4.

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la mattina seguente quando mi sono alzata non c'era nessuno in casa, cosa che mi tranquillizzò, di solito amo stare a casa da sola perché posso fare tutto ciò che voglio senza che a qualcuno importi.

così decido di preparare i pancakes, di solito con Jae li preparavo sempre, ma finivamo per ricoprirci di farina e lasciavamo bruciare i pancakes, vi lascio solo immaginare la reazione di mia madre ogni volta che succedeva.

preparo tutto con molta tranquillità e poi mi faccio anche un caffè macchiato, appena però mi siedo suonano al campanello
"non posso nemmeno fare colazione in pace"

vado ad aprire la porta e senza nemmeno dire una parola Louis si avvia verso la cucina, leggermente confusa chiudo la porta e vado a vedere che sta facendo.
lo trovo seduto al MIO posto a mangiare i MIEI pancakes

"eieieie tu, brutto ladruncolo di cibo, cosa stai facendo"
dico andando verso di lui e togliendogli il piatto con i miei pancakes

"e dai piccola artista ho fame"
a quel soprannome vado letteralmente in panico, sono tutta rossa, cosa che sembra non sfuggirgli infatti si alza e viene verso di me.
siamo vicinissimi, ma dopo un po' lui parla

"la prossima volta impari a rubarmi del cibo"
dice letteralmente in un sussurro per poi rubarmi il piatto e tornare a sedersi gustandosi i pancakes.

butto un sospiro ma nel frattempo sorrido e mi siedo al lato opposto del tavolo bevendo il mio caffè.
dopo un po' alza lo sguardo e mi guarda confuso
"che stai facendo" dice con la bocca piena

"sto bevendo il caffe(?)" dico abbastanza ovvia

"dai vai a vestirti che andiamo al centro commerciale"
spalanco letteralmente gli occhi e vado verso di lui toccandogli la fronte
"sei sicuro di stare bene? apparte ciò non voglio andare lì, di solito ci vado costretta da Millie"

"allora dove vuoi andare"
dice girandosi verso di me e guardandomi negli occhi, ogni volta che incrocio il suo sguardo mi soffermo sui suoi occhi, sono di un colore misto tra il marrone e il miele e sono qualcosa di stupendo.

scuoto la testa e dico la prima cosa che mi passa per la testa
"andiamo in un museo, non ci vado da parecchio tempo"

"allora museo aggiudicato, susu vatti a preparare"
sorrido e vado verso le scale ma mi fermo e guardo Louis
"perché fai questo per me?"

"perché ieri ti ho lasciato sola, e mi sento tremendamente in colpa"
dice mettendosi le mani sul petto e facendo il finto addolorato
"sei un deficente"
rido per poi salire le scale e andare in camera mia.

non so letteralmente cosa mettere, e penso che quando tra qualche giorno verrà Millie e mi obbligherà ad andare con lei al centro commerciale non potrò rifiutare.
alla fine opto per un jeans largo strappato una maglia bianca e una camicia a quadri nera e rossa, per le scarpe oggi decido di mettere le vans nere e di raccogliere i capelli in due treccie.

prendo il telefono, un po' di soldi non si sa mai decidessimo di rimanere a mangiare fuori e scendo al piano di sotto dove vedo Louis messaggiare con qualcuno, con chi stará parlando...ma a me cosa importa scusate?

vabbè
"Louis andiamo?"
lui mi guarda sorridendo e annuisce, usciamo di casa e ci incamminiamo verso il museo, chiariamo il fatto che io non so dove sia quindi mi sto fidando di Louis, sperando che non mi porti in un posto totalmente diverso, a distrarmi è proprio la sua voce

"ti vedo pensierosa"

"stavo semplicemente pensando che mi sto fidando di te, ancora, anche se non so dove mi potresti portare in realtà"

te lo si leggeva negli occhi\\ Louis PartridgeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora