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Prima di cominciare la cena Weston mi aveva informato che aveva parlato con il direttore del Paris' e che per entrare in possesso dei filmati ci sarebbero volute almeno due settimane visto che si trattata di video di tre anni fa

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Prima di cominciare la cena Weston mi aveva informato che aveva parlato con il direttore del Paris' e che per entrare in possesso dei filmati ci sarebbero volute almeno due settimane visto che si trattata di video di tre anni fa. Così com'era successo con Monica Green, dovevamo solo aspettare. I miei pensieri avevano poi cominciato a virare in quella direzione quindi mi ero imposta di concentrarmi sull'ottima pasta al pesto e mi ero lasciata andare.
Ora, sazia e felice, giaccio comodamente sul divano del biondo, in mano il telecomando del televisore.
«Che danno in tv stasera?» domanda Weston prendendo posto al mio fianco.
Mi agito sul posto alla sua vicinanza e mi schiarisco la gola. «Non lo so, ho messo su The CW
«Ah, sì, ci guardo sempre le repliche di The Vampire Diaries.» commenta sfilandosi le scarpe.
«Tu guardi The Vampire Diaries?» un sorriso incredulo sul volto.
«Che c'è? L'ho cominciato per caso e mi ha appassionato.» solleva le spalle prima di afferrare le mie gambe e trascinarle sulle sue. Quasi fosse un gesto abituale.
«D'accordo, rispondi ad una sola domanda. Ti avviso che da questa ne dipenderà il resto di questa... di noi.»
«Sono tutto orecchi.» solleva una mano mentre mi guarda divertito.
«Sei Stelena o Delena?» mi sistemo meglio sul divano in attesa della sua risposta. Ho cominciato questo show anni fa, Gabe e Stella non facevano altro che parlarne quindi mi sono decisa a cominciarlo anch'io per curiosità. Il resto è storia.
«Penso di essere stato un fan di Elena e Stefan fino alla fine del primo episodio. Poi è comparso Damon.» gesticola.
Mentre una risata mi scuote il petto mi arrampico sulle gambe così da finire a cavalcioni su di lui. «Intelligente, bello, che sa cucinare e fan di Damon ed Elena. Sei sicuro di essere reale?»
Weston poggia le mani sul mio fondoschiena e avvicina il viso al mio. «Ho anche dei difetti.»
«Ah, sì? Illuminami, ti prego.»
«Sono molto cocciuto. Devo prima sbattere la testa nelle cose, altrimenti non sarò mai convinto al cento percento.» rivela con un tono di voce più basso, una mano che accarezza la mia schiena.
«Non mi sembra un difetto questo.» affermo dolcemente mentre passo una mano tra i suoi capelli quando mi accorgo di un luccichio particolare nel suo sguardo.
«Credo solo che a volte non sia necessario dover per forza sbattere. Si può sbagliare nella vita, no?» domanda.
«Certo che si può, errare è umano. Ti è capitato di trovarti in questa situazione?» chiedo curiosa. Apprezzo come le nostre conversazioni cambino toni senza mai rovinare l'atmosfera. Anche se è chiaro che Weston si riferisca a qualcosa in particolare non voglio che si senta pressato, spero lo capisca.
«Di sapere che sto sbagliando e che dovrei fare un passo indietro ma non lo faccio?» indaga.
Annuisco.
«Sì. È solo che non ci riesco e quando realizzo di aver commesso un errore è già troppo tardi.» sospira piano. Non mi sfugge il modo in cui mi tiene più stretta a sé.
«Weston, – richiamo la sua attenzione – come ti ho già detto, commettere errori è la cosa più umana possibile e il solo fatto di rendertene conto ti fa onore. Ci sono persone che non ammetterebbero mai di avere torto e questo perché sono troppo orgogliose.» faccio una pausa. «È vero, abbiamo ancora tanto da scoprire l'uno dell'altro ma credo sul serio che tu sia una brava persona quindi non rimuginarci più di tanto. D'accordo?» tengo il suo viso tra le mie mani mentre con i pollici lo accarezzo.
Il biondo non risponde, si limita ad avvolgere le braccia attorno al mio corpo e mi bacia. Sospiro sulla sua bocca quando le nostre lingue si fondono e le sue mani si avventurano sotto il mio maglione lilla. Con coraggio sposto le mani sul suo petto, sbottono uno per uno i piccoli bottoni che scendono fino al busto e ansimo quando vengo a contatto con la sua pelle. Weston si scosta dal divano così da potersi sfilare del tutto la camicia, poi passa al mio maglione. Un brivido percorre la mia schiena quando realizzo che sono davvero a cavalcioni su quest'uomo con solo il reggiseno addosso. Il biondo si china di lato e tira giù la zip della gonna nera ormai arrotolata sui fianchi dopo i numerosi movimenti. Lascio che mi aiuti ad alzarmi e a toglierla del tutto. Rimaniamo per alcuni secondi impalati sul posto ad osservarci: mi beo del desiderio nel suo sguardo che rispecchia il mio e poso una mano sul suo bicipite, l'altro sul bottone dei suoi jeans. Quando riesco a liberarlo dal tessuto soffocante, la mia mente è già su un altro pianeta. Non c'è modo che io non finisca a letto con quest'uomo stanotte, non c'è modo che io resista alla nostra chimica, all'attrazione che dal primo momento c'è stata tra di noi. È iniziata come un filo sottile, quasi impercettibile che, con il passare del tempo insieme, si è trasformato in una corda salda. Non ho idea di dove mi porterà questa notte, se le cose tra di noi cambieranno o meno, so solo che voglio lasciarmi andare e stargli vicina in ogni modo possibile. Certe volte mi risulta ancora assurdo pensare al modo casuale con cui le cose sono iniziate, altre penso che non sarebbe potuta andare diversamente e mi sta bene così.
Weston si impossessa delle mie labbra e con una piccola spinta mi solleva dal pavimento, stringo le gambe attorno al suo bacino e mi concentro sul nostro bacio mentre lo sento camminare. A fatica apre una porta, quella della sua camera, e se la richiude alle spalle con un calcio. Sussulto al suono improvviso e accenno un sorriso imbarazzato quando lo sento emettere una risata bassa.
«Stai bene?» mormora prima di lasciare un bacio sulla mia fronte.
«Sì. Tu?» arrossisco sempre di più quando mi rendo conto della stupida domanda che ho appena fatto. Come dovrebbe stare? Ugh.
«Molto bene. Starò meglio fra poco.» risponde.
Con estrema gentilezza mi adagia sul letto, poi si posiziona su di me. Lo guardo in attesa di qualsiasi gesto e mormoro qualcosa di insensato quando si appropria ancora una volta delle mie labbra. Il bacio cominciato in maniera delicata si infiamma e con esso anche i nostri corpi. Il biondo mi libera del reggiseno, poi ferma le dita tra le anche e il tessuto dei miei slip e solleva lo sguardo. Annuisco e con un solo movimento mi ritrovo nuda sotto di lui. Un altro brivido mi percorre ma stavolta non si tratta di freddo, è pura eccitazione. Avvicino la mia bocca alla sua e mentre lo bacio mi affretto a liberarlo dal tessuto soffocante dei boxer. Un gemito abbandona le mie labbra quando sento la sua intimità a contatto con la mia. Pensieri sconnessi si affollano nella mia mente ma uno spicca feroce tra di essi: voglio Weston. Adesso.
«Wes.» biascico.
«Mmh?» scosta la testa dal mio collo per potermi guardare.
«Possiamo... possiamo saltare tutti i convenevoli e arrivare al dunque?» so di essere dello stesso colore delle mie scarpe preferite ma ho davvero bisogno di sentirlo.
Il biondo ride e avvicina la sua bocca alla mia. «Vuoi davvero privarmi del dolce?» mormora.
«Ti sto offrendo l'intera pasticceria nel caso non te ne fossi reso conto.» borbotto. Wes continua a ridere scuotendo il capo, poi si china per raggiungere il comodino. Apre il cassetto ed estrae una bustina argentata. Oh. Immagino che dopotutto mi darà ascolto.
«Per tua fortuna abbiamo tutta la notte quindi penso di poterti accontentare.» mordicchia il mio lobo sinistro. Stringo le gambe attorno al suo bacino cercando sollievo e sospiro.
«Sì, che fortuna.» biascico ad occhi chiusi. Mi beo della sua risatina profonda e poi dei suoi baci. Lo sento armeggiare con il profilattico quindi opto per gustarmi la scena. I capelli scompigliati e le labbra gonfie lo rendono un'opera d'arte.
«Apri la bocca.» mormora.
Faccio come mi dice e ansimo quando porta indice e medio al suo interno. Avvolgo le sue dita e le inumidisco con la lingua. Weston serra i denti, lo sguardo pieno di scintille. Allontana le dita e le fa sparire tra i nostri corpi. Al loro contatto con la mia intimità deglutisco, pervasa dal piacere. Guardo il biondo guidare il suo membro tra le pieghe del mio calore e gemo stringendo le mani attorno ai suoi bicipiti mentre lo sento farsi strada dentro di me. Strizzo gli occhi, rilasso i muscoli interni e lascio che mi riempia del tutto. Mi mancava da morire.
«Wes.» ansimo.
Lo sento allontanarsi, poi tornare a riempirmi. Del lieve bruciore non c'è più la minima traccia. Stringo una gamba attorno al suo fianco destro e respiro faticosamente quando comincia a muoversi dentro di me con spinte più vigorose. A fatica apro gli occhi, cerco la sua bocca mentre la sua mano stringe la mia coscia prima di portarsela sull'altro fianco. Stringo le gambe e ansimo sulle sue labbra, incapace di dire o fare qualcosa di sensato a parte graffiare le sue spalle. Prende a spingere più velocemente, si sposta pressando il volto nell'incavo del mio collo.
«Weston.» piagnucolo quando stringe piano tra i denti un lembo di pelle. Affannata, chino il capo all'indietro mentre sento il familiare formicolio nel basso ventre diventare sempre più intenso.
«Ci sono quasi.» lo avverto.
Il biondo si solleva sulle ginocchia, stringe le mie gambe attorno alla sua vita e si muove rapido, porta il pollice sul mio punto sensibile e pressa piano. Un profondo gemito abbandona le mie labbra mentre la vista si riempie di minuscoli puntini neri e raggiungo il culmine. Gli attimi che si susseguono sono confusi e disordinati, capisco solo che il biondo spinge e spinge fino ad immobilizzarsi, poi ansima sul mio petto e si rilassa. Accarezzo pigramente la sua chioma bionda, un sorriso sul volto nel momento in cui chino la testa e lascio un bacio sulla sua fronte. Weston stringe le braccia attorno al mio corpo e ricambia il gesto sul mio petto, poco più sopra del seno sinistro. E nel silenzio confortante, mentre mi beo delle sue carezze e le palpebre si fanno pesanti, mi abbandono al sonno con la consapevolezza che domani lo rivedrò.

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