Capitolo 2

20 3 0
                                    

La città era appesa alla mia finestra, piatta come un manifesto, luccicante e amiccante, ma per quanto mi riguardava avrebbe potuto non esserci affatto.

(Sylvia Plath, La campana di vetro)

Quella sera era immersa nella quiete più assoluta. O perlomeno in quel quartiere.
Nadia, seduta sul tetto, osservava i primi puntini bianchi spuntare nel cielo violaceo. Dietro di lei, Ayase osservava i suoi riccioli castani scompigliati da una brezza leggera.

"Quello che stai proponendo è davvero pericoloso. È letteralmente un salto nel vuoto." Sospirò Nadia rassegnata.

Ayase rivolse l'attenzione verso il cielo.

"È vero. Ci saranno moltissimi imprevisti. Ma funzionerà." Disse tentando vagamente di imitare il tono scocciato di Teller.

Era davvero l'unico modo? In effetti non c'erano molte altre possibilità.

"Va bene. Però..." - era inutile dirlo, sapevano entrambi quanto fosse alto il rischio - ...cerca di fare attenzione."

Ayase non rispose. Continuò a fissare il cielo che si riempiva di stelle.

Nadia cambiò discorso.

"Ora andiamo. Ti lascio le chiavi del magazzino."

Rientrarono nell'appartamento. Roze e Thea erano già pronte con i loro abiti sgargianti.

"Forza signore! C'è una festa che ci attende!" Esclamò Thea entusiasta.

Ayase abbracciò sua sorella e si lasciò cullare per un po' inspirando il suo profumo ai frutti di bosco.

"Tornerò presto lo sai, Revie? Non è mica la classica festa in discoteca che finisce alle 4 di mattina." Sussurrò Roze accarezzandogli le ciocche bionde.

"Lo so."

"Domani ti accompagnerò a scuola, d'accordo?"

"D'accordo."

Ayase salutò le tre ragazze e rimase solo. Aprì la finestra e scrutò nuovamente la volta celeste.

▪▪▪

L'ospite d'onore non era ancora arrivato. Molte persone però erano già brille ed Hesse si era stufata dei suoi interlocutori. Troppo logorroici, troppo capricciosi.
Scrutò l'enorme sala in cerca di una scusa per allontanarsi. Non era necessario. La sua soluzione era andata direttamente a cercare lei. Si congedò dai suoi interlocutori e seguì la collega.

"Dove diavolo ti eri cacciata, Val?!" Disse la ragazza dai capelli neri.

"Ti avevo detto che avrei occupato la sala principale!" Rispose Hesse.

"Non fa niente! Vieni a darmi una mano."

"Lami, che hai combinato...!"

L'acconciatura di Lami Morgenstern si stava disfacendo. Così come la pazienza di Valerie Hesse. Quest'ultima cercò di risistemare con le spille i capelli dell'amica.

"Li raserò a zero."

"Non pensarci nemmeno."

"Ci sono dei pezzi grossi della banca commerciale nella zona bar. Dovresti andare a stregarli con la tua incredibile bellezza."

Hesse le tirò una ciocca.

"Ahi! Guarda che dobbiamo fare seriamente!"

"Adesso ci vado. Fra non molto arriveranno anche Nadia e Roze così potremo coprire più terreno."

Il sogno di un curiosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora