Entro in casa, notando che molti scatoloni all'ingresso sono stati tolti o spostati, praticamente tutti. Poggio il cappotto e lo zaino vicino alla porta d'ingresso e mi avvio verso il soggiorno per vedere se è già arrivato qualcuno a casa, cosa altamente improbabile conoscendo la mia famiglia.
-c'è qualcuno?- Urlo e pochi secondi dopo mi si avvicina mio fratello dalle scale zittendomi immediatamente irritato.
-Che cazzo urli? c'è papà al telefono, penso stia parlando con un pezzo grosso, sembrava molto nervoso- Mi metto una mano sulla bocca, rendendomi conto della situazione, sperando di non aver infastidito papà.
-Non me lo aspettavo che arrivasse così presto, non lo ha mai fatto- Mi scuso velocemente, sapendo che non avrebbe risolto nulla, ma non potevo fare altrimenti.
-Senti che storia! Invece io mi aspettavo che tu mi chiamassi, come cavolo ci sei arrivata fin qui da sola?- chiede iniziando ad incazzarsi, osservandomi con altezzosità.
-Con una macchina forse? secondo te ci sarei arrivata a piedi in così poco tempo? credevo avessi un cervello, però alla fine non mi sconvolge tanto che non lo hai- gli rispondo in modo arrogante, tenendogli testa. Sta per controbattere, tuttavia mio padre fa il suo ingresso in soggiorno.
-Riuscirete mai a passare un giorno senza litigare e azzannarvi?- ci chiede con il suo solito tono premuroso e gentile, al contrario di mio fratello.
-Scusa papà, non sapevo che eri al telefono- mi giustifico, dando le spalle a Mark.
-Tranquilla tesoro è tutto ok, comunque come è andato il primo giorno di scuola?- mi rassicura facendo sbuffare mio fratello.
-Bene ma il college non è divertente come tutti credono, è troppo stressante, ci hanno riempiti di compiti- si lamenta con tono fastidioso, pensando che la domanda fosse davvero rivolta a lui.
-A me è andata bene per la prima volta, ho anche fatto delle nuove amicizie, sono persone apposto con la testa sulle spalle te lo assicuro- gli spiego brevemente, facendolo sorridere.
-Ne sono felice sei una ragazza per bene non avevo dubbi che ti saresti integrata, ma preferirei lo stesso conoscerli anche dal vivo se non ti dispiace- mi dice sempre con tono dolce, ma che sinceramente mi fa leggermente innervosire, senza darglielo a vedere ovviamente. Non sono più una bambina poteva fidarsi un minimo.
-Certo papà, molto probabilmente domani mi riaccompagnano a casa come hanno fatto oggi, così hai la possibilità di conoscerli visto che domani volevamo andare a casa di una mia amica- gli dico con tono più rilassato possibile sperando che non si arrabbi, cosa che non ha mai fatto o almeno con me.
-Quante volte ti ho detto di non accettare passaggi da sconosciuti, non importa quanti anni hanno o se vanno nella tua scuola, sta di fatto che non li conosci lo stesso, non sai qual'è la loro vera faccia- Mi riprende con sguardo severo e mantenendo sempre quel tono pacato di voce.
-Lo so, ma ti posso assicurare che sono tipi affidabili poi eravamo in più persone non poteva accadere nulla di male- gli spiego infastidita dal suo modo protettivo.
Avevo fatto corsi di arti marziali, protezione personale e sport simili, sapeva che sapevo proteggermi da sola, non avevo bisogno di lui è delle sue paranoie.-Non lo capisci che è peggio? se siete in due riusciresti a scappare ma se è un gruppo e ti circondano, non importa quanto sei preparata l sei lo stesso fregata- mi sgrida cercando di farmi capire.
-Papà non sono degli stupratori, rapinatori o assassini, sono apposto- ci scherzo su, non capendo la sua preoccupazione, tuttavia sembró solo farlo innervosire di più e una parte di me mi fece sentire incolpa.
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Mortal Love [H.S]
FanfictionMadison Hale ha 16 anni. Ha un carattere forte, femminista e sicura di se. Si è trasferita da poco con suo padre e suo fratello a Londra, visto che suo padre è un'importante agente dell'FBI e ha avuto un pericoloso caso da parte della mafia. è felic...