capitolo 4

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Fino a quel momento la ragazza era stata in piedi, ora si era seduta sulla scrivania e solo in quel momento mi accorsi che su una mensola, proprio dietro la sua testa, c'erano numerosi pacchetti di sigarette, di tutte le marche, sistemati in ordine perfetto. Lei mi vide che li guardavo un po' stupefatto e a quel punto disse: "si... in effetti non so scegliere quelle che mi piacciono di più. Così me le compro tutte e me ne fumo una di ogni tipo ogni sera. Poi i pacchetti di quelle che ho già fumato li impilo li in parte" disse indicando i due pacchetti delle sigarette appena fumate appoggiati li vicino. "Poi la sera dopo le fumo al contrario: cioè dall'ultima che ho fumato la sera prima."

Rimasi un po' perplesso dalla straordinaria cura con cui scegliesse le sigarette. "Dimmi di te" fece lei, facendomi sussultare.

"Beh io... io... vivo con mia mamma e il suo novo compagno, in effetti è il quinto che cambia in 10 anni. Però questo è quello che mi piace di più, almeno con me è simpatico e gentile. Anche i miei si separarono quando ero piccolo, mio padre non si è più fatto sentire e mia mamma cadde in depressione così iniziò a bere... mi picchiava quando era ubriaca. Infatti la cicatrice che ho in fronte me l'ha fatta lei. Ma alla fine l'ho perdonata,  in fondo è sempre mia mamma."

La bionda aspiró l'ultima volta e poi spense la sigaretta per poi sputare il fumo, mentre mi guardava cercando, forse,  di capire come avevo fatto a perdonare mia mamma anche se mi piacchiava.

Infatti disse: "come hai fatto a perdonarla quando ti ha fatto una cosa simile?"      "La mamma è la mamma; anche se mi faceva del male, lo so che non lo faceva perché voleva, ma solo perché era ubriaca."

I suoi occhi iniziavano ad essere lucidi, forse ne capivo il motivo. Scosse la testa come per riprendersi e mi chiese se avevo fame, annuii e la seguii fino alla cucina.

"Cosa vorresti?" Mi domandò,  ed io alzai le spalle perché non sapevo proprio cosa mangiare. "Okay, allora faccio un panino va bene?"   "Certo" risposi io. Mangiammo in silenzio e poi iniziammo a guardare un film, ma sul più bello mi chiamò mia mamma preoccupata per il semplice fatto che non mi aveva visto a cena.

Salutai la bionda con un bacio sulla fronte, un gesto che mi fece tremare il cuore, e lei ricambió con un sorriso che mi riempì di gioia.

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