*importante*
In questo capitolo non è più Harry a raccontare, ma è il punto di vista di un narratore esterno. Ciau vi lascio al capitolo :)Harry uscì dall'ospedale di fretta,non avrebbe mai più messo piede in quel luogo che odiava tanto. Si sedette su una panchina non molto lontano da lì, aprì il suo quadernino e iniziò a scrivere. Scrisse per più di un'ora, segnando con l'inchiostro della penna tutti i suoi pensieri sulla carta bianca e un po' rovinata. Lo faceva da quando era piccolo, teneva un piccolo diario e semplicemente scriveva. Scriveva di come si sentiva, di cosa gli passava per la testa, dei suoi dubbi o anche semplicemente di cose che voleva riportare sul piccolo diario. Aveva sempre amato farlo, e forse era una delle poche cose che lo rendevano felice. Dopo un bel po' si alzò, camminando per le vie di Londra senza una meta precisa. O meglio, apparentemente poteva sembrare così. Anche se non lo avrebbe mai ammesso a se stesso, si stava dirigendo in un luogo in cui aveva sperato di non mettere più piede.
Si fermò davanti ad un palazzo rosso, non molto alto, con un piccolo portone in legno. Suonò al citofono e si appoggiò al muro dietro di lui in attesa di una risposta, che non tardò ad arrivare.
-Chi è? - chiese una voce metallica proveniente dal citofono. Era una voce maschile ma decisamente acuta, e aveva un accento inglese molto particolare e buffo. Harry sapeva benissimo di chi si trattasse.
-Sono Harry. - disse solamente il ragazzo dai capelli ricci, tirando fuori le parole con molta fatica. Tremava, e anche dalla sua voce era evidente che non fosse a suo agio. Improvvisamente si sentì stupido nell'essere lì, davanti a quel portone, a parlare con una persona a cui aveva giurato che non avrebbe mai più rivolto la parola.
-Cosa ci fai qui Harry? - chiese l'altro attraverso il citofono dopo qualche secondo di silezio. La sua voce era piatta, priva di emozioni, ma con una nota di disprezzo.
-Posso salire? È importante Louis- disse, quasi con le lacrime agli occhi. Si sentì stupido e debole per aver reagito così, si diede mentalmente dell'idiota centinaia di volte, ma ormai non poteva più tornare indietro.
-È davvero importante? - chiese l'altro ragazzo sbuffando, dal tono era chiara la sua rassegnazione.
Il riccio annuì velocemente, prima di sentire il portone aprirsi. Entrò in quell'edificio che conosceva come le sue tasche, salì le scale fino al terzo piano e suonò il campanello. Era stranamente nervoso e svuotato da ogni emozione, e questa volta non era per il fatto che fosse vicino alla morte.
Dopo pochi secondi la porta venne aperta, e davanti a lui apparve un ragazzo non molto alto, con i capelli castani in disordine, la frangia che andava in tutte le direzioni, con due piccoli occhi di un blu intenso. Harry si bloccò a contemplare quella figura. Gli era mancato.
-Entra. - disse solamente il ragazzo, facendo accomodare il riccio nel suo appartamento. Quest'ultimo prese posto su una poltrona in pelle nel salone, poco distante da quella su cui si era appena seduto Louis.
-Andiamo dritti al punto Harry. Perché sei qui?-chiese con lo sguardo fisso nel vuoto.
- Sto per morire. Le cure non hanno funzionato, mi restano pochi giorni. - disse tutto d'un fiato, incastrando il suo sguardo con quello del ragazzo dagli occhi blu. L'espressione di quest'ultimo da irritata si trasformò in una estremamente preoccupata. Sgranò gli occhi e alzò le sopracciglia, visibilmente sorpreso.
-Merda. Mi dispiace Harry, io.... - tentò di dire con voce tremante, ma l'altro lo interruppe.
- Non fa niente. L'ho accettato,non importa, volevo solo fartelo sapere. -
Louis lo guardò negli occhi, poi si sporse in avanti e accarezzò con il pollice gli zigomi ben definiti del riccio, tracciando linee non ben definite sulla pelle chiara.
- Non sai quanto mi dispiace Haz. Sei così giovane, meriti di vivere ancora a lungo, io... Mi dispiace Harry, non immagino come tu debba sentirti. - disse, e quando terminò di parlare, delle lacrime amare iniziarono a scendere dai suoi occhi.
-Non mi importa di morire. Però volevo passare le mie ultime ore con te. Se mi vuoi, ovviamente. - disse timidamente, come temendo la reazione dell'altro.
Proprio quando il riccio stava per aggiungere altro, il più basso lo interruppe.
-Ok, puoi restare. - disse velocemente, sciugandosi le lacrime con la manica del maglione.
-Sicuro? Perché io ti ho fatto del male in passato, ti ho allontanato, tu non puoi avermi perdonato,io... - il suo discorso confuso venne interrotto da Louis, che gli prese la mano e iniziò ad accarezzarlo dolcemente.
-Io ti ho già perdonato. - disse sforzando un sorriso, che uscì più come una smorfia. Ma dentro di sé era davvero contento di passare del tempo con quel ragazzino di cui era ancora perdutamente innamorato.
-Allora possiamo... Non so, uhm,ricominciare? - disse, facendola somigliare però più una domanda che un'affermazione.
-Direi di si- disse Louis con un sorriso enorme stampato sul volto.
Harry stava per rispondere con un commento su quanto fossero sdolcinati, quando sentì le labbra dell'altro ragazzo premere contro le sue in un bacio casto e leggero, ma che significava davvero molto.
Gli erano mancate le labbra di Louis. Quelle labbra che addolcivano le sue giornate in ospedale, che non si sarebbe mai stancato di baciare.
Il ragazzo dagli occhi blu interruppe il bacio, prendendo nelle sue corte ma possenti braccia il riccio, portandolo fino alla camera da letto.
Si sdraiarono sotto le coperte, e rimasero lì a fissarsi, in silenzio, e recuperarono tutti quelli sguardi che avrebbero voluto scambiarsi in quegli anni in cui erano stati lontani.
Poi dopo circa un'ora Louis interruppe il silenzio, parlando con voce sottile e dolce.
-Mi dispiace di non esserci stato in questi anni, è solo che quando ci siamo lasciati non volevo più vederti, e non ho pensato che avresti avuto bisogno della mia compagnia in ospedale. - disse con un velo di malinconia nella voce.
-Tranquillo Lou, non pensare al passato. L'importante è che io sono qui, e voglio trascorrere quel poco che mi rimane da vivere vicino all'uomo che amo. -
A queste parole Louis riprese a piangere silenziosamente, ricordandosi che quel bellissimo ragazzo sarebbe presto morto, e non avrebbe saputo come andare avanti senza di lui al suo fianco. Harry lo strinse maggiormente a sé, avvolgendo in un caldo abbraccio.
-Ti amo ancora, lo sai vero? -disse Louis, alzando lo sguardo per incontrare quello del riccio.
-Lo so, ti amo anche io- rispose Harry baciando le sue labbra sottili.
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My Last Words// larry stylinson
FanfictionDove Harry scrive su un diario le sue ultime parole prima di morire. - La storia è mia, vi prego di non copiarla o prendere spunto.