Capitolo 5

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<Perché sei così?>

<Così come?> mi chiede corrugando la fronte.

<Così stronzo con le persone, ti prendi gioco delle ragazze, voglio dire perché ti comporti in questo modo.>

Forse dovevo evitare di porgli questa domanda.

<Voglio dire perché... perché ti comporti così quando puoi essere un bravo ragazzo.>

Lui rimase in silenzio a guardarmi, come se lui fossi il leone ed io la preda.
Mi sentivo spogliata sotto il suo sguardo.

<Fai troppe domande di cui non vuoi sapere veramente la risposta.> mi disse rovinando il contatto visivo che avevamo creato.

Si alzò, prese le chiavi situate sul bancone della cucina.

<Dove vai?> domandai.

<Ti porto a casa.>

<Scusami ma non avevi detto che saremo andati a casa dopo un'ora.> domandai di nuovo corrugando la fronte.

<Mi hai stancato con le tue domande, ti porto a casa tua adesso.>

Stronzo.

<Posso mettere della musica?> chiesi io una volta entrati in macchina.

<No.>

<Sei stronzo.> dissi io sbuffando.

<Va bene d'accordo.>

Il viaggio in macchina fu veramente silenzioso, si percepiva tensione ed imbarazzo, perlomeno da parte mia.

<Siamo arrivati scendi.> disse lui accostando la macchina davanti casa mia.

<Scusami, non avevi detto di non sapere dove abito.> domandai.

Ero ubriaca sì, ma ricordo perfettamente ciò che è successo.

<Ti sbagli eri ubriaca. Adesso se non ti dispiace scendi.>

<Ah... un'altra cosa... non dire a nessuno ciò che è successo, tanto meno alle tue amiche.>

<Certo contaci.>

Andai davanti casa mia, non feci neanche in tempo ad aprire la porta che  Vinnie uscì tutto incazzato.

Merda.

<Emy vero?> disse lui guardando dietro di me.

<Cazzo.> disse il ragazzo che mi accompagnò a casa.

Scemo, poteva benissimo andarsene quando mi ha portata a casa invece è ancora qua.

<Amico ciao!> disse Kahlil.

<Che cazzo ci facevate insieme voi due?> chiese.

<Io...> venni interrotta dal mulatto,  che prese parola scendendo dall'auto.

<Allora innanzitutto calmati... stai solamente fraintendendo la situazione, non sono stato con tua sorella, sai benissimo che non è il mio tipo.> disse lui cercando di alleviare la tensione che si è creata.

<E come mai è scesa dalla tua auto?> domando mio fratello sospettoso.

<Non saprei... l'ho trovata vicino casa, camminava e mi è sembrato davvero maleducato lasciarla lì da sola vestita così, calcolando le persone che ci sono...> disse Kahlil rivolgendomi lo sguardo mentre pronunciò l'ultima frase.

<Ma non ti portava Emy? Tra l'altro l'avevo anche chiamata e mi ha detto che ti avrebbe portato lei.>

<Mai fidarsi degli amici.> disse il mulatto.

Gioco di sguardi || Kahlil BethDove le storie prendono vita. Scoprilo ora