Il mio sangue e il mio corpo funzionava in modo diverso dagli altri. Non sono mai stata capace di applicare il dominio sulle altre persone, ma su di me ci riuscivo.
I miei processi rigenerativi erano più rapidi e precisi, riuscivo a direzionarli lì dove era più urgente e riuscivo a guarire anche da ferite gravi nel giro di pochi giorni.
Per quelle di mamma ci misi 3 giorni prima di riuscire a rimettermi in piedi, ma erano comparse voci nella mia testa.
Non stavano mai zitte, si siedevano sul mio petto togliendomi il respiro e mi pizzicavano le guance.
"saresti dovuta morire tu"
"ti rendi conto di aver ucciso i tuoi genitori?"
"mi chiedo cosa succederebbe se arrivasse la polizia e trovasse loro due con ancora te viva vicino"
"forse aveva ragione a dire che non dovevi nascere"
Questa voci non avevano volto, ma avevano corpo. Facevano paura, perché non riuscivo a capire se fossero reali o meno.
Cercavo di zittirle o di ignorarle, ma nei 3 giorni in cui sono stata ferma ho dovuto ascoltarle, e non riesco a non pensare ad altro.
Hanno ragione.
Non dicono nulla di sbagliato, sono solo io che mi rifiuto di accettarlo.
Quando mi alzai in piedi, dovetti un attimo riprendere coscenza del mio equilibrio, le caviglie ancora facevano un po' male.
Evitavo di guardare i miei come fossero la peste.
Era come quando per sbaglio qualcuno si faceva male all'asilo ad un gioco che avevi scelto tu.
Mi sentivo in colpa, pensavo che se li avessi guardati mamma mi avrebbe rimproverato.
Però sapevo bene che non l'avrebbe fatto.
Ripreso il controllo delle mie gambe, le collaudai mettendomi a correre più forte che potevo.
Ma non era così, mentivo.
Collaudate o meno, volevo seminare quelle voci, e allontanarmi dai sensi di colpa.
Un po' mi sfogai anche correndo, e persi il concetto di tempo e di luogo, non avevo idea in che parte di spazio mi trovavo.
So solo che continuai a correre per paura che quegli esseri avessero le gambe più lunghe delle mie.
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Gli alberi si diradarono mostrando una serie di colline scomposte, più a valle una vasta pianura, che dava su un giardino privato.
Lì c'era una casa, anche se in lontananza, e forse mi avrebbero aiutato a levarmi di dosso le voci.
"non hai paura di perdere il controllo pure su di loro?"
Saltai sul posto e caddi all'indietro, guardando nella direzione da cui proveniva la voce.
Pensavo di averli seminati per un po', invece erano accoccolati sul dorso di una grande roccia che mi fissavano.
O così pensai, visto che non avevano testa.
"se hai intenzione di chiedere aiuto a qualcun altro, ricorda che non ti prenderanno sul serio" disse il più grande avvicinandosi piano a me.
Lo guardai confusa, inziando a tremare e a indietreggiare. A breve sarebbe stato capace di toccarmi.
"noi tutti siamo nella tua testa, solo tu puoi vederci. Per quanto tu possa correre, saremo sempre con te. Nessun uomo potrà mai aiutarti" disse poggiandomi le mani sulle spalle con fare paterno.
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psycho // Himiko Toga x fem reader
Fanfiction!! XREADER!! !!! Fem x fem !!! !!! Linguaggio scurrile, scene violente e sensibili (sangue/tortura/ combattimenti)!!! Ognuno è libero di pensarla come vuole, se non vi vanno a genio le coppie omosessuali allora penso proprio che non siate nel posto...