Sesta Parte

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Non riesco a crederci. È la prima volta che vado ad una festa, ma non lo dico a Blake, non voglio che lo sappia. È una festa in spiaggia. So bene che tra poco arriverà la polizia. Non credo proprio che abbiano l'autorizzazione. Blake mi prende nella mano. Ma che fa? Però non mi stacco, ha le mani morbide. Ma che dico, e cosa faccio ad una festa, domani ho lezione. Sono le 9 e mezza e dovrei essere già a letto. C'è molta gente e Blake mi porta in riva alla spiaggia. Ma perché mi ha portata qui?
"Perché non sei con nessuno in stanza?". Mi chiede.
"Ho preferito così per me".
"Ma chi è che vorrebbe restare da sola in dormitorio?"
"Beh... io".
Mi guarda e sorride.
"Perché mi hai portata qui?".
"Volevo chiederti una cosa".
Di cosa sta parlando, ma soprattutto non poteva farlo senza portarmi lontana dal dormitorio?
"Ti andrebbe di uscire uno di questi giorni?"
Dice sul serio? Io vorrei conoscere qualcuno che mi faccia felice, ma Blake non è di certo il mio tipo di persona. Non credo neanche che lui lo voglia. Cerca solo una da conquistare e poi lasciare, per poi trovarne un'altra.
"Sono molto occupata e non credo che sia la cosa giusta".
"La cosa giusta? E perché non dovrebbe esserlo?".
"Diciamo che non sei il mio tipo".
Voglio essere sincera, non voglio che fraintenda la situazione.
"Il mio tipo...pff. Nessuno di noi ha la propria ragazza o ragazzo ideale, sono sciocchezze."
Anche io l'ho sempre pensata così in realtà, ma lui, anche se lo conosco da poco, è così diverso da me, in tutto.
"Non credo che tu mi possa piacere".
"Come fai a saperlo se non esci con me almeno una volta?".
Effettivamente ha ragione, ma non voglio cedere.
"Ho troppe cosa da fare".
"Tutte scuse".
Ma come si permette di rivolgersi in quel modo nei miei confronti?
"Come scusa!?".
"Ho capito Ken, non vuoi uscire con me! Adesso se vuoi posso pure riaccompagnarti nella tua stanza in cui potrai stare da sola".
L'ha fatto di nuovo. Mi guarda con quei occhi tristi, ma dalla sua bocca escono parole di rabbia. Non gli rispondo nemmeno, vado direttamente alla macchina. Non dovevo uscire con lui stasera. Mi riporta al mio dormitorio e poco prima di scendere dall'auto, mi dice: "mi... mi dispiace... mi dispiace di averti parlato in quel modo e di averti chiamato Ken".
Mi guarda dispiaciuto, credo che si sia pentito veramente.
"Non importa, adesso però devo andare, ciao e grazie".
Esco dall'auto e sento i suoi occhi che mi seguono da dietro mentre cammino verso il dormitorio. Dopotutto non è stato così male. Ma non ho intenzione di uscire con lui. È troppo arrogante e mi è sembrato anche impulsivo prima quando mi ha risposto in quel modo sgarbato. Ma apprezzo che questa volta mi abbia chiesto scusa. La mattina mi alzo nello stesso orario e vado alle lezioni. Come ieri all'una vado a mangiare e la sera rimango in camera a studiare. Il resto della settimana lo passo nello stesso modo. Arriva il fine settimana e non avendo conosciuto nessuno non uscirò neanche oggi. Forse dovrei smetterla di essere così riservata. Decido di uscire a mangiare qualcosa. Vado nello stesso locale in cui sono andata a cenare la prima sera, ma nel parcheggio riconosco la macchina di Blake. Non ho voglia di vederlo, mi chiederebbe di andare ad un'altra festa con lui e non ho nessuna intenzione di farlo. Decido di cambiare strada, ma è come se il destino lo facesse a posta. In quel esatto momento esce dal locale Blake. Con lui c'è sempre quella ragazza (anche questa volta i suoi vestiti sono, come posso dire, esagerati). Ma ci sono anche altri due ragazzi. Li vedo avvicinarsi verso di me, ormai è troppo tardi per scappare.
"Ciao Ken".
Perché continua a chiamarmi in quel modo?
"Questi sono i miei amici, lei è Emma, poi ci sono Hunter e Matt".
"Ciao, piacere Kendall".
"Stiamo andando ad una festa, vuoi venire con noi?". A parlare è Matt, è carino e mi sembra di certo più cortese rispetto a Blake. Anche se d'aspetto sembra molto simile a lui, il solito "bad boy" che non riesce a stare lontano dalle ragazze.
"No mi dispiace, devo studiare".
È una bugia, è ovvio che non voglio andare ad una festa con loro.
"Ho dimenticato di dirvelo, Ken è una a cui non piace frequentare nessuno".
Lo detesto. Ma cosa pensa di ottenere comportandosi in questo modo con me? Se vuole uscire con me di certo questo non è il modo per riuscirci. Li saluto e vado verso il locale. Quando poi sento di nuovo qualcuno che mi prende per il braccio. Capisco subito di chi si tratta.
"Che cosa vuoi ancora Blake?"
"Mi chiedevo se la risposta dell'altro giorno, riguardo la mia proposta sia ancora valida".
Non ci voglio credere.
"Ma fai sul serio? Mi hai appena preso in giro davanti ai tuoi anici e pensi che io voglio uscire con te?".
"Certo che sono serio, perché non dovrei esserlo?".
Non si fermerà mai e voglio che questa agonia si fermi, così purtroppo gli rispondo: "va bene, uscirò con te".
Lui sorride e mi dice: "perfetto dopo ti scrivo".
E poi ritorna dagli altri. Entro dentro il locale e ordino il solito. Poi ripenso alle ultimo parole di Blake "dopo ti scrivo". Non ha il mio numero, o almeno così credo. È riuscito a trovare la mia stanza e in qualche modo sono sicura che riuscirà a trovare anche il mio numero, non voglio sapere come. Lo ammiro per questo, cioè intendo che vorrei anch'io spingermi così tanto per qualcosa che voglio. Sono sempre stata una che si arrende e questo non mi fa onore. Arrivo in camera e come sospettavo mi arriva un messaggio. È Blake.
«Ti vengo a prendere domani alle 7».
«Va bene».
Non ho idea di cosa abbia in mente, ma sono troppo stanca per pensarci e vado a letto.

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