Capitolo 11

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Una volta che Kahlil se ne andò iniziai a prepararmi per il presunto appuntamento con Luke.
Andai a farmi una doccia veloce, poi mi preparai con un semplice vestito nero attillato che arriva poco sopra le ginocchia.
Diedi un'occhiata all'orologio e vidi che sono le 18:50 così decisi di mettere un po' di mascara e gloss, giusto per essere presentabile.
Sono le 19:00 e di Luke nessuna traccia... mi avrà presa in giro... Kahlil gli avrà fatto qualcosa... e se Beth ha informato mio fratello del presunto appuntamento...
Diamine, mille domande si impossessarono, nuovamente, della mia mente, ormai è diventata routine per me.
Sentii finamente bussare alla porta e non tardai ad andare ad aprire.
Quello che vidi davanti mi lasciò spiazzata... la persona che avrei voluto vedere non si presentò, al suo posto vidi... Kahlil.

<Tu?!> dissi corruando la fronte e guardandolo interrogativa, sembra ansioso...

<Fammi entrare, Julia.> mi ordinò e così feci, con lui sono così, mi faccio dare ordini come una piccola e povera cogliona.
Perchè è questo quello che sono veramente, una cogliona, non avrei dovuto... non avrei dovuto fidarmi di Luke.
Beth andò a sedersi sul letto continuando a tichettare con l'indice su quest'ultimo.

<Spogliati!> mi diede un'altro ordine.

<Che hai detto?> domandai incredula, questo è un ordine a cui io di certo non obbedirò.

<Spogliati, cazzo!> rimasi immobile davanti a lui non capace di muovere neanche un arto.

<Vuoi che lo faccia io? Spogliati Julia, adesso!> la sua calma sembrò sparire in quanto si avvicinò a me fino a farmi toccare con la schiena il muro.

<Perchè dovrei?> presi coraggio e domandai balbuziente.

<Non andarai da nessuna parte con Friedman.> pronunciò allontanandosi da me, non so se la cosa mi ha fatto stare bene o male...

<Perchè?> feci un'altra domanda al mulatto.

<Ti prego, Julia... non lo fare.> avanzò nuovamente a me prendendomi con forza le braccia.
Continuò a guardarmi negli occhi, non con lo sguardo con cui mi guarda di solito... sembra uno sgaurdo sincero, o almeno è quello che io voglio percepire, magari mi sbaglio ma che rilevanza ha... qui, adesso ci siamo io e lui... i nostri respiri coordinati, il contatto che c'è tra di noi... solo questo ha importanza adesso e nient'altro, niente.

<Julia, ti prego no.> mi pregò un'altra volta quando sentii qualcuno bussare alla porta del dormitorio.
Senza dare importanza al ragazza dinanzi a me avanzai verso la porta.

<Scusami, ho avuto un contrattempo.> si scusò Luke entrando nella stanza e rimanendo immobile nel vedere proprio Kahlil all'interno di questa.

<Luke, lui... lui è venuto qua per informarmi di qualcosa che mio fratello, Vinnie, gli ha chiesto di riferirmi.> cercai di dare una valida giustificazione del perchè Kahlil si trovasse in camera mia.

<Tranquilla, andiamo?> mi tranquillizzò il ragazzo con cui avrei dovuto uscire.

<Certo!> esclmai rivolgendo un ultimo sguardo al mulatto prima di uscire, questo mi sembrò davvero frustato... mai e poi avrei immaginato di vederlo così.

Kahlil

Diamine... non so spiegarmi il cazzo di motivo per cui sono qui, a terra con la schiena contro questo fottuto muro e con la testa tra le braccia.
Perché non ho voluto che andasse con quel coglione?  Se non lo so io come cazzo l'avrei spiegato, mi sta letteralmente rovinando la vita, non ho mai pensato di poter mai essere geloso e invece...
Perché sì, sono fottutamente geloso per una ragazza che mai avrò... che non mi merita e che non mi vuole, credo.
Vederla mi fa stare bene, mi fa dimenticare la vita di merda che vivo e neanche di questo riesco a spiegarne il motivo.
Molto probabilmente sto impazzendo.
Il solo pensiero che qualcun'altro possa scoparsela e che qualcuno non sia io mi fa innervosire.
Perché è questo quello che voglio da lei... sesso.

<Dio...> disse Vinnie quando mi vise uscire dalla stanza di Julia.

<Che hai?> domandai con fare aggressivo.

<Che cazzo ci facevi tu in camera di mia sorella, e poi che cera di merda che hai, amico.> pronunciò Vinnie.

<Ehm... cercavo te, credevo fossi qua.> mi inventai.

<Dov'è Julia?> domandò guardando dietro di me cercando la sorella.
E ora che avrei dovuto dirgli? "Guarda amico, tua sorella è andata a farsi scopare da quel fottuto pervertito di Friedman", è questo che dovrei dirgli? Sì, cazzo.

<Non so, cercala. Io me ne vado.> dissi andandomene.
Ma che cazzo sta succedendo.
Santo Dio, perché non gli ho detto che sua sorella è andata con un fottuto stupratore.
Perché, mi chiedo.
E anche oggi non ho trovato delle risposte a quello che mi sta accadendo, i perché sono infiniti e le risposte introvabili.

<Pronto!> esclamai nel sentire la voce da gallina di Elizabeth.
Non la sopporto, Dio se non la sopporto.
Ma finché mi da quello che voglio, mi va bene.

<Vieni da me?> pronunciò cercando di fare una voce sensuale che, però a me apparve, sempre e comunque, da gallina in calore... cosa che lei è.

<Sì, arrivo.> detto ciò attaccai e andai in camera sua.
Quando aprii la porta la vidi sul letto, distesa, nuda... lì che mi aspettava.
Non tardai a spogliarmi per poi mettermi sopra di lei e baciarla con foga, mentre con la mano andai nella sua intimità che trovai già bagnata così non tardai a mettere il preservativo che ho sempre in tasca per poi penetrarla ricevendo da parte sua un gemito squillante .
Quando i nostri sguardi si incontrano, non vedo Elizabeth ma... vedo lei, il suo sguardo, le sue labbra...
Nel momento in cui raggiungemmo il culmine del piacere urlai il suo nome... urlai, Julia.
La ragazza mi guardò male, anzi malissimo.

<Scusami, devo andare.> dissi vestendomi velocemente e uscendo da quella stanza.
Che cazzo mi sta succedendo?

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 16, 2021 ⏰

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