~backstory Pt3~

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So che vi siete rotti della backstory ma vi prometto che chiudo qui e dal prossimo capitolo in poi si inizia con la storia, solo non mi piace mettere la backstory a caso all'interno della trama.
E n j o y


Il bambino urlatore stava a terra da un paio di settimane, aveva perso conoscenza ed era tutto bruciato, anche se in alcune parti meno.

Le fiamme vennero spente dai pompieri il giorno dopo che salvai il ragazzo, la polizia cercò qualcosa fra le ceneri ma non trovò nulla.

Il ragazzino era più alto di me, ipotizzai anche più grande in generale, ma avevo paura di perderlo.

Avevo paura di usare il dominio per curarlo, visto che ancora non sapevo controllarmi, ma anche lasciarlo morire così mi sembrava brutto.

Che senso aveva salvarlo se poi non gli impedivo la morte?

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Un giorno, faceva particolarmente freddo.

Avevo portato da casa con me solo una mantellina, ma preferii lasciarla sulle spalle del ragazzo-barbecue. Finché ancora sentivo il suo battito  volevo prendermi cura di lui come meglio potevo.

Rimanevo con addosso solo una maglietta a maniche corte, e le energie che avevo risparmiato erano poche, non potevo permettermi di sprecarle per riscaldarmi.

Sopportai, e andai a guardare le stelle.

Ultimamente le voci mi lasciavano in pace di giorno, ma tornavano a tormentarmi quando mi addormentavo.

Cercavo di evitarle, o di calmarmi prima di andare a dormire contando le stelle.

Ma non funzionava mai, quindi ci presi l'abitudine e invece che farlo per addormentarmi lo facevo per passare il tempo.

Era rilassante e irritante allo stesso tempo: contare annoiava e ti lasciava le braccia morbide, ma spesso e volentieri non riconoscevi quali stelle avevi già contato, o dopo che arrivavi ad un numero alto perdevi il conto o ti confondevi.

Spesso pensavo a mamma e papà.

Evitavo di piangere, perché avevo paura che le voci sarebbero tornate se mi avessero sentito singhiozzare.

Appoggiavo il mento alle ginocchia e mi rannicchiavo nell'erba, guardando il cielo.

_non hai freddo?_

Eppure non avevo pianto, non stavo dormendo e non stavo dando di matto

Perché erano tornate?

Però forse.. Non sono loro...

Mi girai lentamente, alzando lo sguardo cercando gli occhi della voce premurosa.

Due pietre azzurre mi guardavano dall'alto, la pelle bruciata sotto si staccava e faceva sembrare gli occhi più grandi e inquietanti.

Ma non mi importava più di tanto, mi aveva chiesto se avevo freddo, non mi importava se era bello o brutto.

Non aspettò la mia risposta, si avvicinò e si sedette al mio fianco, condividendo la mantellina con le mie spalle e stringendosi a me.

Le scottature gli facevano male, anche se non lo diceva si capiva. Avrei tanto voluto poterlo aiutare.

Poi mi mostrò il palmo delle mani, anche questo bruciato completamente, aspettando di farci comparire qualcosa sopra.

Non capii, finché non tornarono quelle fiamme blu da cui era stato bruciato qualche settimana prima.

Erano più timide dei feroci mostri che avevo visto divorare il ragazzo, e al contrario emanavano un piacevole calore.

psycho // Himiko Toga x fem readerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora