Il cliente ha sempre ragione

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2 settimane dopo

Pov's Claire

Mi rigiro e rigiro nel letto. Non riesco a dormire. Da quando abbiamo ricevuto quell'orribile visita né io né Helena abbiamo chiuso occhio.
Entrambe abbiamo il terrore che possano ritornare da un momento all'altro e farci del male.
Con questi pensieri mi alzo e raggiungo la cucina con l'intento di prepararmi un po' di camomilla sperando che abbia un effetto sedativo su di me almeno questa notte.
Accendo il fornello su cui poggio il pentolino pieno di acqua. Prendo una bustina di camomilla e aspetto che l'acqua bolli.
Cerco di fare il minimo rumore, se Helena è riuscita a dormire non vorrei che si svegliasse.
Quando è tutto pronto, verso l'acqua nella tazza e aggiungo la bustina. Aggiungo poi un po' di zucchero e mescolo con il cucchiaino per scioglierlo per bene. Ne bevo un sorso facendo attenzione a non scottarmi la lingua.
<C'è un po' di camomilla anche per me?>
< Oddio Hele scusami ,ti ho svegliato?>
< Tranquilla Claire no, non mi hai svegliato, non riuscivo a dormire> siamo in due
< Credo entrambe per lo stesso motivo...- le passo una tazza di camomilla- quando pensi finirà Hele?? Io non ne posso più> i miei occhi si fanno subito lucidi
< Claire non lo so sinceramente. Posso solo dirti che dobbiamo essere forti , non possiamo farci trattare in questo modo. Affrontiamo tutto insieme, lo abbiamo sempre fatto e vedrai che ne usciremo. La prossima volta che ci provano anche solo a metterci le mani addosso, ti giuro Claire che li denuncio. Non me ne frega niente, mi sono stancata di subire. Io voglio essere felice  e credo che anche tu lo voglia>
< Hai ragione Hele ma io non so se ci riesco. Non sono forte come te. Lo hai visto anche tu che di fronte a loro mi sono paralizzata e l'unica cosa che ho fatto è stato pregare Alexander, anche se inutilmente, di non farmi del male. Io ho paura> scoppio a piangere.

Me la prendo con loro ma anche con me stessa, per il mio essere debole, per non essere capace di affrontarli, per permetterli di fare quello che vogliono, per non essere in grado di difendere la mia migliore amica.
Hele mi abbraccia stretta stretta, non so cosa farei senza di lei. È come una sorella per me e vorrei avere la sua stessa forza e tenacia.

Ore 9:30

< Ecco a lei un caffè servito con un cioccolatino al fondente e una brioche al pistacchio, buona colazione>
< Mmm che bontà, grazie mille cara>
Un altro cliente servito, un'altra soddisfazione per noi. Siamo contentissime che la nostra piccola pasticceria sia così tanto apprezzata.

Per oggi io ed Hele ci siamo scambiate le mansioni. Lei in cucina, io al bancone e ai tavoli per servire. Poi dopo il pranzo ci daremo il cambio. Faccio avanti e indietro per i tavoli , assicurandomi che tutti i clienti abbiano ricevuto la colazione. < Claire- mi chiama il signor Guzman- avete ancora quel gustosissimo chocoflan?> <Certo, gli porto subito una bella fetta> < lei è una dea Claire, le sue mani insieme a quelle di Helena fanno magie deliziose> < la ringrazio signor Guzman però non esageri ahaha, siamo solo due ragazze molto appassionate alla pasticceria> quando riceviamo così tanti complimenti sono molto contenta ma allo stesso tempo mi imbarazzo infatti divento tutta rossa come in questo momento.

Vado al bancone, prendo un piattino e una forchetta. Poi dalla vetrina espositiva prendo il chocoflan e ne taglio una fetta generosa. Aggiungo qualche fragolina come decorazione e sono pronta per servirlo.

La prossima volta potrei aggiungerci anche un po' di granella di nocciole, secondo me ci starebbe benissimo

< Un caffè, veloce > una voce roca interrompe i miei pensieri. E' tornato, è Alexander.

Ripenso alle parole di Helena, devo essere forte.

Sollevo lentamente lo sguardo dal piatto fino a quando i miei occhi incontrano i suoi.

Vorrei che Hele fosse qui in questo momento ma non posso sempre chiedere il suo aiuto, questa volta voglio farcela da sola.

< Servo un attimo il signor Guzman e poi servirò lei>  batto il cinque a me stessa.
Brava Claire continua così, rivolgiti come se fosse uno sconosciuto come se ti fosse indifferente la sua presenza.
<Forse non mi sono spiegato bene, ho detto un caffè, VELOCE.Mi stai facendo perdere tempo> alza il tono di voce. Non so perché ma mi ha dato la carica per rispondergli a modo
< Ed io invece le ho detto che deve aspettare> non ci credo l'ho azzittito.
Vado verso il tavolo del signor Guzman <ecco a lei il chocoflan, mi sono permessa di aggiungere qualche decorazione, buon appetito>.

Torno dietro al bancone, lui è ancora lì.
Gli do le spalle mentre preparo il suo caffè.
Ad un certo punto un odore di fumo giunge alle mie narici. No la sigaretta non la permetto. Non mi volto perché già  immagino di chi sia.
< Non è consentito fumare all'interno della pasticceria> non mi risponde.
Mi giro per servirlo. Lo vedo con la sigaretta accesa ancora tra le labbra
< Mi ha sentito?> Mi guarda continuando a fumare come se nulla fosse. È insopportabile , qui dentro ci sono anche dei bambini che fanno colazione.
< Alexander mi hai sentito?> Vediamo se chiamandolo con il suo nome mi ascolta. Mi fissa, poi finalmente si decide a rispondermi < non c'è bisogno che lo ripeti stupida, avete un posacenere?> Sto per rispondere quando sento un bruciore lancinante al braccio. I miei occhi si riempiono di lacrime. Ritraggo il braccio stringendolo al petto. Mi ha spento la sigaretta sul braccio. Trattengo un urlo, non voglio spaventare i clienti.
< Che ti serva da lezione, quando io dico una cosa, è quella. Se ti dico di farmi il caffè , me lo DEVI fare SUBITO. E poi io sono un cliente come tutti gli altri e come ben sai il cliente ha sempre ragione>

Non parlo, non ci riesco, sono di nuovo paralizzata dal dolore e da lui

< Questi sono per il caffè - getta sul bancone delle monete - ovviamente per cameriere con questo atteggiamento niente mancia >.

Ho sbagliato, non dovevo rispondergli, dovevo starmene zitta e fargli quel maledetto caffè
Lui ha ragione, è un cliente e i clienti hanno sempre ragione
hanno sempre ragione
hanno sempre ragione

Amare LacrimeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora