi risultati.

<Alla fine sei tu quello che non lo vuole davvero, Kahlil.>

<Non l'ho mai negato, Julia.> disse allontanandosi.

<Non di dispiace prendere in giro tutte quelle ragazze?>

<No.> rispose tornando a sedersi prendendo il cotone e disinfettandosi le ferite.

<Magari loro poi potrebbero innamorarsi di te.> dissi avvicinandomi a lui.

<E anche se fosse, non me ne importerà un cazzo. Devi sapere che io non sono fatto per amare, Julia.> pronunciò alzandosi e guardandomi negli occhi, stando però a distanza da me.

<Tutti siamo fatti per amare, devi solamente trovare la persona giusta.> mi avvicinai leggermente.

<Beh io quella persona non la voglio trovare. Te lo ripeto non sono fatto per amare e non mi serve l'amore.>

<Oddio! Nasconditi forza!> ordinai al mulatto quando sentimmo qualcuno bussare alla porta del mio dormitorio.
Kahlil si nascose in bagno, dopo di che io andai ad aprire.

<Oh... Luke ciao!> lo salutai sorridendo, spero solo che Beth non esca.

<Ehi bellissima, posso entrare?> domanda dandomi un bacio sulla guancia.

<Oh... ehm, sì certo entra pure.> risposi facendo spazio in modo che entri.

<Non ti ho trovata in mensa allora ho pensato che fossi qua.>

<Tutto bene?> chiese vedendo il kit di soccorso.

<Sì, sì tranquillo, io sto bene. Sono di... ehm Maddie.> dissi balbuziente dandogli risposta.

<Oh... va bene.>

<Siediti pure.> gli dissi sorridendo.

Si siede ed io presi il kit di soccorso e lo portai in bagno.

<Non ti avevo detto di stargli lontana?> sussurrò Kahlil.

<Posso stare con chi voglio, Kahlil.> gli dissi poggiando il kit accanto al lavandino.

<Senti sono qua per parlarti.>

<Oh... va tutto bene?> domandai.

<Sì... credo...> rispose dubbioso.

<Dimmi pure, Luke.> lo spronai a parlare.

<Allora... per scusarmi di quello che è successo io... ecco io...>

<Tu?>

<Ti vorrei invitare a cena, sempre se ti va.> mi propose.

<Oh...> 

<Beh, ovviamente se ti va.>

<Sì... certo, mi andrebbe.> accettai la sua proposta dopo averci pensato.

<Perfetto... ti vengo a pendere alle 19:00, ti va bene?> domanda alzandosi e dirigendosi verso la porta.

<Sì, certo, a sta sera allora.>

<Ci vediamo, Julia.> mi salutò uscito dalla stanza.

<Tu stai veramente male!> esclamò Kahlil una volta chiusa la porta.

<Scusami?>

<Hai accettato di uscire con un pervertito del cazzo... diamine Julia.> mi rimproverò il ragazzo.
Non lo sopporto quando fa così... quando fa il geloso... credo.

<A te cosa interessa?> lo provocai.

Il mulatto si avvicinò, nuovamente a me, questa volta non indietreggiai anzi, vale la pena affrontarlo.

<Cosa direbbe tuo fratello...> pronunciò così vicino al mio viso che posso sentire i suoi sospiri addosso.

<Non credo tu voglia che tuo fratello sappia che sei una troietta che se la fa con i pervertiti.> continuò, avvicinandosi ancora di più a me... con una mano mi prese per i fianchi mentre l'altra percorse con delicatezza la mia schiena che scoprì leggermente.
Inutile dire che al suo tocco provai sensazione mai provate prima...
I nostri sospiri si sincronizzarono così come i nostri battiti cardiaci.

<E adesso dimmi Kahlil... che differenza c'è tra te e Luke? Infondo vedo che anche te sei un pervertito del cazzo.> pronunciai interrompendo ciò che stava facendo.
Si allontanò improvvisamente da me e tornò in sè.

<C'è differenza tra me e lui Julia... tu vuoi me, se non fosse così come mi spieghi il fatto o il motivo per cui tu non mi respinga mai.> una volta detto ciò se ne uscì lasciandomi impalata, cosa che succede spesso in sua presenza.




Gioco di sguardi || Kahlil BethDove le storie prendono vita. Scoprilo ora