Capitolo 3

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Quelle zampe affondavano nel terreno quasi malandato e pieno di erbacce

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Quelle zampe affondavano nel terreno quasi malandato e pieno di erbacce. L'aria era fresca, ma della pioggia non ci sarebbe stata alcuna traccia per il momento. Il cestino era mezzo pieno di bacche e Skip Time non poteva far nulla se non aspettare che quel campo si fosse ripreso.

Era così che si era ridotta la lontra: da un'apprendista tirocinante nell'ambito delle malattie a una semplice contadina

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Era così che si era ridotta la lontra: da un'apprendista tirocinante nell'ambito delle malattie a una semplice contadina. Quella crisi di governo aveva letteralmente invaso sia la gestione del regno, sia gli abitanti stessi. Il denaro scarseggiava, gli animali pativano la fame, alcuni si riducevano persino a dormire per strada. Era impensabile vedere quel quartiere prima popolato, ora spoglio: un'immagine simile ce l'aveva esposta proprio dinnanzi al suo letto nella cornice di una fotografia di medie dimensioni. La conservava per bene, perché ciò che era contenuto in quella foto era più che importante per lei. Quando aveva finalmente ottenuto la promozione nella scuola di medicina nel paesino, si tenne una gran cerimonia. Oh, se non lo avesse dimenticato. Per lei era stato proprio un grande giorno. Vedere quell'enorme differenza le causava dispiacere e nostalgia dei vecchi tempi quando ancora non esisteva quella maledetta crisi. Osservava quella foto mentre sorseggiava un bicchiere di vino; era intenzionata a dimenticare quel dolore, se non anche quel senso di stanchezza dovendo lavorare ai campi. Era stata più che altro costretta: quella sua partecipazione le era stata mandata da un comitato che aveva istituito una leva volontaria per permettere la ripresa dei campi e di conseguenza per favorire la ripartenza del paesino. Ciò di cui sentiva più la mancanza erano le lezioni: se non fosse stato per quel problema sociale, avrebbe potuto continuare la condotta verso il suo grande sogno.
Guardò il suo orologio e si rese conto che era ormai giunta la tarda sera. Non aveva neanche calcolato in quanto tempo aveva finito quel bicchiere, non aveva nemmeno voglia di metterlo a posto. Decise di lasciarlo lì, abbandonato sul tavolino del salotto, con il luccichio concesso dal chiaro di luna sospesa nel cielo di quella notte. Improvvisamente le sue orecchie rizzarono quando udirono bussare alla porta. Non aveva idea di chi potesse essere a quell'ora, ma quando uscì di casa non c'era nessuno. Guardò a destra e sinistra, fin a che volse lo sguardo verso il basso, notando una sottospecie di cesta abbandonata davanti alla porta. Nel momento in cui la portò dentro e l'aprì vide l'imprevedibile: al suo interno vi era un piccolo serpente dalle squame incredibilmente sfavillanti di un affascinante blu mare. Come era possibile che una tale creatura potesse giungere proprio davanti al suo portone? Nel mezzo delle coperte che lo avvolgevano notò una busta particolare, probabilmente dentro vi avrebbe trovato tutte le risposte. Sfilò con cautela il foglio posto al suo interno e il contenuto fu altamente scioccante.

Decise di nominarlo Deep Blue e divenne suo figlio adottivo. Da quando egli era giunto nella sua casa ricordare i vecchi tempi non era quasi più una persecuzione, anzi, non si era neanche resa conto di quanto tempo passò dall'ultima volta che le vennero in mente bei ricordi. Almeno non era mai sola, non si sentiva più abbandonata come prima e il lavoro forzato era divenuto meno pesante. Riusciva a guadagnare quel che bastava per sfamare sia lei che il piccoletto, inoltre si assicurava di non fargli mancare niente, ma una cosa su cui non si sentiva per niente capace era dargli affetto. Non essendo mai stato il suo vero figlio, a Deep Blue era stato fatto illudere di esserlo. Lui però non lo sapeva e Skip Time andava avanti con la sua vita accompagnando la sua nella stessa condizione, dove ci restò per quindici anni. La sua tutrice si era rifiutata di mandarlo a scuola per via di una particolarità macabra: nel corso degli anni la sua corporatura era cresciuta tantissimo. Non sembrava un serpente qualunque, sfortunatamente non poteva farci nulla. Lei ricordava perfettamente il contenuto di quella lettera, ma non gliel'avrebbe mai lasciata nelle sue mani. Ciò non impedì però la concessione di un'efficace istruzione e ottime competenze nel campo della virologia e dei malesseri. Man mano che continuava a crescere, cresceva sempre di più la tensione nella crisi all'interno del loro regno. Iniziarono a nascere i primi briganti, le prime comunità di ladri e la situazione stava sfuggendo di mano. Non si trattava più di vivere, ma di sopravvivere. Era straziante quel posto, non se ne poteva più di combattere ogni giorno contro l'ipocrisia e i vari inganni che coinvolgevano le varie famiglie e l'indispensabile per ciascuna era sapersi difendere. Uno dei più importanti insegnamenti che la lontra diede al serpente furono alcune regole riguardanti la creazione di vari veleni speciali: questo perché in futuro gli sarebbe servito nel proseguimento del suo studio sulle infezioni e altre cose di quel genere.
Quando giunse all'età di 17 anni accadde l'assurdo. Un giorno stava tranquillamente aiutando Skip Time a lavorare nei campi, quando improvvisamente si ritrovò sulla sua cosa uno strano bocciolo; pensava si trattasse di uno dei tanti proveniente dagli alberi di pesco, dunque pensò di toglierlo. Venne subito fermato dalla sua tutrice,che lo inizialmente lo rimproverò, poiché quello che gli era appena spuntato era letteralmente un miracolo. Deep Blue non capiva, ma non si sarebbe mai aspettato che potesse capitargli una cosa così strana, anche macabra in minima parte. Skip Time allora si accostò dinnanzi a lui, con le sue zampe ormai consumate, piccole ciocche di pelo bianco e gli occhi profondi scavati dalla fatica. Gli spiegò tutto: cosa riguardasse, le possibilità dietro, il possibile cambio di vita. Il serpente aveva le idee confuse ma si prestò ad ascoltare.

Skip Time: Ascolta bene, ti ho insegnato a come sopravvivere, ma se vuoi vivere per davvero, non puoi continuare a restare qui. Quello è un biglietto di uscita da questo inferno.
Depp Blue: Ma cosa ne sarà di te, mamma? Non posso lasciarti qui, non me lo perdonerei mai!
Skip Time: Tu vai, fai tutto quello che puoi e non lasciarti mai sottomettere da nessuno. Sebbene io sia ormai vecchia ho ancora le ossa che mi reggono in piedi, me la caverò, non preoccuparti..
Deep Blue: Non posso permettermelo, non voglio lasciarti da sola.
Skip Time: Deep Blue fai quello che ti dico, ti assicuro che non te ne pentirai. Per come sei fatto sono sicura che riuscirai a dare il meglio di te. Non sei contento che in più potrai fare amicizia con esseri migliori?
Deep Blue: Beh.. Mi piacerebbe, ma..
Skip Time: Non lasciare che una tale occasione ti sfugga dalle zampe, lascia che il destino prevalga sulla tua unica speranza. Tu sei speciale Deep Blue. Quando entrerai lì dentro tutti sapranno di che pasta sei fatto e quanto tu possa dimostrarti forte.

Ormai Deep Blue era rimasto senza parole, rassegnandosi a ciò che poteva cogliere da quella grande opportunità. Nella sua crescita si era promesso che non avrebbe mai lasciato sola sua madre, quella povera lontra perseguitata dalla cattiveria e dall'ingiustizia. Non avrebbe mai dimenticato tutto ciò che le aveva insegnato, neanche le serate passate dinnanzi al camino con la minestra di barbabietole. Aveva imparato ad accontentarsi del minimo indispensabile e ad individuare le proprie scelte. Tutto solo grazie a Skip Time. Il suo obiettivo ormai era stabilito: si decise a voler seguire ciò che la mano del destino gli aveva offerto, ma appena gli sarebbe stato concesso di vedere la sua tutrice si sarebbe precipitato da lei a costo di qualunque cosa. Le voleva troppo bene e quell'affetto che provava per lei gli avrebbe tenuto compagnia sin dal primo momento che avrebbe messo piede all'Accademia. Così facendo non si sarebbe mai sentito solo, anzi, avrebbe sempre tenuto con sé qualcosa che non gli facesse dimenticare chi, per diciassette anni, si era preso cura del titanoboa.

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