La bella vita italiana

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🇮🇹
<<Ripeti la parte in cui si è paragonata a Meryl Streep, ti prego>> chiede Astrid, seduta sul mio letto, intenta ad ingozzassi di fragole e panna.
<<Smettila, non è per niente divertente>> le dico infastidita.
Lo sguardo di Astrid si fa serio all'improvviso.
Abbandona sul comodino il suo spuntino e si avvicina a me.
<<Hey, che ti importa di Malefica? Non ci sei mai rimasta così male, non ti ha neanche insultata>>
La mia amica aveva ragione, erano ore che ripensavo a quanto mi avesse dato fastidio vedere Abby ieri. Quanto mi ha dato fastidio vederla vestita come me, il suo carattere strafottente, la vocina stridula, e il vederla con Spencer.
È stato un tormento provare a pensare perché mi avesse dato così fastidio vedere Spencer li, proprio adesso che avevo capito che la sua compagnia fosse meno fastidiosa di quanto immaginavo.
In conclusione, avevo tratto la mia risposta proprio dal fatto che odiavo vedere una persona con cui mi piaceva passare del tempo con Malefica, si era sicuramente questo.
<<Hai ragione. Mi devo distrarre. Ci sei per una giornata in Spa?>>
<<No, papà mi vuole in studio. Non ce la faccio più, la mia mente non ne puó più di tutte queste leggi>> si lamenta riferendosi al fatto che sta studiando per seguire le orme di suo padre nello studio legale.
Studio legale, al quale, inoltre si rivolge mio padre per eventuali complicazioni a lavoro.
<<Comunque, trovo incredibile questa storiella tra Evans e la stronza>> dico io
<<Stronza fortunata>> dice Astrid, a voce bassa, sperando che non la senta.
<<Astridd!!>> le urlo io mentre le lancio un cuscino.
<<Che c'è? Vuoi negare che mr. tutto muscoli sia fighissimo?>>
<<mr. tutto muscoli? Davvero?>>
<<Ho inventato altri nomignoli per lui, li vuoi sapere?>> chiede lei, come una bambina emozionata per dire la sua poesia natalizia.
<<non dovevi andare in studio tu?>> dico tirandola su dal letto e tentando di trascinarla fuori casa.
<<Ti manderò la lista, li ho tutti scritti sulle note!>> esclama, uscendo dalla porta.

Qualche ora dopo, appena ho finito di mangiare, inizio ad avere sonno, colpevole, in parte, la notte passata in bianco a guardare serie.
Mi rimetto il pigiama e mi infilo sotto il lenzuolo. Non riesco a dormire neanche per cinque benedetti minuti che il cellulare inizia a squillare, lo prendo per abbassare il volume, convinta di voler rifiutare la chiamata (a meno che non si tratti si Eric) ma il mittente mi fa cambiare idea: Spencer. Sono così inspiegabilmente sollevata da questa telefonata, di solito non sopporto qualsiasi tipo di disturbo durante il pisolino pomeridiano.
<<Paco Rabanne?>> chiedo, tentando di nascondere il sonno con la voce.
<<Hale! Dormivi per caso>>dannazione.
<<No, cosa vuoi?>> rispondo, con il tono di voce più freddo e distaccato del mio repertorio.
<<Sono con mio padre e il signor Hale, perché non vieni un secondo negli uffici? Abbiamo una proposta da farti.>>
<<Arrivo subito>> rispondo sicura, staccando.
Mentre sono in macchina, mi rendo conto di essere convinta che sia successo qualcosa riguardo la faccenda degli affari dei nostri padri.
Supero di corsa l'ingresso del palazzo dove ci sono gli uffici, per poi entrare nell'ascensore e schiacciare il bottone numero sei.
Al sesto piano trovo Meredith, la segretaria di mio padre, che sta facendo un ordine al bar.
<<No, i caffè italiano macchiati sono tre, le ciambelle glassate 4, ci vuole cosí tanto?!>> ah la dolcezza di questa donna, la amo.
<<Lydia tesoro, desideri qualcosa?>> mi chiede gentilmente.
<<Un cookie al caramello e un Mocha coconut frappuccino, grazie>> rispondo, con un sorriso.
Dopo che Meredith ha riferito anche il mio ordine, mi rivolge un sorriso gentile, si possono vedere sul suo viso alcune rughe, che però non hanno scalfito il suo fascino.
<<Come va, dolcezza?>>
<<Meravigliosamente Meredith, a te?>>
<<Bene, fortunatamente, tuo padre ti aspetta, a dopo>> detto questo, si dilegua, per andare a richiamare una tirocinante che ha fatto cadere a terra una serie di documenti.
Entro nell'ufficio di mio padre, dopo aver bussato.
<<Papà, Signor Evans>> saluto i due uomini davanti a me, ignorando Spencer seduto su una poltrona, intento a fare chissà cosa al computer.
Ed è proprio mentre i nostri padri ricambiano i saluti, mi rendo conto che sono tutti troppo tranquilli per trattarsi della storia su cui stavamo "indagando" io ed Evans.
Mi siedo, chiedendomi come mai, a questo punto fossi lì.
<<Allora Spencer, il tredici o il quattordici?>>chiede mio padre riferendosi a Paco Rabanne.
<<Il tredici, sono disponibili tutti i posti>> risponde il ragazzo, che non ha staccato lo sguardo dal monitor del computer.
<<Ci sei per il tredici di questo mese, Hale?>> mi chiede Evans.
<<Si, dovrei essere libera, dove
andiamo?>> chiedo incuriosita dalla situazione.
<<Capri>> dice il signor Evans.
Sono cosí contenta che finalmente potrò visitare una parte dell'Italia che non sia Milano durante la settimana della moda.
<<Si trova in Italia>> puntualizza Spencer.
<<Si, lo so dove si trova, grazie mille>>rispondo acida.
Mentre mi mostrano l'albergo e i posti dove andare, Meredith entra in ufficio portando due caffè a papà e al signor Evans, e a me il cookie e il frappuccino.
<<Rimani leggera Hale, complimenti>>
mi astengo dal rispondere al commento naturalmente non richiesto Spencer.
<<Cos'è il gioco del silenzio? Comunque andiamo devi accompagnarmi>> accompagnarlo?! Piuttosto gli faccio fare tutta Manhattan a piedi.

Dopo cinque minuti mi ritrovo in macchina con Evans, colpa di mio padre che mi ha categoricamente vietato di lasciarlo a piedi.
<<Allora, come mai Capri?>> chiedo a lui mettendo in moto.
<<Ci andavano per lavoro, allora ho chiesto se potessi andarci anche io, sono loro che hanno voluto aggiungere anche te>> sbuffa.
<<Beh Evans, ritieniti fortunato, sono favolosa. >>
<<E modesta soprattutto>> sorride
<<Comunque sai di che lavoro devono occuparsi in Italia?>> chiedo, pensando a quella storia dei loro brutti affari, infatti in un secondo già ho in mente almeno dieci scenari in cui mio padre chiacchiera con un mafioso, quelli con la pipa, grasso e con i baffi, quelli che si vedono nei film.
<<Non ne ho idea, ma calmati, credo sia roba pulita o non ci avrebbero portato>> afferma sicuro, avendo capito la mia insinuazione.
<<Lo spero, voglio godermi la bella vita italiana senza pensieri>>

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