Gli incubi sono tornati

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Pov's Claire

Ore 14.30

< Heleeee ti prego sto morendo di fame, anticipiamo la pausa pranzo di 5 minuti> la prego facendo il labbruccio e gli occhi dolci.

< Mi hai letto nel pensiero, puliamo queste ultime tazzine e poi chiudiamo> la adoro punto.

Mentre siamo intente a pulire, sentiamo il campanello, che ci annuncia l'arrivo di un altro cliente. Ci guardiamo e sbuffiamo consapevoli di non poter anticipare la chiusura per la pausa pranzo.

< Un secondo e siamo subito da lei> mi rivolgo al cliente, dandogli le spalle.

Non pensavo che quel giorno sarebbe arrivato così presto. Io ed Helena ne abbiamo passate tante insieme, forse troppe. Pensavamo di aver finalmente raggiunto un po' di serenità qui a Tijuana. Invece ci sbagliavamo. Non pensavamo che dopo 5 anni avremmo risentito quelle orribili voci

< Ma bene bene, Alexander guarda chi abbiamo qui... palla di lardo 1 e palla di lardo 2...> è Ras de la Cruz.

Ho i brividi, tremo. Io ed Helena siamo dietro il bancone e di spalle. Siamo immobili, non riusciamo a girarci. Non è possibile che siano ritornati.

< Oltre ad essere ingrassate siete diventate pure sorde?> ci schernisce una voce, quella di Alexander Diaz.

Spaventate ci voltiamo lentamente, ma non riusciamo ad alzare lo sguardo.

Sento dei passi, segno che si stanno avvicinando al bancone. Poi silenzio.

Improvvisamente sento una forte stretta al mento che mi costringe a sollevare lo sguardo.

Occhi azzurro ghiaccio, mascella definita, capelli biondi, potrebbe sembrare un angelo ma è tutt'altro.

Alexander Diaz, noto a scuola per essere un donnaiolo ma soprattutto un bullo. Cattivo, arrogante, ma non tanto quanto Ras de la Cruz. Insieme comandavano la scuola, ogni scusa era buona per prendere in giro i più deboli. Noi eravamo nuove e in poco tempo eravamo diventate le loro prede preferite. Si divertivano a prenderci in giro, a lanciarci addosso i panini e le bibite della mensa e ci costringevano a fare i loro compiti. Non solo... loro decidevano cosa e quando dovevamo mangiare. Capitavano giorni in cui digiunavamo. Più volte erano arrivati anche alle mani. Schiaffi, pugni e spintoni contro gli armadietti. Queste erano le punizioni se non stavamo alle loro regole

Mi fissa con quello sguardo maligno, stringe la presa sul mio mento. Il dolore pian piano sta diventando insopportabile e istintivamente chiudo gli occhi.

<Apri questi cazzo di occhi > mi urla a pochi centimetri dal viso. Ormai le mie lacrime cadono senza controllo.

< Ti prego lasciami – singhiozzo – mi fai male> ho paura per me e per la mia migliore amica.

< Lascialaaaa> interviene Helena in mio aiuto ma ho il timore che così facendo, stia solo peggiorando la situazione.

Pov's Helena

< Lascialaaaa> non so dove ho preso il coraggio ma vedere la mia migliore amica così sofferente, mi ha fatto allarmare. Non potevo permetterlo.

Sento una forte stretta ai capelli e in un millesimo di secondo sento la mia faccia sbattere contro il tavolo del bancone. Un urlo proviene dalla mia migliore amica.

< Tu devi stare solo zitta, hai capito palla di lardo?> mi urla contro Ras, stringendo di più la presa sui capelli.

Un sapore ferroso giunge alle mie labbra. Probabilmente mi ha rotto il naso e inizio a sentirmi un po' stordita.

< Vi prego lasciateci in pace, non vi abbiamo fatto niente> li prego ma soprattutto mi rivolgo a Ras, guardandolo dritto negli occhi singhiozzando.

Ras de la Cruz, occhi neri come la pece, alto, muscoloso e pieno di tatuaggi. Il bullo più pericoloso della scuola. Lui comandava e decideva su tutto e tutti. Lui provocava, umiliava, picchiava e chi per sbaglio incrociava la sua strada si era automaticamente guadagnato un biglietto per sola andata all'inferno.

Il nostro inferno è durato 3 anni, sarebbe durato di meno se non si fossero fatti bocciare per ben 2 volte. L'anno da dimenticare è stato l'ultimo, perché a seguito della bocciatura sono capitati nella nostra classe. Da quel momento ogni giorno io e Claire abbiamo vissuto un incubo ad occhi aperti. Non volevamo più andare a scuola per non subire più, ma cosa potevamo dire ai nostri genitori? Avevamo avuto la sfortuna che lavorassero nell'azienda di famiglia di quei due mostri. Ci avevano minacciato. Dovevamo tenere la bocca chiusa se no avrebbero convinto i loro genitori a licenziare i nostri. Quasi alla fine dell'ultimo anno non abbiamo più resistito, erano troppe le sofferenze. Ci siamo confidate con i nostri genitori, i quali non hanno impiegato due secondi a chiamare i loro capi e licenziarsi non prima però di aver raccontato tutto quello che noi avevamo subito da parte dei loro figli. 

Da quel giorno Ras e Alexander sono stati ritirati da scuola e non li abbiamo più rivisti per fortuna. Questo è quello che credevamo, fino adesso.

< Vi siamo mancati, non è vero?> Alexander si rivolge a noi, lasciando finalmente il mento di Claire che continua a piangere silenziosamente.

< Credevate di esservi liberate di noi, ma questo è solo l'inizio > continua Ras che lascia la presa sui miei capelli permettendomi di raggiungere con fatica Claire per abbracciarla.

Siamo ritornate indietro nel tempo, siamo terrorizzate , i nostri incubi sono tornati.

Amare LacrimeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora