Capitolo 26

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Nota d'autore

Scusate davvero per il ritardo nell'aggiornamento, sono state settimane pesantissime con la scuola e la preparazione per l'esame di ingresso all'università..
Spero davvero capirete e vi assicuro che dopo l'esame mi impegnerò per tornare ad aggiornare il più frequentemente possibile,
Ora vi lascio alla lettura,
Un caldo abbraccio
Kia~

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"Sul serio?!" Jake fece scivolare la schiena con violenza contro il sedile del guidatore, aderendo perfettamente al tessuto di pelle, mentre i suoi capelli si alzarono in piccole onde scomposte.

Il suo viso era una maschera di puro irritamento e il suo modo di gesticolare faceva trapelare con chiarezza la sua incapacità di comprendere come quello che stava succedendo fosse possibile.

Mentre teneva il telefono premuto contro l'orecchio, sentendo la voce metallica dell'operatore che si scusava per l'ennesima volta per il ritardo ed inconveniente, continuava a grattare con le unghie il rivestimento del volante, facendosi male e cercando di trattenere la calma ormai sull'orlo di scoppiare.

Sunghoon, d'altro canto, era molto più tranquillo e affabile, non si era smosso particolarmente per via della ruota bucata dell'auto e si stava in parte godendo la veduta serale sul deserto esterno a Brisbane.

Erano diretti ad un piccolo locale che si trovava a circa una cinquantina di chilometri dal centro della città e proprio a metà del percorso, un piccolo dosso di troppo, aveva portato la macchina a perdere la stabilità e la gomma a sfasciarsi in pezzi scuri di copertone.

Ora erano accostati di fianco alla strada, deserta e priva di altri guidatori che la trafficassero, con l'assistenza stradale dall'altra parte della linea e Jake sull'orlo di una crisi di nervi.

"Jake calmati, non mi sembra il caso di urlare" la mano di Sunghoon fu rapida e lieve, le sue dita si accartocciarono intorno al suo polso e i suo pollice, con il polpastrello morbido, si mise ad accarezzare la pelle ocra del maggiore.

Non era in questo modo che avevano previsto l'andamento della serata, ma questo non voleva significare che potevano disperarsi o perdere la pazienza.

Finché erano insieme a Sunghoon andava già più che bene; soprattutto in un periodo pieno e movimentato come era stato quello degli ultimi due mesi.

"No ora lei mi sta a sentire, non è possibile che il vostro servizio sia così scadente, sul volantino c'era scritto immediato, non-" Jake si staccò di scatto dal telefono portandosi lo schermo illuminato davanti agli occhi, increduli.

Aveva le labbra leggermente aperte e il suo fiato era spezzato, irregolare, mentre con le dita racchiudeva con più forza il volante sotto le sue mani.

Sollevò la testa, staccandola dal sedile e muovendosi scomodo sotto la cintura di sicurezza mentre con stizza ed incredulità sbatteva le palpebre perplesso, "Ma sono seri?!"

Lo schermo era ben presto tornato nero, rendendo chiaro il motivo di tanta indicibilità.

Gli avevano riattaccato in faccia, ormai stanchi del suo continuo blaterale inutili parole, incapaci di fare altro se non quello che avevano proposto dieci minuti prima: arrivare, ma con i tempi necessari per raggiungerli e riportarli in officina per un cambio di gomme e una revisione completa;
non si poteva mai sapere, gli avevano detto, quale fosse il problema alla base di un così basilare incidente.

Jake era in oltremodo scombussolato ed irritato, la sua ira era percepibile al tatto e Sunghoon cercò di mantenere la calma, consapevole però del fatto che spesso acque calme ed acque smosse non potevano far altro che creare onde più perturbanti.

Interlude - Before The Sunrise | JakehoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora