Capitolo 5

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"Ho avuto tanta pazienza
Da scordare per sempre;
Sofferenze, timori
Son finiti su in cielo.
E la sete malsana
Mi oscura le vene."

(Arthur Rimbaud)

Un'aria gelida entrava dalle finestre del salone principale, ma il ragazzo seduto davanti al caminetto bianco non sembrava curarsene affatto. Non si preoccupò nemmeno di accendere il fuoco nonostante il freddo si fosse ormai impadronito della sala.
Osservava, stampati su una vecchia fotografia, i volti stanchi ma sorridenti di un team di ricerca della Rema. Tra questi vi era la buffa espressione dell'ormai defunto presidente Valberg.
Teller ricordò di quella volta in cui il presidente gli disse di detestare quella foto perché aveva "totalmente l'aria di un tossicodipendende con quel nido di rondine in testa e con quegli occhi da far invidia ad un panda!", ma a Teller piaceva quella foto perché, nonostante quell'aria da morto vivente dovuta a notti insonni di ricerche, portava sempre quel sorriso allegro che contagiava tutti. Anche i suoi avversari.
Fu davvero un grand'uomo. Si era preso cura di lui e di Hesse quando ancora erano bambini, il tutto mentre si occupava dell'organizzazione della Rema. Era stato un vero padre e un lodevole presidente. E adesso mancava a tutti.
L'incidente di Ayase gli aveva riaffiorato dei ricordi dolorosi. Quella volta, mentre tentava di mantenere il ritmo della melodia curativa di Mhòr, gli tornò in mente ciò che accadde quattro anni fa: l'esplosione della Green Tower e la perdita della sua figura paterna. Il sangue che vedeva uscire dalla ferita del ragazzino gli evocò la visione di Rei Schiller che volava verso la Grande Torre subito dopo l'esplosione, in mano teneva la Falce del Sole coperta di sangue, un aura oscura avvolgeva la sua figura. Ricordò la furia che prese il sopravvento sulla sua ragione e, senza nessuna arma o protezione, si era scagliato verso quell'assassino. Non era riuscito a vedere il suo volto, oscurata da quella malevole energia, ma vide chiaramente i suoi occhi.
Vide riflessa la sua stessa follia.
Liquido rosso colava dalle sue iridi. Rosso. Erano rosso fiammeggiante quegli occhi demoniaci. Rosso divenne la sua visione quando mancò il colpo e Rei lo colpì alla schiena con la Falce facendogli perdere i sensi.

Non si definiva un vero e proprio fumatore. Ogni tanto però gli capitava di tirare fuori una sigaretta e di farsi due tiri. Lo rilassava in qualche modo.
Andò sul balcone e si appoggio alla ringhiera, inspirò e poi buttò fuori il fumo svuotando così anche la sua mente.

Sentì arrivare qualcuno. Mhòr si attivò ed entrambi sentirono la presenza di un'altra Arma Ancestrale.
Era Lòchran.
Il suo proprietario entrò dall'ingresso principale di Light Wheel e andò incontro al ragazzo.

"Hey Teller! Come va?"

"Ciao, Rikki."

Rikki frequentava ancora il liceo e, nonostante custodisse una delle Ancestrali, suo fratello maggiore - il signor Marvin - non voleva che saltasse la scuola per motivi che non fossero di estrema urgenza. Dunque riunioni secondarie e addestramento venivano recuperati in un secondo momento e a Rikki andava bene così. A prima vista sembrava il classico ragazzo sportivo fissato solo sugli allenamenti e sulle partite, ma in realtà era uno che ci teneva alla sua istruzione, per questo non faceva storie quando il signor Marvin preferiva non includerlo nelle riunioni mattutine.

"Come sta Ayase? Ci sono novità?"

"...non credo."

Rikki fu davvero su di giri quando il fratello gli disse che stava considerando l'idea di far entrare nella Squadra un suo coetaneo, non vedeva l'ora di incontrare Ayase ma forse questa non era la circostanza che si era immaginato.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 02, 2021 ⏰

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