Capitolo 13

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Arrivammo nell'appartamento di Liam, eravamo entrambi distrutti dalla giornata impegnativa. Dopo aver tolto giacche e appoggiato oggetti, Liam si tolse la cravatta e sbottonò un po' la camicia; anche io mi misi comoda.
<< Ti va qualcosa da bere? >>
<< Volentieri! >>
Come l'ultima volta che andai da lui, il ragazzo si mise al bancone a preparare il mio drink.
<< Cosa voleva dire Ben quando ha detto che anche tu definivi la famiglia come una tortura? >> decisi che era giunto il momento di parlare.
<< Tu non mi volevi parlare di altro? >> ottenni solo questo come risposta.
<< Ne discuteremo appena finito di spiegare questo! >> non ammettevo scuse e il mio tono di voce era fermo.
<< Ok un tempo lo pensavo... >>
<< E questo perché? >> mi intromisi.
<< Ma perché si intromettevano nella mia vita privata, criticavano ogni cosa,... >>
<< Magari erano solo preoccupati. Capisco che tu voglia la tua privacy ma ciò non significa ignorare la tua famiglia. >> lo capivo ma la sua reazione era esagerata.
<< Lo so questo e me ne sono accorto ultimamente. Mi pento di aver visto la mia famiglia sotto una cattiva luce. >>
Lo guardai dritto negli occhi e sembrava essere sincero. Anche io in quel momento mi intromisi nei suoi affari ma se tra noi dovesse nascere più di una storiella, volevo assicurarmi di conoscere la persona a fondo. Per me la famiglia significava una sicurezza: alcuni amici e conoscenti vanno e vengono ma loro ci sarebbero sempre stati
<< Va bene, mi spiace di aver premuto su questo argomento. >>
<< Nulla. Ora tocca a te a parlare, qual'è il tuo problema? >>
<< Il tuo discorso. >> dissi diretta.
<< Non ti è piaciuto quindi? >>
<< Non è quello... >> pensavo ancora a quelle parole.
<< E allora... >> era molto curioso.
<< Hai mentito... >>
<< In che senso? Ho detto qualcosa di sbagliato. >> si sentiva accusato.
<< Non l'hai trovato in nessun libro! Sul foglietto c'erano alcune parole e nulla più! >>
Il viso di Liam diventò rosso.
<< Non potrei aver ricordato il passo? >>
<< Sembrava che tu lo stessi leggendo veramente e in vece si trattava del menù del ricevimento. Ti ho visto appoggiarlo alla fine. >>
Il ragazzo si fermò a pensare, probabilmente ad una scusa.
<< Tutto ciò non è assolutamente un rimprovero! Mi chiedevo solo perchè non sei stato sincero. >>
<< Non volevo parlare a nome mio per un motivo che ora non voglio spiegare... >> sembrava sincero.
<< Come vuoi... Sappi che io l'ho amato! Non sapevo che tu fossi uno scrittore. >> rispettai la sua decisione
<< E non lo sono... Ho trovato l'ispirazione! >> Mi pose intanto il bicchiere per poi prendere il suo e la sigaretta preparata prima.
<< E se posso, qual'era l'ispirazione? >> accese il mio interesse.
Aprì la finestra della terrazza e prima di sparire nell'aria fredda di quella sera rispose sussurrando:
<< Tu... >>
Faticai ad intercettare i suoni emessi dal giovane e appena capito, mi precipitai fuori con lui.
<< Davvero? >> ero in camicia e stavo morendo dal freddo. Il suo sguardo era immobile su di me e la sua sigaretta era già stata consumata quasi tutta, probabilmente dal nervosismo.
<< Per favore ritorna in casa! >> non voleva proprio discutere.
Spense la sigaretta e, mentre mi diede un bacio delicato, mi portò in braccio in casa. Appoggiammo i nostri bicchieri sull'isola centrale in cucina senza mai staccatci. Percepivo le sue mani in zone dove non dovevano essere e tentai di fermarlo.
<< Liam, aspetta... >> il mio primo tentativo fu vano.
<< Liam ti prego... >> non riusciva proprio a mollate la presa.
Impiegai più forza nel respingerlo, pur conoscendo la sua forza fisica.
Finalmente il castano si arrestò e mi guardò con viso deluso.
<< Ma come? Dopo tutto questo tempo non ti fidi? >> chiese lui ammareggiato.
Io un po' irritata dissi:
<< Non è quello. È che... Preferirei andarci piano... Per motivi miei. >>
<< E quali sarebbero? >>
<< Non ho voglia di parlarne... >>
Usai la sua stessa moneta e ne rimasi soddisfatta.
Alterato anche lui, si allontanò per riordinare la cucina. Lo prese come pretesto per starmi lontano.
Mi avvicinai e gli appoggiai una mano sulla schiena.
<< Grazie per la tua comprensione. Io aspetterò i tuoi tempi e tu aspetterai i miei... >>
Credetemi, quel ragazzo mi piaceva sempre di più ma non conoscevo ancora la sua vera natura.
<< Seh... >> rispose.
<< Potrei farmi una doccia? E avrei bisogno anche di un... Beh di un pigiama. >>
<< Pensavo che dormissi come me... Nudo... >> al principio mi scandalizzai per la dichiarazione ma poi capì che lo fece solo per rompere il ghiccio che si formò tra noi dopo la nostra discussione.
<< Si allora se è cosí io dormirò sul divano... >> dissi per scherzare.
<< Ok... Mi metterò dei pantaloncini... Seguimi. >> feci come ordinò lui.
Mi ritrovai in quella che doveva essere sicuramente la camera da letto di Liam. Aveva le pareti bianche e i mobili neri con qualche vesti sparsi di qua e di là. Non aveva molti soprammobili ma alcune lampade vennero accese dal castano che richiamò la mia attenzione.
<< Potrei darti una maglietta... >> disse cercando nell'armadio.
Non era molto in ordine ma gli abiti erano divisi per funzione.
<< Credo che questa basti... >> mi passò una maglietta piccola da bambina, probabilmente di Amy, sghignazzando.
<< Si mi basta giusto per coprirmi il collo... >> concordai io.
<< La trovavo perfetta... Magari ho qualcos'altro. >> continuò a rovistare fino a trovare una maglia abbastanza grande, nera e con lo stemma di una squadra di baseball.
<< Eccoti! È una delle mie preferite, quindi fai attenzione! >>
<< La tratterò come se fosse una delle mie. >> lo assicurai.
Dopo aver ricevuto un sorriso e un bacio sulla guancia, andai in bagno a farmi una doccia. Portai con me il telefono in modo da ascoltare un po' di musica. Legai i capelli in un chignon improvvisato per evitare di bagnarli. Terminato il mio momento di relax, uscii dal box e mi vestii. Il mio telefono squillò e il nome di mio fratello comparve sullo schermo. Decisi di rispondere.

Liam's pove
Ero uscito sul balcone per guardare la città notturna mentre aspettavo che Sam finisse di fare la doccia. Entrai per controllate e sentii una voce provenire dal bagno. Mi avvicinai di più per capire con chi stesse parlando la ragazza.
<< Che stai facendo?... Oh scommetto che sei circondato da donne che ti dicono che hai degli occhi azzurri stupendi, capelli castani stupendi, sorriso mozzafiato... Ma non sanno che sei mio... Muhahaha!... Lo sai come sono fatta, tu sei il mio migliore amico anche... Si anche tu mi manchi... >>
' Ma non sanno che sei mio.' Quelle parole mi fecero irrigidire e sentii il bisogno di fumare una sigaretta. Ritornai al posto di prima e pensai alle parole udite. 'Con chi stava parlando?' Parlava di un amico, ma di quale?
Mentre guardavo il panorama che si vedeva dall'attico e mi interrogavo, il volto di una persona che conoscevo mi apparve: Harry. Era chiaro che tra loro ci fosse qualcosa più di una semplice amicizia. Lo capì ricordando quella sera che si presero per mano. Un senso di rabbia pervase ogni parte del mio corpo e non compresi il motivo.
<< Liam? >> udì la voce di Sam chiamarmi dall'interno dell'appartamento. Ispirai a lingo la sigaretta in modo da consumarla fino all'ultimo e ancora con l'ira dentro di me, la raggiunsi.
<< Allora... Che si fa? >>
<< Se ti stai annoiando, te ne puoi andare. >> risposi seccato. Mi avvicinai al piano bar e presi la prima bottiglia che mi capitò. Sentivo gli occhi della giovane puntati su di me.
<< Non ho detto che mi sto annoiando. >> precisò lei con tono di guerra.
<< Ah è vero! Hai parlato di mancanza... Se ti manca così tanto perchè non vai da lui? Inutile sprecare tempo con me! >>
L'ira cresceva sempre ogni tal volta che la osservavo e la immaginavo tra le braccia di uno che non fossi io.
<< Posso sapere che ti sta succedendo? E da chi dovrei andare? >>
<< Oh andiamo! Non fare l'ingenua! >>
<< Liam o mi spieghi cosa ti succede o seriamente me ne vado. Torno a casa mia... >> anche lei iniziava ad arrabbiarsi ma io avevo tutto il diritto.
<< Magari qualche ragazzo ti aspetta nel tuo appartamento, magari uno riccio... >> sorseggia un po' di quello che doveva essere whiskey.
<< Hai per caso origliato la mia conversazione? >>
<< La prossima volta evita di rispondere a certe telefonate in casa mia! >>
<< Liam, il ragazzo con qui stavo parlando era mio fratello! Te ne ho parlato e sai benissimo che siamo uniti da un forte legame! Te lo posso giurare! Se non mi credi, me ne posso anche andare! >>
Alzai lo sguardo per vederla meglio. Notai che i suoi occhi erano fissi su di me e non seppi rispondere. Iniziai a provare dei sensi di colpa ma non sapevo se crederle.
<< Allora buona notte, Liam. >> Sam prese la sua borsa e il cappotto e stava per aprire alla porta. La mia testa diceva di lasciarla andare ma il mio istinto la fermò.
<< Ferma! >>
<< Perchè? Mi credi ora? >>
<< Non so... >>
<< Se non c'è fiducia non c'è neanche un rapporto. >>
<< Io voglio continuare la nostra storia ma non voglio che tu riveda Harry. >>
<< Cosa? Sai benissimo che io e Harry non solo siamo amici ma siamo anche colleghi. Lo vedo tutti i giorni al lavoro e non posso fare nulla. Per me lui è un grandissimo amico ma nulla di più! Ti puoi fidare di me? >>
<< Di te si, ma non di lui. >> risposi.
<< Un giorno mi dovrai spiegare la tua avversità nei confronti di Harry. >>
<< Si ma non ora. Sono perdonato? >>
<< Per questa volta potrei chiudere un occhio. >>

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Salve a tutte!!!
Vi devo delle grosse scuse per il ritardo ma oltre al fatto che ho poco tempo per scrivere, ho passato un brutto periodo...

Comunque vi lascio con questo capitolo e lascio a voi il compito di commentare :)

Cercherò di aggiornare il più presto e con qualche commento!!!!

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 28, 2015 ⏰

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