Capitolo 8

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Andai sul bordo della mia piscina e mi sedetti cercando di rilassarmi, ma sicuramente la fortuna non fa per me dato che arrivò...

<Posso?> mi chiese Luke.

<Se ti dico di no ti siedi lo stesso?>

<Esattamente.> disse ridendo sedendosi accanto a me.

<Senti... prima dicevo seriamente, mi dispiace Julia, davvero.>

Lo guardai storto, mi sembra ovvio non cedergli.
Prima era tutta un'altra persona.

<Non mi credi giusto.>

<No.>

<E se te lo dimostrassi.> disse lui girandosi verso di me.

<Che vorresti fare?> domandai facendo la medesima cosa.

<Vorrei invitarti a cena, sempre se ti va.> mi propose.

<Fammici pensare.> feci finta di pensare.

<D'accordo.> dissi io sorridendo lievemente.

Ci  girammo a guardare il sole che sta quasi tramontando.

<Senti posso farti una domanda?> domandai io non staccando gli occhi dal tramonto.

<Certo, dimmi pure.>

<Mio fratello, Vinnie, mi disse che avreste dovuto risolvere qualcosa. Ci sono dei problemi tra voi?>

<Beh... sì, diciamo che la squadra di nuoto e quella di basket non vanno molto d'accordo.> mi rispose togliendomi il dubbio che avevo.

<Julia...> richiamò la mia attenzione.

<Luke...>

<Sei bellissima cazzo.> disse avvicinando il suo viso al mio.

Divaricammo le labbra all'unisco, sento le farfalle alle stomaco, come si suol dire.
Posò la sua fronte sulla mia, sento il suo respiro caldo sulle labbra e lui il mio.

<Julia vieni è arrivata la...> a interrompere questo momento imbarazzante è... Kahlil.

<Cazzo.> sussurrai.

<Julia vieni è arrivata la cena.> disse Kahlil infastidito, credo.

<Arrivo.> dissi.

Luke, dato il fisico bestiale, si alzò per primo e di conseguenza mi prese la mano tirandomi su.

<Grazie.> disse imbarazzata dalla situazione di prima.

<Sta lontana da Friedman.> mi ordinò Kahlil prendendomi per il braccio una volta raggiunta la porta per rientrare.

<Mollami, mi stai facendo male.>

Egli mollò la presa, guardandomi negli occhi.

Entrai dentro sorpassandolo.

<Che avete ordinato?> domandai.

<Abbiamo preso la pizza, so che ti piace la margherita, ti va bene?> domandò Emy sorridendomi.

<Sì, va bene.> risposi freddamente.

Dio... credo che mi unirò a Elizabeth, ho bisogno di cure... non sto capendo il motivo di questa mia freddezza nei suoi confronti.

<E lo chiedi anche, quella là quasi quasi si mangia anche suo fratello.> a parlare è quella stronza di Elizabeth.

<A differenza tua non tengo la bocca occupata di cazzi.> la provocai.

Gioco di sguardi || Kahlil BethDove le storie prendono vita. Scoprilo ora