Prologo

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Grossi nuvoloni scuri si facevano strada in mezzo al cielo pallido.
Annunciavano un forte temporale. Il primo della stagione autunnale.
Forse era l'incombente arrivo della pioggia o l'improvviso calo di temperatura della notte scorsa o magari era solamente la solita fretta mattutina che faceva sfrecciare più veloci del solito le automobili.
Anche la gente si muoveva con un'insolita frenesia, gli studenti non si fermavano più di tanto a chiacchierare per strada con i compagni, le colazioni ai bar diventavano più brevi, i mezzi arrivavano in orario per la fretta.
E mentre le foglie s'imbrunivano e cadevano pigramente dagli alberi, le persone andavano avanti e indietro cariche e indaffarate, infondendo vita al ritmo incessante della città.

Dalla cima della Grande Torre le persone si riducevano in singole formiche: insignificanti, ma tuttavia fondamentali per la sopravvivenza di quel piccolo mondo che un giorno avrebbero inevitabilmente distrutto.
Questo era quello che pensava in quel momento la figura che volteggiava intorno all'orologio della Grande Torre.
Le grandi ali nere spostavano masse d'aria che si trasformavano in una lieve brezza autunnale.
Se qualcuno tra quelle formiche avesse alzato un attimo lo sguardo, avrebbe notato, tra le foglie che danzavano trasportate dal vento, delle insolite piume nere che si adagiavano sul terreno e svanivano dopo qualche istante. I più accorti invece avrebbero anche notato che quelle piume nere non avevano del tutto una connotazione naturale, ma erano intrise di qualcosa che gli uomini chiamavano per semplificazione "magia".
Ma quel tipo di magia non riguardava l'uomo.
Forse è per questo che nessuno notava la sua presenza.

Rei - era questo il nome della figura alata - scrutava il cielo nuvoloso.
Ma perché farlo?
Perchè non rivolgersi al Sole oppure alla Luna?

E' tardi - pensava - E' appena iniziato un nuovo equinozio eppure è sempre tardi per tutto. L'essere che un tempo hanno chiamato Geist sarebbe tornato e sarà inevitabilmente affare degli uomini.

Ma ciò che viene a contatto con gli uomini, alla fine viene sempre corrotto.
Forse avrebbe dovuto lasciare le cose così com'erano.
Lasciare che Geist distrugga quelle misere esistenze o lasciare che quelle anime mortali si distruggano a vicenda come hanno sempre fatto nel corso della storia.
Poteva farlo. Ma non era quello che voleva.
Non si chiedeva se valesse la pena lasciare o meno in vita gli esseri umani, sapeva solo che quel piccolo Mondo non era il campo di battaglia di una guerra che non riguardava nessuno.

Continuò ad osservare i nuvoloni che venivano dall'orrizzonte.
Forse in mezzo alla tempesta avrebbe trovato quello che cercava.

▪▪▪

C'erano molte persone quel giorno in biblioteca ma non si sentiva volare una singola mosca. Si poteva udire solo il picchiettio della pioggia sulle ampie finestre. In quel momento era indubbiamente il posto migliore per rilassare la mente e rifugiarsi da quel terribile tempaccio.

I piccoli passi del ragazzo rimbombavano nella vuota sezione di storia. C'erano molti studenti che girovagavano per gli scaffali ma nessuno sembrava mai avere particolare interesse per quella sezione. Si fermò davanti ad uno scaffale e fece scorrere lo sguardo dal basso verso l'alto per individuare la lettura che cercava.
La trovò, ma per sua sfortuna il libro si trovava piuttosto in alto, ben lontano dalla sua portata. Avrebbe potuto chiedere ad uno dei bibliotecari o a qualcuno che stava passando di fargli un favore e di prendergli gentilmente il libro che cercava.
Avrebbe voluto chiedere a sua sorella che, fino a poco tempo fa, lavorava proprio in quella biblioteca, ancora prima che accettasse il suo lavoro attuale. Un lavoro che includeva anche momenti di dubbia legalità.
In realtà si vergognava di dover chiedere aiuto a qualcuno. Ovviamente era per timidezza, ma anche per il fatto che, a differenza dei suoi coetanei, era un po' più basso rispetto alla media e, nonostante fosse solo una sciocchezza, la questione lo metteva spesso a disagio.
Non c'erano scale nei paraggi ma poco prima aveva avvistato nella sala principale un paio di sgabelli. Si voltò per tornare indietro ma qualcosa dietro di lui sfiorò i suoi capelli biondi facendolo rabbrividire e proprio in quell'istante sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla.
Si girò di scatto. Era una delle bibliotecarie.

Il sogno di un curiosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora