Chapter 6

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<<CADETTO ARLERT! SE VUOI ANDARE A DISSOTTERRARE I TERRENI PUOI ANCHE FERMARTI QUI!>> Anche se ero abbastanza lontana dal biondo potevo sentire benissimo la voce squillante di Shadis che, come al solito, lo riprendeva per la sua lentezza negli allenamenti. E' vero, Armin era molto più debole fisicamente rispetto a tutti gli altri, ma nessuno lo batteva nell'intelletto. Rallentai un pochino così che potesse raggiungermi ma al suo posto venni affiancata da Reiner. Lo guardai confusa, lo esaminai con la pioggia che mi offuscava la vista per poi notare che sulle spalle portava due zaini, il suo e quello del piccoletto. Devo ammettere che questo allenamento era duro anche per me, non ero più abituata a correre con un peso sulle spalle oltretutto con un acquazzone in corso.

<<Reiner, vuoi farti 100 giri di campo o cosa? Che stai facendo?>> gli chiesi sovrastando il rumore della pioggia mentre con la coda dell'occhio osservavo Armin dietro di noi che cercava di riprendere fiato. Questa frase che sto per dire risulterà incoerente già lo so. Capisco che dobbiamo guadagnarci la loro fiducia, ma così ci affezioneremo e basta. Reiner mi diede un'occhiataccia e mi sentii un brivido lungo la spina dorsale. Riusciva a farmi venire la pelle d'oca anche a distanza di anni.

<<Cosa sto facendo secondo te? Sto aiut->> Qualcosa, anzi qualcuno lo tirò per la spalla facendolo abbassare e poi vidi una testa bionda sfrecciarmi davanti. Rimasi sorpresa. Due secondi prima sembrava stesse per morire di infarto e ora correva come una piccola lepre. Anche il ragazzo di fianco a me accelerò lasciandomi ancora più indietro.

<<T/n, vuoi farti 100 giri di campo?>> Rigirò la domanda sorridendomi. Ridacchiai, scossi la testa e aumentai il passo raggiungendolo in un attimo. Entrambi sapevamo che nella resistenza e nelle corse lunghe avevo io la meglio, dovevo solo riabituarmi ad usare il mio corpo e il fatto che Reiner si stesse trattenendo mi dava fastidio.

<<Lo sai che non devi aspettarmi? Non mi perdo>> ironizzai mantenendo lo sguardo sul fango, se avessi appoggiato male uno dei piedi sarei scivolata e se fosse successo avrei fatto l'ennesima figura davanti a tutto il corpo cadetti, non che fosse una cosa nuova. Mi ricordo che una volta durante la colazione, ovviamente fatta sempre con le mie inseparabili quattro ore di sonno, non riuscii a tenermi in piedi e il volto mi finì dritto nel piatto di fronte a me. Inutile dire che Jean e Connie me l'hanno ricordato per le due settimane successive.

<<Volevo solo fare il gentiluomo con una donzella così debole>> Calzò la parola "debole" e in me si accese un fuoco, Mi stava palesemente provocando. Aah Reiner Brown, mettersi contro di me non è mai una buona idea. Accelerai ancora di più raggiungendo le prime file.
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No ok, forse non era stata proprio una buona idea quello scatto. Mi sentivo il cuore in gola, le orecchie pulsare ed il mio petto non ne sapeva di rallentare, appoggiai le mani sulle ginocchia cercando di mantenere l'equilibrio in quella posizione. Molti erano nella mia stessa situazione, Eren compreso che veniva rigorosamente soccorso dalla mora. Lui era l'unica persona del campo con cui non ero riuscita ad instaurare un rapporto, eppure sembrava un ragazzo pieno di sorprese, ai miei occhi era interessante, ma forse io non lo ero ai suoi. Una borraccia in pelle disturbò il mio campo visivo. Alzai lo sguardo e vidi Jean con un'espressione preoccupata, rimanendo comunque nella sua aura da "ti prendo per il culo nana pazza". Afferrai la mia salvezza con una mano portandomela poi alla bocca. Bevetti con troppa foga, un rigolo d'acqua si fece largo tra le mie labbra traboccando all'angolo di esse. Non credevo di essere diventata così debole, eppure non sono stata ferma per troppo tempo.

<<Ehi ehi, bevi piano che è congelata. Tsk ma da dove diavolo se l'è procurata Connie?>> Come suo solito cercò di togliermi l'oggetto dalle mani ma io fui più svelta e mi girai, dandogli le spalle. Sentii il suo sospiro esasperato dietro di me così mi voltai con le guance gonfie d'acqua. Nei suoi occhi si fece largo la paura, era consapevole di ciò che avrei fatto ma stranamente rimase lì di fronte a me. Immobile. Lo guardai confusa piegando la testa di lato, lui fece lo stesso per poi scoppiare a ridere.

<<Sembri uno scoiattolo>> Pardon?

Corrugai la fronte avvicinandomi a lui. La risata che usciva dalle sue labbra non sembrava la sua solita, quella del tipo "sei imbarazzante" anzi, era quasi una risata dolce. Il mio corpo si rilassò, non l'avessi mai fatto. Il ragazzo di fronte a me mise una mano attorno alle mie guance e le schiacciò, facendo riversare fuori la mia unica salvezza. Mi piegai in avanti in modo da non bagnarmi ulteriormente i vestiti, alzai lo sguardo fulminando il castano.

<<Ti uccido, Kirschtein>> A quella frase iniziò a correre, così come feci io. Non ho la più pallida idea di come facessi a stargli dietro dopo quel dannato allenamento sotto la pioggia, ma in qualche modo volevo raggiungerlo.

<<KIRSCHTEIN SEI MORTO!>> Urlai, era molto più avanti di me. I miei polmoni bruciavano e ho temuto che mi uscissero dal petto. Lo vidi fermarsi e girarsi verso di me: anche lui era stanco, il suo petto si muoveva velocemente ma stava cercando di nasconderlo. Come se negare l'apparenza ti rendesse più attraente.

<<EHI LO SAI CHE HO ANCHE UN NOME?>> Ma che..? Certo che hai un nome idiota, ma perché dovrei usarlo? <<Come a te infastidisce quando ti do dei nomignoli, a me infastidisce se mi chiami utilizzando il mio cognome>> Come era arrivato di fronte a me in così poco tempo? E poi dove voleva arrivare con quella frase? Si stava avvicinando sempre di più ed io indietreggiai.

<<Jean, lasciala stare>> Samuel si mise fra il mio corpo e quello de castano. I due si guardavano con rivalità, mi sentivo a disagio. <<Smettila di fare così>> continuò il mio amico con l'intento di proteggermi da non so cosa. L'altro sbuffò, girò sui tacchi e se ne andò infastidito dal comportamento di Samuel.

<<Non serviva>> dissi secca, beccandomi ovviamente uno sguardo pieno di disapprovazione.

<<T/n, lo sai che quel tipo non mi piace>> Roteai gli occhi. Non era stato il primo a dirmelo, nemmeno a Reiner convinceva così come Ymir. Ma poi non mi interessava Jean, era semplicemente un amico...certo litigavamo un giorno no e cinque sì ma non avevo quel tipo di interesse nei suoi confronti, infondo a lui piaceva palesemente Mikasa. Decisi di scacciare via quei pensieri e di prepararmi per l'allenamento successivo.

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Il mio corpo era a pezzi, le gambe non reggevano il mio peso e mi stavo praticamente trascinando verso la camerata. Non vedevo l'ora di sdraiarmi su quel letto, nonostante fosse la cosa più scomoda sulla quale abbia mai dormito. Appena misi piede nella stanza mi fiondai su di esso.

<<Non ti lavi, t/n?>> Con il viso spiaccicato sul cuscino cercai di rispondere a Sasha, fallendo miseramente.

<<Questo mugugno lo devo prendere per no?>> ridacchiò lei sedendosi sul bordo del materasso.

<<Ti chiedo scusa da parte di Jean per la scenata di oggi pomeriggio>> continuò a parlare ed io la ascoltavo attentamente. <<A volte è un po' egocentrico diciamo>> Mi tirai su, reggendomi sugli avambracci e girai di poco il viso.

<<Non importa, non è successo nulla di così grave>> Non era la prima volta che io e Jean avevamo una discussione quindi non riuscivo a capire perché d'improvviso tutta questa preoccupazione per le sue azioni. <<Non c'è bisogno di giustificarlo, Sasha, può succedere di litigare>> Sorrisi mettendomi a sedere, ma nel suo sguardo c'era qualcosa che non mi convinceva. Non feci in tempo a chiederle nulla perché se ne andò senza dire una parola, lasciandomi lì in balia dei miei pensieri.
Durante la notte mi girai e rigirai tra quelle sottili coperte bianche ripensando al comportamento che i miei amici avevano in quei giorni. No t/n, devi rimanere concentrata. Sei qui per allenarti ed entrare nel Corpo di Ricerca. Hai una missione da svolgere e non devi assolutamente farti distrarre da queste sciocchezze.

Fidati di me //Jeanxreader//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora