Questo è Helen, sedici anni. Le sue occhiaie sono sempre ben visibili come se non dormisse mai abbastanza. Non si preoccupa dei suoi capelli neri disordinati, dal momento che non gli piace sforzarsi nel mettersi a posto e curarsi nell'aspetto fisico, è inutile. Il suo banco è in fondo alla classe, vicino alla finestra.
Si siede sempre lì disegnando in silenzio, come se fosse tutto per lui. Non gli piace socializzare con la gente, perciò è un asociale. C'era una persona che veniva spesso presa di mira dai bulli dopo la scuola. Quello era Tom, ne era sempre vittima, non perché avesse fatto qualcosa di male, suscitava solo le antipatie delle persone attorno a lui. Quelle cose succedevano spesso, e Helen ne era consapevole. Anche se si sentiva male per Tom, non voleva interferire, dato che gli avrebbe potuto causare qualche problema.
Durante la ricreazione, Judy disse che aveva perso l'orologio e che lo stava cercando. Helen non la aiutò, dal momento che non erano affari suoi. Improvvisamente, però, qualcuno vide qualcosa scintillare nella borsa del ragazzo.
"Cos'è questo?", Disse Ben, infilando la mano nello zaino di Helen, tirandone fuori un orologio rifinito con dei diamanti finti.
Helen rimase molto sorpreso nel vederlo, non aveva idea di come fosse finito lì.
"Ah! Quello è il mio orologio!" Disse Judy, riprendendoselo da Ben dopo aver visto la scena. Entrambi fissarono Helen con uno sguardo strano.
"Non sono stato io", disse il ragazzo, che stava ancora disegnando sul suo blocco da disegni senza nemmeno alzare la testa di poco.
"Sì, come no". Judy lasciò l'aula assieme a Ben dopo aver concluso la discussione.
Il giorno seguente, come al solito, Helen si sedette al suo banco. Si accorse che l'atmosfera che lo circondava, però, non era molto positiva, la gente attorno a lui iniziò a bisbigliare, e alcuni parlavano definendolo un "ladro". Decise di non difendersi, tanto sapeva che era inutile provare a farlo. Col passare del tempo, Helen diventò il nuovo bersaglio dei bulli, tutto quello che faceva era visto come un'esagerazione. Non gli piaceva quella situazione, ma resisteva.
Teneva quei sentimenti racchiusi nel suo cuore, senza dimostrarli a nessuno. Finché un giorno, Ben venne da lui e gli afferrò il blocco da disegno, con i suoi disegni incompiuti all'interno.
"Fai sempre queste cose senza senso", disse Ben mentre strappava qualche pagina dal Blocco, li ridusse in piccoli pezzetti, volendo vedere la reazione di Helen.
Dopo questo, tutti i sentimenti che aveva tenuto dentro scoppiarono fuori. Colpì Ben in faccia con un pugno, e cominciò la lotta. Helen non era molto forte, così finì per essere pestato dopo poco tempo. Altri studenti erano accorsi a vedere la rissa, senza fermarli; alcune persone avevano addirittura iniziato a colpirlo con dei calci al volto e allo stomaco.
Subito dopo suonò la campanella, gli alunni si fermarono da qualsiasi cosa stessero facendo e andarono a sedersi prima dell'arrivo dell'insegnante. Helen tornò al suo posto, come se nulla fosse accaduto. L'insegnante entrò nell'aula più tardi,
"Oh mio Dio, Otis (Helen)! Che cosa è successo?" Helen aveva talmente tanti lividi ovunque e così visibili che l'insegnante li aveva notati appena entrata in classe.
Tutti si girarono a guardarlo, in attesa di una risposta, mentre lo fissavano con sguardi omicida.
"Sono caduto dalle scale, signorina" rispose. Le occhiatacce svanirono subito.
Dopo il ritorno a casa da scuola, anche i suoi genitori gli chiesero cosa fosse successo, e lui rispose con la stessa scusa. La giacca blu che indossava copriva tutte le contusioni, tranne quelle sul suo viso. I suoi genitori gli credevano, senza dubbi. Di solito, quando i genitori di Helen gli chiedono come è andata a scuola, lui diceva sempre che era andata bene. Aveva anche mentito dicendo che si era fatto un sacco di amici, vivendo allegramente tutti i giorni. Si rifiutava di dire ai suoi genitori la verità, dal momento che non voleva farli preoccupare.
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Storie Creepypasta (ITA)
TerrorQuesta è una raccolta di Creepypasta, ci sono sia le Creepypasta più conosciute che quelle meno conosciute. (storie non mie)