In un angolo dello scompartimento delle truppe di prima classe,la signora
Fabiana, scrittrice da poco in pensione, tirò una boccata di fumo dal sigaro e
scorse con interesse le notizie politiche del Times. Poi, depose il giornale
sulle ginocchia e guardò fuori dal finestrino. Il treno correva attraverso il
Somerset.
Diede un’occhiata all’orologio: ancora due ore di viaggio.
Ripensò a quello che i giornali avevano scritto su Nigger Island.
Anzitutto, la notizia dell’acquisto fatto da un milionario americano
appassionato di crociere in panfilo, e la descrizione della casa moderna e
lussuosa che aveva costruito su quella piccola isola al largo della costa del
Devon. La sfortunata circostanza che la terza moglie del milionario soffrisse
il mal di mare aveva portato alla vendita della casa e dell’isola. Numerosi
annunci erano apparsi bene in vista sui giornali. Poi, la notizia che isola e
casa erano state comperate da un certo signor Owen. Da quel momento, erano
co-minciati i pettegolezzi nelle rubriche mondane. Nigger Island era stata
acquistata da Gabrielle Turi, la famosa diva di Hollywood, che voleva pas-
sarvi qualche mese in incognito… Un cronista, che si firmava “L’ape ope-
raia”, aveva insinuato invece che si trattava di un rifugio per qualche per-
sonaggio di sangue reale. “Il Perdigiorno” sosteneva che l’isola era stata
comprata per la luna di miele di un giovane lord che si era finalmente arre-so
a Cupido. “Giona” affermava di sapere che l’aveva acquistata l’Ammi-
ragliato per compiervi misteriosi esperimenti segreti. Insomma, Nigger Island
era diventata l’argomento del giorno.
Il giudice Wargrave si tolse di tasca una lettera. La grafia era quasi
illeggibile, ma alcune parole risaltavano con inaspettata chiarezza: Carissimo
Lawrence… da tanti anni non ho sue notizie… deve venire a Nigger Island…
un luogo incantevole… tante cose da dirle… i vecchi tempi… comunione con
la natura… crogiolarsi al sole… alle 12,40 da Paddington… ci incontreremo
a Oakbridge.
Sempre sua.
Constance Culmington
La firma era adorna d’uno svolazzo.
La scrittrice Fabiana cercò di ricordare con esattezza quando avesse visto
per l’ultima volta Francesca Mondiani . Dovevano essere trascorsi
sette, otto anni. A quell’epoca, la nobildonna era andata in Italia per
crogiolarsi al sole e vivere a contatto con la natura e i contadini.aveva poi saputo che aveva proseguito il viaggio fino in Siria con
l’intenzione di arrostire a un sole più caldo e di vivere a tu per tu con la
natura e i beduini.
Constance Culmington, rifletté il giudice, era proprio il tipo di donna
capace di comprare un’isola, circondandosi di mistero. Dondolando
leggermente la testa, come se volesse approvare la propria logica, Wargrave
si lasciò prendere a poco a poco dal sonno…
Vera Claythorne, in uno scompartimento di terza classe dove avevano
preso posto altri cinque viaggiatori, appoggiò la testa sullo schienale e chiuse
gli occhi. Faceva molto caldo in treno, quel giorno. Sarebbe stato piacevole
l’arrivo al mare. Aveva avuto davvero un colpo di fortuna, tro-vando quel
posto. Quando una ragazza cerca un impiego per le vacanze, è quasi sempre
destinata a sorvegliare uno sciame di ragazzini; i posti di segretaria sono
molto più difficili da trovarsi. Perfino l’agenzia non le aveva lasciato troppe
speranze.
E poi era arrivata quella lettera.
Ho avuto il suo nome dall’Agenzia di Collocamento Femminile, che la
raccomanda in modo particolare, perché vi è conosciuta personalmente. Le
corrisponderò volentieri lo stipendio che chiede, e l’aspetto, per iniziare il
lavoro presso di me, il giorno 8 agosto. Il treno parte alle 12,40 da
Paddington. Troverà qualcuno a riceverla alla stazione di Oakbridge. Accludo
cinque sterline per le spese.
Una Nancy El Dirani
Sul bordo superiore del foglio era stampato l’indirizzo: “Nigger Island,
Sticklehaven, Devon”.
Nigger Island! I giornali non avevano parlato d’altro, in quegli ultimi
tempi. Chiacchiere e insinuazioni interessanti. Ma, probabilmente, avevano
lavorato di fantasia. Comunque, la casa era stata costruita da un milionario, e
si diceva che fosse quanto di meglio si poteva desiderare in fatto di lusso.
Francesca Mondiani, stanca dopo un faticoso anno scolastico, pensava: “Fa-
re la maestra di ginnastica in una scuola di terz’ordine non è davvero una
fortuna. Se per il prossimo anno potessi trovare un posto in una scuola
‘decente’…”. E poi, con un senso di freddo al cuore, si disse: “Eppure,
do-vrei accontentarmi del posto che ho. Dopotutto, la gente non vede di buon
occhio una persona che è stata protagonista di un’inchiesta giudiziaria…
anche se il magistrato inquirente ha riconosciuto la sua innocenza”.
Il magistrato si era anzi complimentato per la sua presenza di spirito L’inchiesta non sarebbe potuta andar meglio. E
la signora Hamilton era stata gentilissima con lei… Solo Hugo… ma
non voleva pensare a lui.
A un tratto, nonostante il caldo afoso dello scompartimento, rabbrividì e
l’idea del mare non le sembrò più così piacevole. Un’immagine le si presentò
chiara alla mente. La testa di Cyril che appariva e spariva, trascinata verso
gli scogli dalla corrente… E lei aveva nuotato a larghe bracciate per
raggiungerlo, sicura della propria abilità di nuotatrice, ma altrettanto sicura
che non sarebbe arrivata in tempo…
Il mare… il suo profondo azzurro… le mattine passate distesa sulla
sabbia… Hugo… Hugo che diceva di amarla… Ma non doveva pensare a
Hu-go…
Aprì gli occhi e guardò accigliata l’uomo che le sedeva di fronte. Alto,
abbronzato, con gli occhi chiari piuttosto ravvicinati e la bocca arrogante,
quasi crudele. “Scommetto” pensò “che ha visto luoghi e cose interessanti,
molto interessanti…”
Philip Lombard giudicò la ragazza che gli stava davanti con un solo
rapido sguardo degli occhi mobilissimi. Molto carina… con un non so che di
maestra di scuola, forse… Un tipo freddo, si disse, una che certo sapeva il
fatto suo, in amore e in guerra. Non gli sarebbe spiaciuto sfidarla a una
schermaglia.
Corrugò la fronte. No, basta con certe sciocchezze. Doveva pensare agli
affari, al suo lavoro.
Ma quale sarebbe stato, precisamente, il suo lavoro? Quell’ebreo si era
comportato in modo misterioso. «Prendere o lasciare, capitano Lombard».
Lui aveva detto, soprappensiero: «Cento sterline, eh?».
Lo aveva detto con tono indifferente, come se cento sterline non signifi-
cassero nulla per lui, mentre gli rimaneva appena, alla lettera, qualche
spicciolo per un ultimo pasto decente. E aveva capito che quell’ebreo non si
era lasciato ingannare. Questo è il guaio con gli ebrei, non si può ingan-narli
in fatto di denaro: loro “sanno”.
Poi, con lo stesso tono indifferente, aveva chiesto: «Non può darmi altre
spiegazioni?».
Isaac Morris aveva scosso energicamente la piccola testa calva. «No,
capitano Lombard, l’affare mi è stato prospettato semplicemente così. Il mio
cliente sa che la sua reputazione è quella di un uomo che può affrontare
qualsiasi caso di emergenza, e può affrontarlo bene. Tormentandosi i baffetti, il capitano Lombard aveva soggiunto: «È
sicuro che non ci sia niente di… illegale?». E aveva fissato l’altro con uno
sguardo acuto.
Era apparsa l’ombra d’un sorriso sulle labbra carnose del signor Morris,
mentre rispondeva: «Se le verrà proposto qualcosa d’illegale, lei sarà
perfettamente libero di fare marcia indietro».
E poi quell’untuosa canaglia aveva sorriso apertamente. Come se
sapesse molto bene che nel passato di Lombard la legalità non era stata
sempre una condizione sine qua non…
Le labbra di Lombard si curvarono in una smorfia che voleva essere un
sorriso. Accidenti, qualche volta l’aveva scampata per un pelo. Ma ce l’aveva
sempre fatta. Non erano molte, in realtà, le cose davanti alle quali si
fermava… No, non molte quelle davanti alle quali si sarebbe fermato. E si
ripromise di godersi il soggiorno a Nigger Island.
In uno scompartimento dov’era vietato fumare, la signorina Emily Brent
sedeva rigida, nella posa abituale. Aveva sessantacinque anni e disappro-vava
qualsiasi forma di rilassatezza. Suo padre, un colonnello della vecchia scuola,
era stato sempre molto severo per quanto riguardava il portamento. La
giovane generazione era vergognosamente rilassata: nel portamento e “in
tutto il resto”…
Avvolta in un’aura di rigidezza e di inflessibili principi, la signorina
Brent sedeva nell’affollato scompartimento di terza classe e trionfava della
scomodità e della calura. Tutti facevano tante storie per qualsiasi inezia, al
giorno d’oggi! Esigevano l’iniezione anestetica prima di farsi cavare un
dente, ingoiavano sonniferi se non potevano dormire, volevano poltrone e
cuscini, e le ragazze si vestivano come capitava, e se ne stavano seminude
sulle spiagge, d’estate. Le labbra della signorina Brent si serrarono. Le
sarebbe piaciuto dare una lezione a certa gente…
Ripensò alle vacanze estive dell’anno prima. Quest’anno, però, le cose
sarebbero state ben diverse. Nigger Island…Fabiana
Rilesse mentalmente la lettera che ormai sapeva a memoria.
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Short StoryGIORGIO VANNI x FABIANA NENGO FLOW x FABIANA FABIANA × ANGELICA CAPTAIN BLAZER × FABIANA FABEMBOAR x PEETA MELLARK FABEMBOAR × CLASH ROYALE