buio, caos, tristezza, queste sono le sensazioni che provoca l'immagine sfocata che si avvicina e che cerca di insediarsi in noi. Un'immagine confusa di ciò che sta realmente accadendo, ci sono molte persone, che vagano, senza una meta precisa, ma tutte insieme, come se il loro obbiettivo fosse comune, ma troppo doloroso per tutti loro. Indossavano un velo di tristezza e malinconia, che si mescolava alla perfezione con i loro abiti, tutti neri, costituiti principalmente da vestiti per le donne e giacca e pantaloni per gli uomini. L'unica cosa, che riusciva a dare un senso di speranza a tutti loro, erano i fiori, forse non erano i più belli, ma erano comunque dei girasoli, che simboleggiavano- o almeno ci provavano- un po' di gioia in un momento così buio e doloroso. L'immagine inizia a muoversi, come le onde del mare, inizia a prendere forma e si sofferma su un uomo in particolare, ma senza mostrarne il volto. Indossava una giacca vellutata nera, una cravatta, che però aveva provato a slacciare e che ormai, non era più nella posizione iniziale e inoltre stava bevendo, probabilmente per dimenticare. Dopo poco, il viso dell'uomo inizia a diventare familiare, era il padre di Viola, più sofferente che mai, che affogava ogni suo dispiacere nell'alcol. Era affranto, tanto da sfuggire alla folla, che lo stava intrappolando in un pozzo senza fine, per dirigersi poi in una piccola chiesa, non era grande, ma accogliente, giusto per i parenti più stretti, che avevano bisogni di piangere in un luogo comune, per sfogarsi, ma senza essere giudicati. Le persone erano vulnerabili davanti a Dio e alla bara ornata di fiori, che era stata posizionata sull'altare. Il prete che rassicurava tutti, con le sue buone parole, apparve agli occhi di tutti coloro che risiedevano nella sala, quasi ripetitive, come se le dicesse un po' in tutte quelle dolorose cerimonie. Forse perché non conosceva bene la vittima, o semplicemente perché era il suo modo di consolare i vivi. L' atmosfera era tesa, tanto da far tremare di paura la stessa immagine, che prese la rincorsa e cambiò del tutto, mostrava sempre lo stesso giorno, ma un momento diverso, più delicato e doloroso allo stesso tempo. Era raffigurato un cimitero, contornato dalle sfumature vivaci del cielo, che quella mattina risplendeva più che mai, ma era pur sempre un giorno buio e pieno di addii. Mostrò più persone, che piangevano e donavano fiori alla vittima, ma senza far vedere il nome inciso sulla lapide, era tremendo, un momento pieno di amarezza. Quando tutti se ne furono andati rimase una sola persona, Finn, che senza dire una parola, ma esprimendo i suoi più puri sentimenti tramite le lacrime, che gli bagnavano il suo piccolo e innocente volto, volse un sorriso sincero alla lapide, mise la mano su quest'ultima e disse semplicemente:" Addio". La figura mutò nuovamente, fece vedere la mano di Finn sulla lapide, ma fece notare il nome inciso sulla lapide, quasi per indicare che era finita. C'era inciso a caratteri cubitali:" Qui giace Viola Young, figlia, amica e amorevole donna che possa riposare in pace". le parole riapparvero più volte e accompagnate dall'immagine e dal dolore. Ma accade qualcosa di sconvolgente, l'immagine si riavvolse da sola, come il nastro di una videocassetta e scomparve nel nulla, lasciando solo un'immagine nera, che dominava il tutto e che dava la sensazione di star mutando, infatti divenne bianca. Poi d'un tratto un'immagine sfocata. Due occhi si aprono.
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questione di ricordi
Teen FictionViola è una ragazza di 17 anni che va a vivere con suo padre nella piccola cittadina di Forks nella penisola di Washington. Era una ragazza come tutte finchè non iniziò a ricordare degli episodi che aveva cancellato dalla mente e che le cambieranno...