Prologo

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Contrariamente a quanto affermava, non sentiva l'odore dell'erba, della nuova pergamena e del dentifricio alla menta.

Una sbalorditiva fusione di confusione seguita da una realizzazione marginale, e poi la paura istantanea la fece arrossire così gravemente che la stanza divenne sfocata ai margini della sua vista mentre soffocava la bugia.

Era vecchia pergamena contenuta nel reparto proibito, mele verdi aspre e qualcosa di piccante - non cannella, chiodi di garofano? - che indugiava nelle sue narici. Era stordita, le sue palpebre si abbassavano pesantemente, anche se una piccola parte del suo cervello urlava quanto fosse sbagliato. Una parte più ampia e rumorosa di lei respingeva la vergogna a favore di istinti più bassi. Quegli istinti si attenuarono e si dissiparono e la vergogna si affollò man mano che si allontanava dal profumo delicato e inconfondibile che si diffondeva dal calderone.

Ignorando gli scherni dei suoi compagni di classe, Hermione sbirciò attraverso i suoi ricci ribelli verso l'altro lato della stanza dove i Serpeverde sedevano in coppia. Malfoy ridacchiò, il suo freddo sguardo grigio balenò dal suo al ragazzo accanto al quale sedeva, Nott, che aveva un sorriso più lieve ma che riuscì comunque a farle piombare lo stomaco in modo tumultuoso, pericolosamente. Stavano ridendo di ... di lei? Ron? Lei e Ron? Distolse gli occhi prima di inciampare e di fare davvero uno spettacolo.

Venti minuti dopo, raccolse i suoi libri e seguì Harry e Ron nella Sala Grande dove, nonostante la sensazione di piombo nelle sue viscere, prese diligentemente il suo piatto e provò ad impedire ai suoi occhi di vagare all'estremità opposta della sala dove -

Malfoy la stava fissando, le sue lunghe dita irragionevolmente eleganti cullavano una mela verde scintillante che lanciava dalla mano sinistra alla destra con un aggraziato movimento dei polsi. Distolse gli occhi e finse di avere mal di stomaco, per scappare dalla sala, preferendo vagare tra i corridoi di pietra con i suoi pensieri sconnessi che le facevano compagnia.
Uno di quei pensieri vaganti la tormentò durante Trasfigurazione, ronzandole nella mente durante la cena, fino a quando si sistemò sotto le coperte del letto e tirò le tende per un po' di privacy dalle risatine di Lavanda e Pavarti.

La pergamena la capiva. La mela era facilmente attribuibile. Insieme avevano un senso, tanto senso quanto qualcosa radicato in ... sentimenti invece che logica e poteva essere sensato, anche se lei si giudicava terribile per questo.

Malfoy.

Deglutì il suo disagio al solo pensiero del suo nome, al modo segreto in cui il suo nome le faceva soffrire in modi nuovi e vecchi come il tempo. Non avrebbe dovuto sentirsi così, non per lui. Repulsione, sì. Ammettere oggettivamente che avesse un buon fisico, occhi belli e denti perfetti? Quella era una cosa. Ma non era questo il significato della pozione. Quel tipo di attrazione? No, mai. Perché, perché i fili dentro di lei si erano incrociati? Cosa c'era di sbagliato in lei che le faceva provare questo per qualcuno che la odiava?

Hermione inspirò leggermente, il profumo scomparve, ma non era dimenticato, e aggrottò la fronte. C'era di nuovo quella domanda. Nei sei anni in cui aveva conosciuto Malfoy, non una volta aveva mai sentito l'odore di chiodi di garofano su di lui, nemmeno astrattamente.

Era un mistero, e quindi per impostazione predefinita desiderava ardentemente risolverlo anche se nulla di buono poteva derivarne. No. Non ne sarebbe uscito niente. Hermione chiuse gli occhi. Aveva cose più importanti e immediate di cui preoccuparsi.


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Ciao a tutti questa storia è una draco x hermione x theo. Si, hai capito bene, tutti e tra insieme. Non avevo mai letto di loro come trio ma dopo questa storia me ne sono innamorata, spero che succederà lo stesso anche a voi!
Questa storia non è mia ma appartiene a InLoveWithForever ed è pubblicata in lingua inglese su ao3. Se a qualcuno può interessare vorrei continuare a tradurla, quindi fatemi sapere!

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