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"Mia madre è morta quest'estate. Sapete cos'è ancora peggio della sofferenza? La compassione. Guardare negli occhi della gente e leggerci chiaramente che in te vedono solo la debolezza di un ragazzino che è rimasto orfano prima di avere ali abbastanza forti da abbandonare il nido. Si aspettavano tutti che rimanessi lì con il becco spalancato, ad aspettare il verme che qualcuno di loro mi avrebbe portato. Ma io non sono così. Non permetto a qualcun altro di tracciare un recinto protettivo attorno a me al mio posto. Sono scappato qui, dove nessuno poteva conoscermi e intromettersi nella mia vita."

Terminate quelle gelide parole, si abbandonò sul letto, lasciando che l'alcol si appropriasse dei suoi sensi. Hannah e Roy rimasero seduti sul bordo del letto, in silenzio. Michael era troppo ubriaco per preoccuparsi dell'effetto che le sue parole potevano avere avuto sugli altri due. Se ne stava lì, sdraiato, e vedeva il baldacchino del letto ciondolare sopra di lui.

All'improvviso, sentì le labbra di Hannah premere dolcemente contro le sue. Il soffuso limbo alcolico nel quale si trovava non gli concesse nemmeno la forza di stupirsi. Ricambiò il bacio e lasciò che le loro lingue si intrecciassero. Era un bacio morbido e pieno di affetto, che li avvicinò con prepotenza nell'aria aspra che le parole di Michael avevano lasciato. Hannah si rimise seduta e baciò anche Roy, che si irrigidì immediatamente a quel contatto inaspettato. Come una marionetta comandata dalla dolce euforia del momento, Michael si tolse la camicia e i pantaloni. Gli altri lo imitarono, silenziosi. Hannah lo baciava e scivolava lentamente sopra di lui, mentre Roy le slacciava il reggiseno. Le inibizioni caddero rovinosamente sotto i colpi soffici del Bourbon, mentre l'aria all'interno della stanza si scaldava sempre di più. Erano amici, ma in quel momento la loro amicizia si era innalzata a qualcosa di diverso e incantevole. Hannah lasciò che Michael le baciasse il seno, inarcando la schiena per protendere il petto in avanti. Lo spinse poi di lato e gli salì sopra, senza esitazione. Iniziò a baciarlo sull'addome, scendendo sempre di più. Roy si sdraiò sul letto accanto a Michael e lo baciò. Il ragazzo rimase sconvolto ed estasiato, di fronte a quel gesto così temerario. Non aveva mai fatto quelle cose con nessuno, e fu travolto da un'eccitazione che lo faceva quasi tremare. Sussultò, mentre Hannah lo toccava, e sentì il petto comprimersi per la paura. Mentre le dita di lei stringevano sotto il suo ventre, i ricordi di Michael furono invasi da lugubri ombre del passato. Ma Hannah era così bella, con il suo corpo snello e il suo viso da bambina. Il ragazzo si abbandonò alle sue mani esperte, e lasciò che le sue matasse interiori si sciogliessero al calore del suo respiro.

Fecero l'amore tutti e tre insieme, e Roy sembrò per un attimo dimenticare la sua omosessualità. Fu la prima volta per Michael, e non poté immaginare nulla di più bello.

Improvvisamente, qualcuno bussò con violenza alla porta.

Hannah e Roy si fiondarono in bagno, incespicando più volte e barcollando. Michael era così ubriaco da non curarsi del fatto che qualcuno avrebbe potuto vederlo in quello stato. Seguì le linee storte e l'ondeggiare della stanza fino alla porta e la aprì senza esitare.

Era il signor Gibson.

Le vene del collo erano così dilatate che avrebbero potuto esplodere da un momento all'altro. Era paonazzo. Gli occhi gelidi erano iniettati di sangue.

"MIA FIGLIA E' GRAVEMENTE MALATA" ringhiò.

Michael fece per rispondere, ma la voce gli si bloccò in gola.

"Se non la smettete immediatamente con questo casino, giuro su dio che vi sgozzo come dei porci!"

Il viso dell'uomo tremava, e la voce ne usciva distorta dalla rabbia. Mentre parlava, la sua testa scattò leggermente di lato, come fosse in preda ad un tic. Si voltò e sparì nella camera numero dieci, sbattendo la porta. Dopo qualche attimo, un urlo disumano attraversò la parete tra le due camere.

Michael rimase sulla soglia, con la bocca spalancata e la sensazione che una doccia gelida si fosse abbattuta su di lui. La radio suonava ancora una canzone di David Bowie, che riecheggiava nel silenzio della stanza. Solo in quel momento il ragazzo si rese conto di essere nudo come un verme. Rientrò e spense la radio. Quando andò in bagno dagli altri due, li trovò pallidi e con le pupille tremanti, nascosti dietro la tenda della doccia.

"E' pazzo" mormorò Hannah.

Scesero di nuovo alla festa, e ancora lo shock non era passato. Era stato tutto così veloce. Il gioco, il sesso, il signor Gibson... Michael rabbrividì. Vi sgozzo tutti come dei porci. Pensò a quale rabbia avrebbe potuto mai portare quell'uomo ad una reazione così eccessiva.

"Tu sapevi che la ragazza è malata, Michael?" gli chiese Roy ad un certo punto.

Michael scosse la testa. A dire il vero non sapeva nemmeno che faccia avesse, questa ragazza. Hannah e Roy si scusarono se per caso l'avevano messo nei guai. Michael disse che non importava. Cos'altro avrebbe potuto dire?

La realtà era che gli importava eccome.

Quella notte, e tutte quelle a seguire, avrebbe dovuto dormire ad una parete di distanza dal signor Gibson.

Foglie RosseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora