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Sono Harry Styles, diciotto anni, e sto per morire.
Alla mia età dovrei essere felice e spensierato, progettare il mio futuro e vivere la mia giovinezza. Eppure sono qui, sul letto di un ospedale, a scrivere le mie ultime parole prima di scomparire per sempre.
Sono malato da anni, sapevo che prima o poi sarebbe successo, ma non pensavo così presto. Ma come ogni cosa, anche la vita di un uomo prima o poi finisce, quindi eccomi qua, al capolinea, vicino al sonno perenne.
Vorrei poter dire che mi mancheranno molte cose di questa vita, ma non è così. La vita non mi ha mai dato molto, se non un tumore che mi sta mano a mano consumando. Entro pochi  giorni di Harry Styles non rimarrà niente se non una lapide e un corpo sotterrato a tre metri di profondità sotto il terreno. Sono sicuro che nessuna delle persone che ho conosciuto durante la mia vita si ricorderà di me dopo la mia scomparsa, tantomeno saranno al funerale. Perché come nessuno mi ha voluto da vivo, dubito che lo faranno quando sarò in una bara.
Ho sempre sentito dire che gli uomini sono solo di passaggio su questa terra, e anche se il mio è stato molto breve, accetto tutto quello che sta succedendo.
Sto sempre peggio, la mia salute peggiora di giorno in giorno, non ce la faccio più a soffrire.
I medici mi ripetono in continuazione di resistere, ma so benissimo che non ci sono più speranze e che ho ancora poco tempo. Per questo sto scrivendo su questo diario, per lasciare una piccola testimonianza di ciò che sono stato. Di quell'Harry che ha vissuto diciotto anni in solitudine, senza nessuno su cui contare o a cui chiedere aiuto. I miei genitori mi hanno abbandonato quando avevo tre anni e sono stato lasciato in un orfanotrofio, ma la maggior parte della mia vita l'ho passata in questo dannato ospedale. Molto probabilmente nessuno farà caso a questo quadernino, ma non mi importa più di tanto.
Il dolore ormai fa parte della mia esistenza, provo dolore da sempre e ci sono abituato,ma vorrei che finisse una volta per tutte.
C'è una persona, una sola in tutta la mia vita, che teneva davvero a me, a cui importavo davvero. Forse l'unica ragione per cui mi sono fatto  curare invece di lasciarmi morire anni fa.
È sempre stata ma mia luce, la mia guida. E pensavo anche di esserne innamorato,  forse lo ero davvero. Ma ho perso anche l'unica persona a cui tenevo, facendola allontanare, ed è tutta colpa mia, come sempre del resto. E ora sono qui, in ospedale, attaccato a dei macchinari da cui dipende la mia vita. Sono semplicemente stanco. Non lo posso sopportare più.
Per questo ho deciso che in questo diario ci saranno le mie ultime volontà, i miei ultimi pensieri e finché riesco a formularli nella mia testa voglio metterli per iscritto. Non mi importa chi leggerà, tanto sono solo un ragazzino malato senza speranze.

-H

My Last Words// larry stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora