Capitolo 3

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Passarono qualche giorno dalla sera che conobbi Nicole. Dopo quella volta, puntualmente, veniva a salutarmi tutte le sere con le sue amiche e parlavamo insieme quando mi trovavo al bancone a preparare qualche drink.

<< Mi devi scusare per quella sera. Ero un po' ubriaca. >>

<< Era la tua festa. Non ci sono problemi. L'importante è che sei tornata a casa sana e salva. >>

<< Oh quello si! Non ho avuto problemi. >>

In quel mentre arrivò Harry: indossava un paio di pantaloni neri e una camicia e aggiungerei un po' troppo aperta ma non potevo dargli torto visto che faceva abbastanza caldo, i suoi capelli ricci erano un po' spettinati dovuto dalle corse che faceva. Come sempre nel locale erano presenti molte persone, alcune che ballavano ma molte solo per sedersi con gli amici a bere. Una ragazza si avvicinò al bancone e mangiò letteralmente il giovane accanto a me con gli occhi.

<< Sam. >>

<< Harry. Certo che con questo abbigliamento non puoi pretendere di evitare di fare vittime. >> dissi ridendo e cercando di non farmi sentire.

<< Cosa? >>

<< La ragazza dietro di noi, diciamo che ti ha notato... >>

Harry si girò lentamente e con la coda dell'occhio guardò la giovane, di scatto si girò e disse:

<< Siamo gelose? >>

<< Ti piacerebbe! >>

<< Non ti preoccupare, tu sarai sempre la numero uno! >>

<< Grazie Harry... >> mi girai e vidi Nicole che mi faceva segno. Mi avvicinai e disse che sarebbe andata ad un tavolo. Così sparì in mezzo alla folla.

Io continuai a fare il mio lavoro e terminai di riempire l'ultimo bicchiere. Vidi qualcuno arrivare e si fermò davanti a me. Quando misi l'ombrellino come decorazione nel bicchiere alzai lo sguardo e lo vidi: il ragazzo di qualche sera fa. Indossava un paio di jeans, una maglietta bianca e una camicia a quadri rossa e nera.

Quando capì che aveva la mia attenzione parlò:

<< Io e i miei amici è da un po' che stiamo aspettando al tavolo... >> disse con un tono sorprendentemente tranquillo anche se si percepiva che ciò gli seccava un po'. Mentre mi parlava osservai ogni particolare del suo viso: aveva gli occhi marroni e i capelli castani, aveva un po' di barba e notai una voglia sul collo.

<< Allora è possibile essere serviti? >> terminò.

<< Mi dispiace molto! Ora verrò io personalmente a prendere le ordinazioni. >> gli sorrisi in modo da risolvere l'inconveniente.

Da parte sua ottenni solo un cenno con la testa. Questo suo gesto aveva un non so che di superiorità.

Servito un tavolo, mi avvicinai al gruppo e:

<< Mi dispiace per la lunga attesa, troverò il modo per scusarmi. >> sapevo che non ero colpa mia ma se c'è una cosa che imparai è che il cliente aveva sempre ragione. Tutti i ragazzi si guardarono, mentre il giovane misterioso guardava il tavolo. In fine uno parlò:

<< Ci credo tesoro! So io cosa potresti fare! Ma prima ci facciamo un goccio! >>

Tutti si misero a ridere, il castano per ultimo.

<< Simpatici... Passiamo alle ordinazioni? >> dissi con un tono sarcastico.

<< Piuttosto frettolosa la ragazza. >>

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